Tempo di lettura: 2 minuti
Casa dolce casa, oppure "casa mia per piccina che tu sia tu mi sembri una badia" sono proverbi e luoghi comuni che bene però rispecchiano, ancora oggi, l’italico atteggiamento nei confronti delle mura domestiche.
A rivelarlo è una ricerca condotta dalla Ispo di Renato Mannheimer per conto di Cosmit che, a pochi giorni dall’apertura del Salone del Mobile (22-27 aprile Fiera Milano), ha voluto conoscere l’atteggiamento degli italiani nei confronti della casa e dell’arredamento.
L’indagine rivela che per il 60% degli intervistati, la casa è il focolare familiare (la percentuale sale tra gli over 64). C’è comunque una bella fetta di cittadini (19% che diventa 25% tra i 18 e i 34 anni) che pensa alla casa come a un rifugio individuale mentre il 12% lo considera soprattutto un luogo funzionale (percentuale che sale tra i 45-55enni e nelle grandi città). La disponibilità a ospitare e a ricevere amici cresce al Centro e nelle realtà urbane, ma comunque in grande maggioranza (78%), gli italiani ritengono che la casa debba rispecchiare chi l’abita.
E in questo non sembrano esserci frustrazioni, anzi: la maggior parte degli intervistati è contenta della propria casa, la considera accogliente e rilassante. Otto su dieci sono orgogliosi di mostrarla agli amici, 7 su 10 vorrebbero avere più tempo da dedicarle, ma 5 su 10 cercano di essere parsimoniosi nelle spese per la casa.
Fondamentalmente conservatori nell’arredo, gli italiani puntano soprattutto su comfort, praticità e robustezza dei materiali: come criteri per acquistare mobilio e oggetti per la casa, indicano innanzitutto il gusto personale, la qualità e la convenienza, molto meno il design, la novità e la marca. A quattro persone su dieci piace l’idea (teorica) di rinnovare spesso l’arredamento, ma la grande maggioranza (73%) non ha intenzione di farlo, almeno non entro il 2010: se poi si considera chi ha più di 64 anni la quota sale al 92% così come la percentuale ‘conservatricè cresce (al 78%) se si considerano solo coloro che vivono la casa come focolare.
Dati sconfortanti, quindi, per il mercato dell’arredo? Nient’affatto perchè comunque basta quel 27%, che dichiara di voler rinnovare la mobilia, a rinfrancare il settore, colpito come tutti gli altri dalla crisi mondiale. Se poi si vanno ad analizzare le priorità, la ricerca dell’Ispo rivela che il 31% di coloro che vogliono cambiare qualcosa in casa pensa soprattutto a una cucina nuova, il 24% indica un rinnovamento del soggiorno, il 19% della camera da letto seguita dal bagno (13% delle indicazioni). Quasi tutti comunque (82%) non hanno dubbi sul made in Italy e preferiscono prodotti italiani.
L’Ispo (che farà anche un’indagine sui frequentatori del Salone del Mobile e del Fuorisalone) presenterà a breve anche un’analoga ricerca fatta in altri Paesi (Francia, Germania, Russia, Usa). Anticipandone alcuni elementi, Mannheimer ha spiegato che gli atteggiamenti nei confronti della casa si rivelano molto differenti ma che si conferma, invece anche all’estero la propensione per l’arredamento italiano.