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"George
Dopo 15 anni è tornata in Italia una delle leggendarie figure della musica internazionale, considerato tra i più grandi chitarristi di tutti i tempi. Un artista che ha saputo fondere la melodia pop con le calde sonorità del R&B, del blues e del jazz. In un’atmosfera magica, George Benson (voce e chitarra) ha calcato il palco del Teatro Team in Bari con una band straordinaria (David Garfield al piano, Michael O’Neill alla chitarra, Stanley Banks al basso, Tom Hall alle tastiere e Teddy Campbell alla batteria) che fin dall’inizio ha saputo tenere a bocca aperta un pubblico che attendeva da anni questo grande evento. A dimostrarlo è stata anche la grande eterogeneità degli amanti del genere presenti al concerto. Con le sue numerosissime esperienze accanto a grandi nomi della tradizione jazzistica mondiale – due fra tutti, l’indimenticabile Miles Davis e Herbie Hancock-, vincitore di diversi riconoscimenti a livello mondiale (tra i quali, alcuni Grammy Awards), ha offerto all’appassionato pubblico barese circa un’ora e mezza di splendida musica alternandosi tra i virtuosismi armonici della sua fedele “Ibanez” e le eccellenti performance vocali che non hanno mostrato affatto i segni dei suoi 66 anni compiuti. Appassionato come se fosse la sua prima esibizione, ha cantato, suonato, ballato e scherzato col pubblico anche quando ha improvvisato “a cappella” sul finale di “Moody’s mood for love” .

"GeorgeTanti i pezzi proposti, dalla inconfondibile “Breezin” alla splendida “On Broadway”, passando per brani indimenticabili del pop come “Turn your love around” ,“Give me the night”, “In your eyes” e “Nothing’s gonna change my love for you”. Emozionante l’esecuzione con la chitarra della ballad “Oh Danny Boy” che ha saputo richiamare l’attenzione di una platea incuriosita dalla sua ancora impeccabile precisione stilistica. Anche il celebre brano- cantato- “Beyond the sea” ha sordito l’effetto di far commuovere qualche nostalgico. A distanza di 45 anni dal suo esordio e con più di cinquanta dischi all’attivo, Benson ha avuto ancora la forza di stupire, di emozionare ed emozionarsi quando ha suonato, cantato e quando ha espresso tutto il suo genio attraverso uno “scat” perfetto e la sua celebre capacità di improvvisare delle frasi all’unisono, come pochi sanno fare, con chitarra e voce.

Musicista eclettico, è riuscito a catturare col suo sorriso magnetico un pubblico attento e desideroso di vivere l’evento balzando in piedi dalle rispettive poltrone per scatenarsi al ritmo dei suoi “reef”. Chitarrista dallo stile inconfondibile, ha inoltre proposto una breve sequenza di brani tratti dal suo ultimo lavoro intitolato “Songs and stories”, prodotto dal grandissimo bassista Marcus Miller. L’album, in vendita negli States dallo scorso agosto, contiene alcuni successi di artisti di fama internazionale quali Smokey Robinson, Lamont Dozier, Bill Withers, Donny Hathaway e James Taylor. Di questi, ha eseguito un interessante arrangiamento strumentale e vocale di “Don’t Let me be lonely tonight” di James Taylor, brano dalle sonorità che si sono ben prestate ad una rivisitazione in “chiave Bensoniana”. Dopo una breve pausa che ha permesso di mostrare brevemente anche le doti di intrattenitori degli altri cinque fantastici musicisti, George Benson ha ripreso ininterrottamente a suonare e a cantare con la grinta di un ragazzino e la voglia di stupire che solo i grandi artisti sanno preservare nel tempo.
Dunque, uno spettacolo rievocativo delle calde atmosfere della musica nera americana in cui evidenti sono le contaminazioni stilistiche e di genere ma al tempo stesso un momento unico per poter godere appieno di uno straordinario momento di musica.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.