Tempo di lettura: 2 minuti
Addio Birkin e Baguette, benvenute Spicy, Victoria, Amy e le altre! Le «it shoes» hanno ormai spodestato le «it bags». Scarpe firmate, alla moda, molto costose e di solito molto alte, almeno 15 centimetri, indossate o dedicate a personalità del mondo dello spettacolo e con una lista d’attesa di mesi.
Il ‘concept‘ è lo stesso delle borse, le «it-bags», ma grazie, o a causa della crisi economica mondiale – secondo il magazine settimanale del quotidiano Le Monde – è sulle calzature che le firme della moda puntano in questo momento: si cambiano più spesso, se ne vendono di più, sono il punto debole delle donne e soprattutto costano di meno (considerando che per una borsa Birkin di Hermes si parte da 5.000 euro).
«Per le marche si tratta soprattutto di marketing – ha detto l’esperto Thomas Zylberman a Carlin International, agenzia di comunicazione specializzata nella moda – subito riconoscibile la scarpa è diventata il nuovo media delle griffe».
Qualche stilista, come Michel Perry, shoes designer per eccellenza – tra le sue fan ci sono Sharon Stone, Cher e Cameron Diaz – ne prepara alcuni modelli a effetto, con tacchi vertiginosi, forme bizzarre, colori e materiali eccentrici, appositamente per la stampa o per le sfilate.
Sono in particolare i grandi nomi della moda, secondo Le Monde, che si sono lanciati in questi ultimi anni nell’arte della scarpa: come John Galliano, con i suoi sandali in compensato, voluminosi, molto decorati, che quest’anno propone per Dior un tacco a forma di statuetta africana. O Marc Jacobs: i suoi Spicy sandals tribali e fatti a mano per Louis Vuitton costano circa 1.500 euro il paio e hanno già conquistato Chloe Sevigny, Heidi Klum, Madonna e Victoria Beckam. A quest’ultima è però Giambattista Valli che ha dedicato le sue Victoria shoes. Le Suri di Calvin Klein riprendono il nome della figlia di Tom Cruise, e le Amy di Jonathan Kelsey, che collabora con la griffe inglese Mulberry, sono le favorite di Amy Winehouse. Per Balenciaga lo stilista Nicolas Ghesquire – dopo le sue scarpe Meccano – spinge più in là la frontiera dell’uso della scarpa.
«Con un dettaglio interessante in periodo di crisi – aggiunge Maud Tarena, a capo del settore delle calzature femminili allo storico grande magazzino Bon Marchè di Parigi – le scarpe firmate costano meno della metà di una borsa della stessa categoria». «L’ossessione delle borse ormai è finita – ha detto anche Miuccia Prada – Oggi si è passati oltre, è il tempo delle scarpe!». O meglio delle «it shoes».