Tempo di lettura: 2 minuti
Tra le migliaia di musicisti in erba che ci sperano, a pochissimi è dato di sfondare, ma è più unico che raro il caso di un ragazzino che, prima ancora di aver sostenuto l’esame di maturità, possa assaporare la promessa di un futuro da popstar: non deve allora stupire che l’ex leader dei Lunapop, Cesare Cremonini, definisca la sua come «la storia più bella che io conosca».
E proprio alla «fiaba moderna di un ragazzo che si è concesso il lusso di sognare», il cantante bolognese ha dedicato un libro, Le ali sotto ai piedi (ed Rizzoli), in vendita da oggi, che è insieme un ritratto dell’artista da giovane e un romanzo di formazione. Un testo che arriva a dieci anni esatti dal successo di 50 special e dal botto discografico di Squerez?, con il suo milione e mezzo di copie vendute, e che anticipa il lancio del nuovo singolo, Il pagliaccio, in radio da venerdì prossimo.
I primi amori, i contrasti con i genitori, la scoperta degli idoli musicali, primo tra tutti Freddy Mercury e l’incoscienza per le tragedie dell’attualità, sempre filtrate dall’immagine ovattata della tv: gli ingredienti della vita di un ragazzino come tanti, cresciuto negli anni Ottanta, diventano nel vissuto di Cremonini il segreto di una fortuna fuori dal normale. Il fondatore dei Lunapop rievoca infatti tutti gli episodi della sua adolescenza – le prime lezioni di piano con la baffuta suor Ignazia, le strimpellate con gli amici nella band Senza filtro, la sfacciataggine con cui si è presentato dal produttore Walter Mameli fino alla vittoria al festival di San Marino – come se già allora covassero la promessa del successo futuro.
«Sono l’ultimo figlio della vecchia generazione di musicisti – ha spiegato l’artista – quelli che iniziavano nelle cantine, che si facevano le ossa ai concerti e che andavano a cercarsi un produttore. Gli anni che racconto sono stati i miei anni Sessanta». Per questo Cremonini può oggi sentirsi così lontano dalla nuova generazione di musicista nati nei talent show. «Sono programmi che non possono che far bene alla musica dal punto di vista discografico – ha ammesso – ma io non farei mai cambio con la mia storia, anche perchè un talent show non ti insegna a scrivere canzoni».
Nel romanzo autobiografico di Cremonini due sono i grandi comprimari della parabola in ascesa del cantante: da una parte la sua Bologna – «se non fosse stata al centro della mia vita non sarei diventato quello che sono» – e dall’altra Walter Mameli. Oltre a essere un grande gesto di riconoscenza al produttore bolognese (“la prima persona che mi ha trattato da adulto»), Le ali sotto ai piedi cela infatti anche la promessa di seguire le orme dell’amico di vent’anni più grande. «Se ci saranno le condizioni umane e discografiche – ha rivelato Cremonini – è inevitabile che metta a frutto i grandi insegnamenti del mio maestro».