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Nubi sull’insediamento di Barack Obama: tra nomine contestate, dimissioni di un ministro designato, lo scandalo della sua poltrona al Senato in vendita, le polemiche sul predicatore anti-gay che benedirà il giuramento, l’ingresso del presidente eletto a Washington è un viaggio sulle montagne russe.
La luna di miele con l’America del successore di George W. Bush si preannuncia più travagliata del previsto. L’ultimo scossone è arrivato con la scelta dell’italo-americano ed ex capo di gabinetto di Bill Clinton, Leon Panetta (di origine calabrese), come nuovo capo della Cia: la comunità degli 007 è rimasta di sasso per la sua scarsa esperienza. «Non è un professionista dell’intelligence. Potrei bocciarlo», ha detto Dianne Feinstein, californiana come il neo-designato e presidente della potente Commissione del Senato sotto le cui forche caudine Panetta deve passare per ottenere la ratifica.
La Feinstein, va detto, era rimasta male per non esser stata preventivamente consultata: ha appreso della scelta dal tam-tam dei mass media.
Non è la prima nomina di Obama che ha provocato un mezzo terremoto: ancor più tumultuoso è stato l’incarico di ministro del Commercio assegnato al governatore del New Mexico Bill Richardson. L’ex rivale nelle primarie democratiche si è dovuto dimettere quando si è scoperta l’esistenza di un’inchiesta giudiziaria su una società californiana che aveva profumatamente contribuito alla sua campagna elettorale.
Ieri le autorità del Senato hanno rifiutato di riconoscere l’ex procuratore generale dell’Illinois, Burris, alla successione nel seggio di Obama, perché designato dal governatore dell’Illinois finito in manette.
Gli avvocati di Burris hanno detto che valuteranno «tutte le opzioni legali disponibili» per far riconoscere il loro cliente.