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Una platea gremita, presso la Libreria Feltrinelli di Bari, venerdì 23 Febbraio, ad assistere alla presentazione del primo libro scritto da Nando Nunziante, giornalista Rai e volto noto di TGR Puglia.

Ad accogliere il neoscrittore un jet set di giornalisti a partire da Lino Patruno che ha partecipato alla postfazione del libro fino a Lazzaro Pappagallo, giornalista RAI, per due volte segretario di Stampa Romana, che ha moderato il dibattito.

Una platea di amici, amici di scuola, di comitiva, e qualcuno, fra un saluto e una dedica, ricordando i vecchi tempi gli ha dedicato la famosa canzone “Anvedi come balla Nando”, tormentone in discoteca degli anni ’80.

E in questo clima fra il ricordo e il goliardico, ci siamo inseriti noi di Lsd Magazine per una chiacchierata illustrativa sul libro “Aiutami a guardare”.

E’ il suo primo libro, cosa lo ha ispirato?

Il libro nasce in maniera quasi favolistica: a metà ottobre dello scorso anno mentre mettevo in ordine dei vecchi appunti ho ritrovato una pagina, risalente a 33 anni fa, datata 9 Agosto 1991, scritta con inchiostro verde (io uso solo penna verde). L’ho interpretato come un segno del destino, visto che ho sempre avuto la passione per la scrittura e in un mese ho scritto il libro. Quella pagina di appunti è diventata la prima pagina di “Aiutami a guardare” e descrive l’isola di Barra, in Scozia. Più precisamente, quella pagina illustra una peculiarità di quell’isola dove vi è solo una pista di atterraggio per velivoli leggeri, e trovandosi l’isola sull’Oceano, quando il mare è su di giri, non si può né atterrare, né decollare. Un luogo, dunque, dove non è l’uomo a dettare legge ma la natura, dove l’uomo non è padrone e questa curiosità mi ha sempre affascinato, ora come allora.

I personaggi, un ragazzo e una ragazza che si incontrano sull’isola casualmente, sono autobiografici?

Nel protagonista c’è molto di me, le mie canzoni preferite, i libri che fanno parte della mia vita, quindi è autobiografico per metà.

E il personaggio femminile?

E’ un personaggio di pura fantasia. Ho avuto la fortuna di conoscere molte donne che mi hanno aiutato a crescere e mi sono ispirato a loro per creare il personaggio della protagonista. L’animo femminile è molto sfaccettato e ritengo che il rapporto uomo –donna completi l’essere umano.

Ci vuole anticipare la trama?

La storia è ambientata alla fine degli anni ‘80, gli anni immediatamente precedenti all’l’ingresso travolgente del telefonino nella nostra vita sociale. Sull’ isola di Barra, in Scozia, si incontrano i due protagonisti, lui 22 anni, amante dei luoghi più sconosciuti, lei giunta lì per curiosità, per il fatto che quell’isola si chiamasse proprio come il quartiere popolare di Napoli in cui lei viveva. I due giovani trascorrono insieme soltanto tre ore e, giunto il momento dei saluti, si ripromettono di rimanere in contatto attraverso le lettere. Ecco perché la scrittura è fondamentale nel libro, così come lo è la condivisione della cultura: i due giovani, infatti, si ripropongono non solo di scriversi, altresì di indicare, alla fine di ogni lettera, un film, un libro, una canzone, un quadro, una parola dimenticata.

La parte più difficile nella stesura del libro?

Nessuna la scrittura è stata la mia dimensione sin da bambino e quindi scrivere la storia è stato per me naturale.

In “Aiutami a guardare”, lei fa riferimento a titoli di molti libri che sicuramente ha letto. Qual’ è il libro della sua vita?

Il mio libro preferito è “Le notti bianche” di Fedor Dostoevskij che indirettamente ha un ruolo in questo libro, perché tutto quello che leggiamo entra far parte di noi e influenza il nostro sentire.

Ad introdurre la presentazione di “Aiutami a guardare”, Carla Palone, di “Gelso Rosso”, la casa editrice prettamente pugliese che rappresenta tutte le pubblicazioni di autori pugliesi (da Gabriella Genisi a Marcello Introna a Oscar Iarussi ). Carla Palone ha voluto presentare personalmente la prima pubblicazione di Nando Nunziante.

Per rivivere le atmosfere musicali del libro durante la serata si sono esibite la violinista Cetta Annese e il chitarrista Alex Grasso.

Il primo brano che i musicisti hanno eseguito è stato un pezzo di Jimi Hendrix, musicista preferito dello scrittore che ha commentato: “un musicista che non conosceva spartiti perché il blues lo aveva nel sangue”.

E su queste note ha svelato una curiosità del libro: inquadrando un QR code posto sulle pagine, si potranno ascoltare le musiche abbinate alla storia.

Lazzaro Pappagallo nel moderare il dibattito ha messo in evidenza il carattere di leggerezza che permea “Aiutami a guardare”, una storia fra due giovani nell’età della spensieratezza, l’età che precede di poco quella della maturità e delle responsabilità.

Il libro, per molti aspetti è tipicamente barese, in quanto fa molti riferimenti alla città di Bari, teatri, cinema e luoghi di intrattenimento, senza però fare mai allusione a fatti politici.

Bari è la città in cui sono cresciuto” – dice Nunziante – “e sento molto questo senso di appartenenza. E’ una città con un grosso potenziale che è esploso tantissimo in questi ultimi anni”.

Spesso l’autore si lascia andare a qualche racconto divertente, per esempio, quando nel descrivere la sua passione giovanile per John MacEnroe, il tennista noto per giocare col braccio sinistro, decide di diventare mancino come lui.

Fra la lettura di una pagina e l’altra mentre in sottofondo i musicisti suonano “Oblivion”, musica di Astor Piazzolla, lo scrittore spiega – “Oblivion vuol dire oblio, dimenticanza, perdita della memoria, la quale invece rimane viva con il ricordo e il racconto”.

Aiutami a guardare” ha anche un significato pedagogico, la parola aiutami indica proprio la consapevolezza che non ce la si può fare da soli, noi siamo gli uni della stessa sostanza sociale. La condivisione è importante per affrontare le cose della vita e allo stesso tempo dovremmo guardare la nostra esistenza con gli occhiali della conoscenza, per evitare di sprofondare in quella superficialità sempre più pregnante nella nostra società.

Un libro multimediale, intriso di arte che scorre fra una canzone, un film, un libro. E l’arte descritta non vuole essere uno sfoggio di erudizione in quanto è soltanto strumentale alla storia.

I protagonisti raggiungono un equilibrio nel rispetto e nella magia che si sono creati.

E’ una storia che va aldilà dell’amore, perché tra di loro non c’è alcuna attrazione ma soltanto stima e curiosità e non si perderanno mai in virtù di quello spazio in cui coltivano il piacere della conoscenza.

Quanto al finale, ognuno può vederci quello che vuole e qualcuno già chiede se ci sarà una seconda parte.

Alla fine dell’evento, Nando Nunziante, ringraziando si è soffermato sulla parola GRAZIE, la parola che ama di più, la parola che dice sempre a chi ci ha insegnato a conoscere e ad amare la vita.

E mentre ancora scorrono le note di musiche di Ennio Morricone, un amico legge una lettera che Nando scrisse ai suoi collaboratori, durante il Covid, mentre era affetto dal virus. Una lettera che esorta ad amare ogni istante della vita, nonostante tutto.

Foto di Marcella Squeo (riproduzione riservata)

Marcella Squeo

La dottoressa Marcella Stella Squeo è laureata in Giurisprudenza è una giornalista pubblicista e si occupa di cultura, spettacolo, musica e di beneficienza e volontariato facendo parte di diverse associazioni di settore.