Il terrorismo islamico adesso fa base anche in Somalia

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Dopo il Pakistan e l’Afghanistan, ora anche la Somalia: il Paese del Corno d’Africa è diventato la nuova base di addestramento per i gruppi radicali islamici, con decine e decine di giovani britannici che ogni anno vi si recano allo scopo di prendere parte alla jihad.

Secondo quanto riportato recentemente dall’Independent on Sunday, negli ultimi cinque anni il numero di cittadini del Regno che ha visitato il Paese è quadruplicato: i casi accertati sarebbero un centinaio all’anno ma la cifra reale potrebbe essere molto più alta. A preoccupare governo e servizi è il fatto che molte di queste persone non ha alcun legame famigliare con la Somalia. «Va ricordato che la Somalia non è un posto di vacanze. Colpisce il fatto che gente che non ha nessun familiare laggiù vi si rechi comunque», ha dichiarato al domenicale un funzionario del ministero dell’Interno.

Per questo motivo, oltre a tenere d’occhio i soggetti a rischio che si sono recati in Pakistan e in Afghanistan, ora l’MI5 dedica sempre più tempo e risorse alla ‘Somalia Connection’ e ai legami tra estremisti islamici britannici e militanti somali.

A Londra, Liverpool, Cardiff e Bristol, le città dove il numero di immigrati del Paese africano è più alto, le comunità somale sono al centro di una serie di operazioni segrete di monitoraggio. Sheikh Ahmed Aabi, un leader islamico moderato di Kentish Town, nel nord di Londra, ha confermato che alcuni giovani somali hanno lasciato il Regno Unito per la Somalia allo scopo di combattere la guerra santa. «L’ho sentito dai loro genitori. Dicono che i figli si uniscono alla jihad. È un grosso problema per la nostra comunità.