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"SHANTYIn Zimbabwe sarà presto costruito il primo villaggio di carta. Il prototipo della casa in cellulosa è stato costruito nel dicembre scorso a Kiel, Germania, in seguito ad un concorso organizzato dalla Bauhaus University di Weimar proprio con il fine di dare una forma architettonica alla rivoluzionaria idea. Chi ha concepito questo alloggio prefabbricato è Gerd Niemöeller, cofondatore della compagnia svizzera Wall AG che si occupa di outdoor advertising in tutto il mondo. Niemöeller afferma che sin dall’inizio lo scopo che ha spinto la sperimentazione fino a questo punto è stato quello di creare abitazioni pratiche, sostenibili, a basso impatto ambientale e, la questione più importante, quello di fornire villaggi economici agli Slums della Terra; infatti l’eco-umanitario progetto prende il nome di Universal World House.Il risultato è una casa di carta di 36 mq dal peso di 800 Kg, meno di una VW come afferma Niemöeller, e senza il blocco delle fondazioni la struttura diventa perfino più leggera della metà senza che voli via.

"SHANTYL’alloggio è fornito di ogni comfort, camera da letto, singola o doppia, cucina, doccia, lavatoio e perfino di una veranda.La robustezza e l’antisismicità è data alla struttura dall’uso della stessa tecnologia usata per rivestire aerei e yachts, ma adattata in termini di economia: la cellulosa viene imbevuta nelle resine ed in seguito ricoperta da cartone e fogli di giornale; dopo essere sottoposto a calore e pressione il materiale diventa davvero robusto. I pannelli vengono montati secondo un pattern a nido d’ape proprio come per gli yachts, ma la differenza sta nell’uso della cellulosa anzichè dell’alluminio.La casa è confortevole, luminosa, arieggiata e ben isolata ed è superfluo elencare i vantaggi in termini di sostenibilità ambientale, economia di produzione, velocità di realizzazione, benessere ambientale e costi finali contenuti, infatti ogni unità non supererà il costo di 5000 $.Gli ingegneri della Wall AG dicono che il numero dei migranti, sfollati e rifugiati è purtroppo destinato a crescere nei prossimi anni a causa dei cambiamenti climatici e le Universal World House possono essere una buona alternativa ai costosi alloggi permanenti. Le unità sarebbero prodotte a Kiel, spedite nei paesi richiedenti (questo è facilmente attuabile data la leggerezza dei pannelli) e assemblati in loco da gente del luogo. In questo modo si creerebbe anche impiego di manodopera locale.Il primo quartiere sarà costruito in Zimbabwe, ma c’è già un nuovo acquirente: La Nigeria ha richiesto 2400 unità. L’azienda e gli ideatori si augurano solo che le richieste arrivino anche dall’Europa.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.