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"partitoSabato scorso, due eventi hanno scandito la giornata di quell’ape operosa che è la città di Torino. Da una parte, nel verde del grande parco Pellerina, apre la casa estiva del grande fratello; planimetricamente lontano se non all’opposto inaugura un importante congresso politico al chiuso, refrigerato, del Lingotto.

Due luoghi così diversi, location così riuscite da suscitare immediata benevolenza e simpatia, per il dolce assurdo che li fa debuttare insieme, quasi sicuramente all’insaputa uno dell’altro.
La televisione più frivola che esce dal proprio cubo e il Partito Democratico che si apre, malgrado tutto, dal chiuso autoreferenziale dei propri circoli.
Una trasposizione in fiera itinerante per celebrare un programma televisivo e magari non troppo segretamente offrire uno scampolo di celebrità surgelata almeno per qualche minuto: in formalina alla Hirst, ma pur sempre il sogno di emergere come squaletti affamati, in comunità con coloro che di quel sogno sono i beniamini televisivi e maggiorati; padroni di casa che dettano le regole di un salotto senza quadri di buon gusto alle pareti e il peso di triti intellettualismi. Non si può però nascondere il peso dei quindici euro per partecipare.

In un acquario non troppo lontano un altro gruppo cerca di far sentire la propria voce. Argomenta, prospetta, inveisce e inevitabilmente sogna. Sogna in faccia ai propri segretari, ai propri amici e delinea quel paese in cui vorrebbe vivere.
Bisogna dirlo, gli applausi non sono mancati, entrambi hanno riscosso successo. Bisognerebbe essere dei maghi del sincretismo per mettere in relazione queste parti di mondo così diverse. Eppure si dovrebbe. C’è qualcosa che li accomuna, ciò che li avversa pare così scontato o noioso.

"lingottoAccomunati da che cosa? Dal ricercare una via, un modo, un gesto.
I giovani definitisi “piombini” come metafora di impossibili leggerezze, stanno cercando di uccidere froidianamente il proprio padre, chiedendogli di capire perché non possono farne a meno. Si ha diritto o no ad una speranza diversa se il modello è risultato fallimentare.

Sotto alle luci panottiche del Big Brother si consuma un altro tipo di delitto. L’educazione alla fatica e al sacrificio di un tempo rovina sotto il potere del proscenio, e le nuove generazioni si gettano, forti di una fiducia incosciente nelle fantasie di un’idea stantia ma ancora salda in sella, l’affermazione estetica del proprio io; nel cuore del medium più complesso, indifferenti al ciclone che lo guida, ma disposto talvolta a cedere un grammo della sua pepita dorata a qualcuno.

Si è soliti dire che più una discussione è infuocata su un quadro o un’opera d’arte, più l’artista è d’accordo con se stesso. Impossibile sapere chi è il vero artista in questo caso, ma gli opposti possiedono sempre una pervasiva e misteriosa capacità di attrarre. E quando si presentano insieme, nella stessa città, nello stesso giorno, nella loro celeste lontananza può venir voglia di essere in buon accordo con essi, con le facce gianobifrontute delle medaglie, con l’evidente impossibilità di dividere i mondi per capirli. Può addirittura insinuarsi l’idea di essere in accordo con le cose inconciliabili, inconciliabili sotto etichette facilone. Come se da una parte non sapessero di politica e società e di là dal ponte non guardassero la televisione.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.