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Rings of Fire “Cerchi di fuoco”. E’ il titolo del libro presentato  ieri nella sala conferenze della Lord Byron College a Bari, via Principe Amedeo n. 61.
Il libro, scritto dai fondatori della prestigiosa scuola di lingua Inglese, i mitici e lungimiranti  proff. Andrew Paolillo Direttore e Duane John Credico,  Accademic Manager della Lord Byron College, è una vera e propria ricostruzione di cinquanta anni della storia della città di  Bari  che si intreccia con le vicende personali dei due autori.

L’evento è stato  moderato dai giornalisti Lino Patruno e Dionisio Ciccarese, alla presenza delle autorità cittadine, l’assessore alla Cultura Ines Pierucci e il Consigliere regionale Francesco Giannuzzi.
A ricordare il valore straordinario di questa realtà che tanto ha contribuito al cambiamento della nostra città, il consigliere Giannuzzi il quale ha elogiato la perseveranza della Lord Byron che, nonostante i cambiamenti sociali e la crescita della concorrenza di altre scuole d’inglese, non ha mai mollato ma ha raddoppiato quando ha acquistato la sede di via Principe Amedeo, un vecchio edificio abbandonato pieno di motorini parcheggiati alla rinfusa, colombi e topi, portandolo allo splendore attuale.

D’altra parte lo stesso titolo sta ad indicare la tenacia degli scrittori.

-Rings of fire sta per ostacoli, ci sono sempre ostacoli nella vita o li superi o rimani lì- ha detto il Prof. Credico all’inizio della presentazione.

L’Assessore Ines Perrucci, ha ringraziato i proff. Paolillo e Credico per essere stati ambasciatori della loro cultura e della loro terra nella  città di Bari facendoli attecchire nella nostra storia.

Il relatore Lino Patruno ha ricordato, prima di entrare nel vivo della presentazione, quelli che furono gli eventi salienti di quel mitico 1973: dal colera in Italia alla fine della guerra in Vietnam, dal primo sbarco di immigrati congolesi a Bari alla prima telefonata dal cellulare. Questo era il quadro che si trovarono di fronte Andrew e John quando sbarcarono in Italia.

-Arrivammo sul grande Transatlantico Alberta, nel porto di Napoli e fummo sbattuti in un casermone per via del colera, l’impressione che ebbi non fu del tutto felice. Immaginavo l’Europa come un grande salone affrescato in cui si discuteva di arte e politica e invece. Tuttavia arrivando a Bari rimasi colpito da tanti aspetti, in primo luogo il vostro rapporto viscerale con il mare  che giustifica l’espressione “andiamo al mare” anziché “go to the beach” come diciamo noi inglesi, andiamo alla spiaggia.

Curioso il racconto fatto da John, sempre lui in prima linea quando si tratta di parlare in pubblico, che ha raccontato come nacque quella “good idea” di venire a Bari e fondare una scuola per insegnare agli italiani a parlare inglese, quando ancora il termine globalizzazione non esisteva.

-Sono nato in Canada, in una piccola cittadina vicino alle montagne rocciose,  un paese di Cow boy, ma ho sempre sognato l’Europa e quando  ho conosciuto il mio collega Andrew che mi propose il suo progetto di insegnare l’inglese agli italiani per aiutarli a scoprire il mondo, rifiutai, ero appena laureato e avrei dovuto intraprendere la carriera accademica. Un giorno sarà stato  per il freddo 45 gradi sotto zero, e per la macchina inabissata nella neve, dissi “ well, let’s go”.

Galeotta fu la neve dunque, se oggi quattro generazioni di baresi hanno avuto la possibilità di imparare bene la lingua internazionale e mondiale.

Non solo, i due professori hanno avuto il merito di cambiare stili di vita dei cittadini baresi.

Fino ad allora le ragazze non uscivano da sole, ma  grazie al pub fondato nella sede della scuola, ci furono i primi sintomi di emancipazione.

E’ vero anche che gli anni ‘70 sono stati anni di piombo e varie furono le vicende politiche in cui la scuola fu coinvolta, pur essendo assolutamente neutrale. La sede della Lord Byron si trova in quella che allora era una posizione strategica, il crocevia  tra via Crisanzio, di sinistra e via Sparano, di destra. Pertanto spesso si sono trovati coinvolti in risse politiche, come quella volta che rimasero incatenati per una notte.

Ma questi sono alcuni dei tanti Rings of Fire che hanno affrontato e superato, e tanti ne avranno ancora.

E quando nel corso della conferenza è stato fatto riferimento alla Fondazione Lord Byron, a quel servizio così  nobile che i due professori hanno reso ai cittadini baresi, è intervenuto il  Andrew Paolillo, l’ideatore di questa lodevole istituzione.

– La Fondazione è una realtà – ha detto commosso  e l’ispirazione ce l’ha data il presidente Kennedy – e  citandone una massima “non pensate a  quello che la nazione può fare per voi, ma quello che voi potete fare per la nazione”   ha lasciato intendere  lo  spirito sociale che ha li ha motivati.

Alla domanda quali progetti avete per il futuro?

– Ci aspettano ancora altri ostacoli – ha concluso il prof. John – nuovi anni di sfide, di crescita e di lavoro. Vogliamo continuare a soddisfare le esigenze dei nostri studenti in modo creativo ed efficace e dare il nostro contributo alla crescita culturale della nostra città d’adozione che è Bari.

La presentazione è proseguita così, ricordando le varie iniziative della Lord Byron, come quella di aver prodotto un film a Bari per l’America , la visita di Carlo e Diana a Bari e tanti episodi ancora, tutti narrati nel libro, straordinariamente ricco di immagini e documenti fotografici, aneddoti e riferimenti storici.

Un evento commovente oltre che gioioso quello organizzato dalla Lord e noi di Lsd c’eravamo e abbiamo chiesto a John: -Nel libro parlate di una cultura pacifista e inclusiva  che significa?-

-La Lord Byron College ha il merito di essere “all inclusive” nel riavvicinare gli adolescenti agli adulti, i giovani ai più maturi. Il nostro ruolo primario è quello di creare nuovi modelli di relazione di incoraggiare le persone, provenienti da diverse nazioni ed estrazioni sociali, a comunicare tra di loro in inglese.

Nelle nostre classi coesistono strati sociali diversi, dai figli della colf ai figli della titolare della colf.

E se non è lungimiranza questa!

Thank’s Lord Byron

Marcella Squeo

La dottoressa Marcella Stella Squeo è laureata in Giurisprudenza è una giornalista pubblicista e si occupa di cultura, spettacolo, musica e di beneficienza e volontariato facendo parte di diverse associazioni di settore.