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Da Angelo Giudice e Monica Babbo dell’Accademia Apulia di Londra riceviamo e volentieri pubblichiamo l’intervista ai fratelli Draisci, quattro artisti a Londra.
Qualche giorno fa l’Accademia Apulia ha appreso che nella capitale inglese vivono quattro fratelli provenienti dalla bella Cerignola – tutti artisti: 1. Francesco – architetto; 2. Giorgio – musicista; 3. Carlo – fotografo; 4. Gennaro – web-desinger.
Essendo uno degli obiettivi dell’associazione quello di rilevare talento pugliese, qualche giorno fa Angelo Iudice e Monica Babbo sono andati a conoscere i quattro moschettieri di Cerignola presso lo studio dell’architetto Francesco.
Accolti da un volto sorridente, varchiamo la soglia di uno studio luminoso con ampie finestre che si affacciano su un cortile, mentre fuori nevica. Sulla scrivania (ovviamente disegnata dall’architetto) giace un fruttiera di mandarini il cui profumo rimanda ad un Natale in Puglia.
‘Il clima e’ una delle cose che amo meno dell’inghilterra,’ dice Francesco Draisci offrendoci del the. Ha 42 anni e, con i suoi occhi castani un po’ a mandorla, sembra impersonare – non senza minore successo – la versione italiana di Sean Connery. Definirlo architetto è quasi un limite: Francesco Draisci è un grande artista, e le sue installazioni sono state esposte al museo V&A di Londra e alla Biennale di Venezia. Ha tenuto conferenze in varie università di Londra, Cambridge, Eindhoven e attualmente insegna all’Istituto Marangoni di Londra.
La domanda nasce spontanea: come ha fatto Francesco Draisci ad esordire in una città così altamente competitiva?
Inutile dirlo, l’architetto è prima di tutto una persona colta. Francesco ha studiato a Firenze, dove ha vissuto per dieci anni, ma discorrendo con lui i tratti che lo caratterizzano sono una naturale apertura mentale, una spontanea curiosità ed una grande sensibilità, nata dai tanti interessi coltivati fuori dalle mura universitarie e domestiche. Infatti ha fatto molti viaggi, visitato gallerie e conosciuto altri artisti. ‘Il mio primo lavoro,’ spiega Francesco, ‘è stato di pura manovalanza, costruendo un plastico in argilla per una istallazione del regista teatrale americano Bob Wilson (ndr. in Italia ha messo in scena L’Aida di Verdi) fatta nelle vecchie e derelitte prigioni di Londra.’ La prima svolta professionale è arrivata quando Francesco ha cominciato a lavorare presso uno degli studi più famosi al mondo, Rogers Partnership (Centro Pompidou di Parigi, Lloyds of London, il Millenium Dome, Heathrow Terminal 5) e poi con Ron Arad (Bouncing Vase, Tom Vac Chair, Concrete Stereo), grandi dell’architettura e del design mondiale.
Sono arrivati in studio Giorgio (40 anni), Carlo (34 anni), Gennaro (29 anni). Ci accorgiamo che tutti e quattro i fratelli – che parlano tutti con la ‘r’ di Ta’tagnan’ – si assomigliano abbastanza.
‘Quando siamo a Cerignola è divertente,’ dice Carlo, di professione fotografo, perché la gente locale, che ci vede una volta all’anno, ci confonde.
I fratelli Draisci amano molto le loro origini, il proprio paese e la cultura pugliese. Sarebbero rimasti volentieri in Italia qualora ci fossero state opportunità lavorative, ed è chiaro che non hanno lasciato la Puglia con amarezza o risentimento. Come molti altri Italiani che vivono all’estero oggi, anche loro stanno facendo una carriera internazionale ed hanno identificato Londra come la migliore piattaforma per arricchire il proprio bagaglio culturale e professionale.
Tuttavia, per Francesco l’attrazione per l’Inghilterra è nata quando era ancora un ragazzino, e cioè quando negli anni novanta musica, arte e moda anglosassoni erano davvero una fatal attraction. A quattordici anni il suo primo viaggio a Londra è stata la freccia di cupido: il love affair per Londra era ormai irreversibile.
Anche per Carlo l’amore per questa città è stato fulminate. Aveva diciannove anni quando è venuto a Londra per portare al fratello Francesco un carico di carte e disegni. I brani musicali inglesi che aveva sempre ascoltato, a Londra assumevano una dimensione reale…. Rientrato in Puglia, ha cominciato ad immaginare la propria vita nella capitale inglese – ampi spazi, gente proveniente da ogni angolo della terra. Dopo qualche mese a Cerignola, ha messo in una valigia i propri effetti personali ed è tornato a Londra, dove vive da tredici anni. Nel 2007 Carlo ha aperto il suo primo studio fotografico – Red Camera Studio. Tra i suoi clienti spiccano Mulberry, Laura Ashley, Nokia. Oltre alla grande esperienza tecnica, Carlo è rinomato nella capitale inglese per l’attenzione ai piccoli particolari – luci ed emotività sono colte con discrezione dal suo obiettivo fotografico. Ha anche vinto il concorso di South Bank Open Air Art Gallery; un grande progetto di Tony Blair (una mostra all’aperto) per rendere l’arte accessibile alle migliaia di persone che passano per South Bank. Nonostante i 3000 concorrenti, Carlo ha vinto questo concorso per ben due volte di seguito. Da dieci anni quattro sue opere sono esposte tra South Bank and Waterloo.
Anche per il piccolino di casa, Gennaro, riuscire a lavorare a Londra, dove risiede da 10 mesi, è un grande traguardo, sopratutto in un momento in cui la GB è uno dei paesi europei più in crisi. Gennaro è un emergente Graphic Designer, parecchio incoraggiato dalle commissioni di lavoro che gli pervengono da clienti che non conosce personalmente. “Questa è la cosa bella di Londra,” dice Gennaro, “uno non deve necessariamente fare affidamento all’amico per lavoro. Per me la cosa più bella e’ ricevere telefonate da clienti che non conosco ma che apprezzano il mio lavoro.’
La musica è un elemento comune alla base della creatività dei fratelli. Tutti, infatti, sono musicisti: Gennaro bassista, Carlo e Francesco chitarristi, e Giorgio, octopus musicale, suona un po’ tutto (oltre che cantare!). E’ anche sorprendente scoprire che, anche avendo vissuto in città diverse (Francesco a Firenze, Giorgio a Modena, Gennaro a Roma), essi hanno coltivato, inconsapevolmente e parallelamente, lo stesso genere musicale. Così quando a Natale si riunivano a Cerignola, scoprivano di aver ascoltato la stessa musica. I fratelli si sono sempre contagiati a vicenda ma è Giorgio che ha messo a fuoco questa disciplina. E’ un Ingegnere del Suono specializzato in musica elettronica. Un suo arrangiamento elettronico ha raggiunto il numero 11 nella UK chart con ‘Rock da House’ – una collaborazione con TWM, band che ha esordito nelle classifiche mondiali.
Giorgio dice che è stato il successo di Francesco ad incoraggiare gli altri fratelli – Francesco è considerato un po’ un educatore carismatico, una specie di guru. I fratelli guardano Francesco con occhi orgogliosi, basti pensare all’invito ricevuto da Francesco nel 2007 dal curator del Victoria & Albert Museum. Per celebrare 150 anni di storia del museo, 150 artisti famosi della Gran Bretagna sono stati invitati a contribuire con una pagina all’album commemorativo di 150 pagine. La pagina di Francesco Draisci è lì insieme a quelle di Ron Arad, Vivian Westwood, Jaques Azaguri. Dalla loro ammirazione e dal loro entusiasmo è evidente che i fratelli minori vedono in Francesco un modello di comportamento, e questa appassionante simbiosi non fa che portare ben alto il nome della Puglia.
E’ davvero magnifico, infatti, percepire il sentimento che lega questi fratelli. Francesco, a sua volta, vede i suoi fratelli più piccoli come le persone più preziose al mondo. Con loro condivide idee e valori difficilmente negoziabili al di là dell’unità familiare, e continua ad avere con loro un rapporto molto intimo, un vero e proprio punto di riferimento in una città fredda e dispersiva come Londra.
Nonostante le notevoli affinità, i fratelli rispettano la propria individualità. Malgrado abbiano lo stesso ‘fiuto’ per la musica e l’arte, sono difatti molto diversi… ma tutti amano Cerignola! Tornano spesso in Puglia a trovare i genitori e i tanti amici d’infanzia. In un paese dove la cucina lascia a desiderare, ai fratelli mancano molto le orecchiette, il ragù, il sole e il mediterraneo. ‘Poi,’ aggiunge Gennaro, ‘mi mancano anche le belle ragazze pugliesi’ (sembra voglia lanciare un appello). Egli ritiene che un elemento fondamentale per un rapporto intrerpersonale sia la familiarità culturale, ‘Il mondo inglese è interessante, stimolante ma rimane fin troppo freddo e… come si dice in Italia, moglie e buoi dei paesi tuoi!” Carlo, invece, si sente un po’ british quando torna in Puglia (anche perché guida col volante a destra!). Il fatto che non si usi molto fare la fila nei negozi lo mette a disagio, così pure i tag che sfigurano i momumenti – cari a chi può goderseli solo una volta l’anno. Forse in Italia esiste fin troppo familismo ma poco orgoglio civico. A prescindere da tutto ciò, Giorgio avrebbe voluto rimanere in Italia ma quando le opportunità lavorative nel proprio milieu sono molto limitate, chi ha ambizione deve spostarsi altrove. Tutti i fratelli ritengono che Londra offra davvero tanto – in questa città la raccomandazione o la conoscenza non sono importanti. ‘Nel mondo inglese,’ aggiunge Giorgio ‘se uno vale, viene apprezzato per le proprie capacita’. Un’altra cosa bella è che a Londra ognuno è libero di fare esattamente come crede, di vestirsi come vuole, senza, quindi, preoccuparsi dell’opinione altrui. Lo spettatore inglese sembra non vedere, o meglio non guardare – un distacco o una freddezza che sono semplice rispetto per l’individualità. Questa ‘indifferenza’, dice Carlo, ‘è uno degli aspetti più belli di questa società’, anche se a volte è un’arma a doppio taglio poiché spesso si traduce in indifferenza negativa (ossia nella mancanza di quel calore cui i pugliesi sono, invece, avvezzi). Bisogna però dire che questo avviene solo in città. ‘Fuori Londra,’ fa presto a specificare Francesco, ‘la gente è provinciale come in ogni altro paese. Forse anche peggio. Nei pub vietano l’accesso a bambini ma non ai cani.’ Francesco a due bambini piccoli.
C’è da dire che per quanto Londra possa apparire come un luna-park di attrazioni seducenti, vi sono anche altrettante delusioni. Il credit crunch britannico ha colpito migliaia di persone. Anche Giorgio ne ha sofferto abbastanza. Da quando si è sciolto il suo gruppo musicale è dovuto passare da libero professionista, fase in cui riceveva i clienti nel proprio studio, a mansioni di lavoro dipendente.
La situazione economica attuale ha dato luogo ad una reshuffle delle risorse umane, in tutti i settori dell’agire umano, e molti ruoli d’impiego sono stati eliminati. Molta gente si è ritrovata disoccupata da un giorno all’altro.
Tuttavia, caratterizzati da un ottimismo imperante, i fratelli sono convinti che se qualcuno ha qualcosa da offrire, prima o poi riuscirà ad emergere. Occorrono solo pazienza ed ostinazione.
Infine, ai fratelli Draisci è stato chiesto ‘cosa consiglierebbero ai giovani che ambiscono ad un futuro internazionale.
Essi ritengono che per far parte di un contesto professionale bisogna mostrare serietà, essere determinati, credere in se stessi e nella carriera intrapresa – se si considera che un terzo della nostra vita lo si passa lavorando, è importante identificare una carriera affine alle proprie aspettative e ai propri desideri. ‘Purtroppo molti, dice Francesco, ‘sopratutto giovani artisti, sembrano aspettare di essere scoperti. Se sei un cantante dovrai cantare affinché la tua voce possa essere ascoltata!‘ Il successo appartiene a tutti e tutti possono inseguire e conseguire le proprie aspirazioni . E’ consigliabile mettere insieme il meglio delle proprie capacità e capire in quale campo tali capacità possono essere meglio messe a frutto – poi occorre un bel po’ di ambizione… ed infine una quantità inesauribile di energia per sostenere i propri sogni. E… last but not least, ci vuole soprattutto la faccia tosta pugliese (citiamo Gennaro) perché chi non risica non rosica.
Indubbiamente i fratelli Draisci sono molto ambiziosi, e anche un po’ scaramantici. Hanno molti progetti per il futuro, ma quando gli chiediamo di parlarci di questi progetti, Gennaro è pronto a rispondere ‘top secret’. E’ il caso di dire che ha proprio imparato l’inglese.