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Nel ventesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino, Milano ha voluto essere direttamente partecipe della ricorrenza, ricordando che “vent’anni fa, il ventre del mondo fu Berlino nel suo giubilo popolare, – sono parole di Massimo Zanello, Assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Lombardia – quella sera tutto il mondo ha detto <anche io sono un cittadino di Berlino>. Quella sera tutti siamo stati e diventati cittadini del mondo”.
Tra i vari eventi milanesi, il ricordo è affidato a due installazioni pubbliche dall’elevato contenuto artistico e culturale, volte a ricreare l’atmosfera e le emozioni vissute in Germania in quei giorni, visibili gratuitamente fino al 15 novembre, e inaugurate proprio la sera del 9.
1989 Berlino anno zero è l’esposizione di 22 delle immagini di Livio Senigalliesi in via Sirtori, 32 (zona Porta Venezia), dove è stata ricostruita una sezione simbolica del muro – 15 metri di lunghezza x 3,60 metri di altezza.
Senigalliesi, fotoreporter milanese che possiede l’intuito del giornalista, su quel treno verso la Germania ci è salito qualche tempo prima e ha vissuto in quella città un anno intero, fino al 3 ottobre 1990, data fatidica dell’unificazione delle due Germanie. Qui ha realizzato alcune immagini che hanno fatto la storia – come le primissime fotografie dell’edificio della Stasi – e documentato una Germania che oggi non esiste più. Le sue fotografie in bianco e nero ci riportano direttamente a Berlino alla fine degli anni ’80. Un’occasione per rivivere le emozioni di quei giorni, che all’inaugurazione è stata sottolineata dalla performance live sul “muro” – ad affiancare le immagini – dell’artista luganese Giona Bernardi.
Presenti all’inaugurazione, coordinata da Daniele Protti, anche gli artisti del collettivo artistico Fehlstelle, tutti studenti di Thomas Ruff presso la celebre scuola d’arte di Düsseldorf. Qui a Milano per ricordare il 9 Novembre ’89 hanno innalzato due torri di vedetta del muro di Berlino, quelle che sorvegliavano l’area circostante, presso il cavalcavia Bussa, che scavalca i binari delle ferrovie, e dalla stazione ferroviaria di Porta Garibaldi porta al quartiere Isola, una zona che oggi si presenta come un cantiere aperto, un luogo in via di trasformazione da quartiere degli artigiani a Città della Moda. Le due torri, alte 9,5 metri illuminano il cavalcavia con delle spot light e ricreano quella sensazione di disagio e ansia vissuta in quegli anni dal popolo della Germania est. Questa installazione, intitolata La zona, rispecchia gli stilemi del gruppo artistico tedesco, che presenta le proprie azioni e installazioni non nei luoghi solitamente destinati all’arte, ma negli spazi pubblici e negli ambienti più inaspettati. Ogni progetto è site-specific ed è in relazione stretta con il territorio, con la sua storia e soprattutto con coloro che lo abitano. Ciascun luogo – come nella installazione milanese – caratterizza di volta in volta la scelta delle tecniche e le procedure impiegate.La manifestazione è patrocinata dalla Camera di Commercio Italo-Germanica, dal Consolato Generale della Repubblica Federale di Germania, dal Goethe-Institut Mailand e dalla Regione Lombardia, ed è una occasione per rivivere le emozioni intense legate a quei giorni e per offrire ai figli di quegli anni, che non hanno vissuto quei giorni, un viaggio non convenzionale verso un momento capitale del secolo scorso, che li avvicini all’incredibile stupore di chi, con gli occhi incollati alla televisione, sentiva in quel 9 novembre, sulla propria pelle, la stessa emozione di quelle persone che – incredule – attraversavano il Muro. L’impulso era quello di salire in macchina e correre verso Berlino. Semplicemente, per esserci.