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Si sono uniti tre noti musei, il Guggenheim di New York, la galleria Lenbachhaus di Monaco di Baviera e il Centre Pompidou di Parigi per realizzare una delle più complete retrospettive dell’opera di Kandinsky degli ultimi tempi, che ora fa tappa nella capitale francese.
Dopo il recente successo di Monaco e prima di volare per gli Stati Uniti, la mostra dedicata all’artista russo, presentata come uno degli eventi artistici dell’anno, si è aperta mercoledì scorso al Beaubourg. Erano 25 anni, fanno notare i curatori, che l’opera di Vassily Kandinsky non veniva mostrata nella sua interezza in Francia (l’ultima esposizione si era tenuta a Parigi nel 1984, sempre al Centre Pompidou, dopo il lascito inestimabile di Nina Kandinsky, vedova del pittore).
Una selezione di un centinaio tra i suoi dipinti più belli e famosi, realizzati tra il 1907 ed il 1942, ripercorre – fino al prossimo 10 agosto – l’itinerario artistico del pittore, niente è dimenticato, da Monaco a Mosca, da Weimar a Berlino e fino a Parigi dove è scomparso nel 1944, a 78 anni. C’è tutta «l’evoluzione rivoluzionaria del pittore verso forme radicalmente nuove dell’arte», sottolineano i curatori. La mostra parigina si arricchisce in più di acquerelli e manoscritti del periodo «russo» (1914-1917), acquisizioni recenti del Fondo Kandinsky.
Non potevano mancare i quadri mitici dell’astrattismo come ‘Composizione VIII‘ e Alcuni cerchi, entrambi prestati dal Guggenheim. Frutto degli anni (1922-1933) della tentazione geometrica, quando linee e volumi ritmano le composizioni ed il cerchio diventa predominante: «delle tre forme geometriche – diceva l’artista – il cerchio è quella che tende di più alla quarta dimensione». Sono di questo periodo i suoi quadri più famosi. Ma la mostra, che segue un ordine cronologico, offre anche altri capolavori. Come ‘La vita colorata (1907), una delle più forti composizione dei suoi inizi, un’esplosione di colori, scorcio pieno di magia dei paesaggi russi abitati da una miriade di personaggi. Degli anni creativi vissuti in Germania (1908-1914), quando il figurativo lascia il passo all’astratto, sono esposti tra gli altri ‘Pittura con un cerchio (1911), prestato dal Museo Nazionale di Georgia, a Tbilisi che lo stesso Kandinsky ha definito «la mia prima tela astratta», e ‘Dipinto con arco nero (1912), noto anche per il suo formato atipico (2 metri x 2 metri), dove tre continenti colorati si articolano – o si affrontano, a seconda delle interpretazioni – intorno ad un misterioso arco nero.
Ultima tappa, infine, il soggiorno parigino (1934-1944), dove le forme si fanno più fluide, quasi surrealiste. È qui che si chiude anche la mostra, in una casa vicino Parigi, a Neully-sur-Seine, dove Kandinsky, censurato dalla Germania nazista e ritirato dai musei in Urss, dipinge l’ultima delle sue grandi tele, Accordo Reciproco.