Tempo di lettura: 11 minuti

Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento con PhEST – Festival internazionale di fotografia e arte che dal 1° settembre al 1° novembre animerà le vie e i palazzi di Monopoli in Puglia. L’ottava edizione è dedicata al tema ESSERE UMANI. Un percorso caleidoscopico tra la complessità delle visioni e la loro interpretazione. Sono numerosi gli artisti che hanno accettato la sfida e che sono presenti a Monopoli in persona o con i loro lavori tra i luoghi della città.

Il programma del festival è stato presentato in mattinata in conferenza stampa nella sala Di Jeso della Presidenza della Regione Puglia. Presenti Grazia Di Bari, consigliera delegata alla Cultura, Regione Puglia; Angelo Annese, Sindaco di Monopoli; Aldo Patruno, Direttore Generale Dipartimento Turismo, Economia della Cultura, Valorizzazione del Territorio della Regione Puglia; Rosanna Perricci, assessore alla Cultura del Comune di Monopoli Giovanni Troilo, direttore artistico di PhEST; –Arianna Rinaldo, curatrice fotografica di PhEST; Cinzia Negherbon, project manager di PhEST; Danilo Caivano, delegato alla Progettazione Europea dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro main partner di PhEST; Ugo Patroni Griffi, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, partner di PhEST.

La consigliera delegata alla Cultura della Regione Di Bari ha dichiarato: «La fotografia è l’ottava arte. Sin dalla sua nascita ha dovuto ritagliarsi uno spazio all’interno del sistema artistico. Nata come una nuova tecnologia, ha dato la possibilità, a chiunque se lo potesse permettere, di riprodurre oggetti, paesaggi o persone. Nel giro di pochi decenni è entrata nelle case e nelle vite delle persone comuni per fissare eternamente istanti e ricordi.  Nei secoli, con l’evoluzione del mezzo e grazie a illustri fotografi professionisti ha acquisito lo speciale statuto di mezzo di produzione artistica. Grazie a festival come PhEST, giunto alla sua ottava edizione, la fotografia diventa oggi lo strumento più immediato per suscitare suggestioni, riflessioni, consapevolezza su ciò che ci circonda».

Per il sindaco Annese «come ogni anno Monopoli saluta l’estate con PhEST, l’ultimo grande evento della stagione che prosegue anche in autunno. Il festival di fotografia, dopo otto edizioni, è entrato di diritto nel calendario degli eventi del Comune di Monopoli per la sua capacità di sorprendere e innovarsi annualmente e di attirare visitatori da ogni parte d’Italia. Una mostra a cielo aperto tra i vicoli del nostro borgo antico che consente al visitatore di scoprire le bellezze dei luoghi con i suoi palazzi storici e le sue antiche chiese. Il mio ringraziamento va al direttore artistico Giovanni Troilo e a tutto il team di PhEST che sono convinto riusciranno anche quest’anno a fare breccia nel cuore di tutti gli appassionati e non».

Il Direttore Generale Dipartimento Turismo, Economia della Cultura, Valorizzazione del Territorio Patruno sottolinea: «PHEST giunge all’VIII edizione e continua a crescere: in artisti, paesi di provenienza, luoghi, idee, qualità. Ma soprattutto riesce sempre a cogliere lo spirito dei tempi, del qui ed ora, con uno sguardo intelligente e sensibile al futuro. In particolare, in questo complesso 2023, PHEST – con il tema “ESSERE UMANI” – va a collocarsi al cuore della strategia di politica culturale e turistica di Regione Puglia per i prossimi anni. Una strategia tutta incentrata sul concetto di “welfare culturale”, cioè sulla convinzione che la Cultura e l’Arte migliorano concretamente la qualità della vita delle persone, innanzitutto di chi ha la fortuna di risiedere in Puglia e, conseguentemente, dei tanti, tantissimi “cittadini temporanei” che scelgono di condividere il nostro stile di vita e vivere lentamente e profondamente l’esperienza della Puglia. Ciò che possiamo a buon diritto chiamare “welfare turistico” che, con quello culturale, è condizione e strumento essenziale per diversificare, qualificare e continuare ad internazionalizzare la destinazione Puglia».

Così il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano: «La nostra programmazione culturale regionale vede da otto anni in PhEST una delle sue esperienze più significative, con una scelta che va, da sempre, anche nella direzione della destagionalizzazione turistica a cui come amministrazione stiamo lavorando intensamente. Attraverso la sensibilità degli scatti portati a Monopoli si riesce di anno in anno ad indagare alcuni dei grandi temi del nostro tempo. Per questa nuova edizione il tema scelto è “Esseri Umani”. Una scelta non casuale e che vuole riconnetterci al nostro essere e alle nostre dinamiche di vita senza barriere, per riscoprire l’essenza stessa dell’uomo e del suo essere. Un tema che arriva con una forza dirompente in un momento storico complesso come quello che stiamo attraversando. Un ringraziamento va quindi agli organizzatori, a tutto il team di PhEST e al suo direttore artistico, Giovanni Troilo per quello che realizzeranno da settembre a Monopoli, portando con il loro lavoro la nostra Puglia nel mondo».

«L’Assessorato alla Cultura ha voluto investire su PhEST anche nel 2023 – evidenzia l’assessore Perricci. – Fotografia ma anche arte, musica, cinema con grandi collaborazioni dai contenuti inediti con partner internazionali, workshop, videoproiezioni, visite guidate con gli autori e appuntamenti speciali con gli studenti. Tutto questo è PhEST che grazie alla mostra diffusa sul territorio consente di valorizzare, riscoprendoli, tesori dimenticati o da tempo chiusi al pubblico».

 «Essere umani, cosa vuol dire? – si chiede il direttore artistico di PhEST Giovanni Troilo – Negli ultimi anni un vasto campo che credevamo centrale ed esclusivo dell’uomo è andato riducendosi. Dopo “Her”, il film di Spike Jonze, il mondo è sembrato improvvisamente differente e da allora, questo vale per me, ho cominciato a vedere tutto quello che ci riguardava sotto una luce completamente differente. Oggi quella profezia, quella di intelligenze artificiali sempre più performanti, umanoidi ed empatiche, si avvera ad una velocità impressionante. L’esclusività, il primato dell’uomo si riduce. L’opera d’ingegno, il genio creativo non è detto che appartenga più solo a noi, una rivoluzione è alle porte. Prendendola dal capo opposto, Stefano Mancuso ci rivela: “Le piante sono più intelligenti dell’uomo”. L’obiettivo che tutte le specie hanno in comune è la sopravvivenza e se una specie su questo pianeta sopravvive in media per 5.000.000 di anni, noi possiamo definirci una specie molto giovane. Se fossimo come le altre specie avremmo un orizzonte di 4.700.000 anni. Se saremo in grado di estinguerci prima, avremo dimostrato di essere una delle specie più stupide del pianeta. Viene da chiedersi allora, cos’è che ci rende davvero così speciali? Questo nocciolo che si riduce ci porta a scoprire davvero la nostra essenza?».

Secondo Arianna Rinaldo, curatrice fotografica di PhEST «quest’anno, la ricerca e lo svolgimento del tema Being Human, parte da una riflessione molto semplice e, appunto, umana, sulle stagioni della vita. Questo è l’asse portante su cui si ergono una parte delle trenta mostre in visione. A partire da questa universalità, esploriamo le unicità e quindi vizi, paure, gioie e dolori, la famiglia, la solitudine, la povertà, la sensualità, la criminalità, ma anche, in forma di reportage più narrativi, le proteste, la guerra, il cambiamento climatico, le disuguaglianze. Raccontiamo il passato, il presente e anche il futuro, con riflessioni visive autoriali sul fenomeno dell’intelligenza artificiale che sta invadendo le nostre vite. Invitiamo il nostro pubblico a riflettere insieme a noi. Non diamo risposte, ma ampliamo la gamma delle domande, o almeno questo è il nostro augurio».

Cinzia Negherbon, project manager di PhEST, precisa: «PhEST compie 8 anni. Ogni anno alziamo l’asticella. Cresce la squadra, crescono le collaborazioni, crescono le mostre e la qualità degli allestimenti, crescono le location, sempre più numerose. E cresce anche la fatica. In questo momento una statua di bronzo lunga 3 metri sta viaggiando da Anversa verso Monopoli, delle strutture galleggianti sono in costruzione per essere posizionate in mare, grandi macchine stampano immagini sui supporti più disparati, antichi palazzi stanno per aprire i battenti e il centro storico tutto si tinge di giallo. Epiche le imprese, sempre più epiche le sfide, ma PhEST col tempo è diventata una famiglia. E con l’energia e l’ambizione di tutti, le cose diventano possibili. PhEST sembra fatto di materia per chi viene a trovarci: mostre, strutture, installazioni. Ma in realtà è per lo più immateriale. È fatto di lavoro, gruppo, passione, abnegazione, amore. 8 anni di PhEST. Sudore sì, ma vince la gioia».

 Roberto Lacarbonara, curatore per l’arte contemporanea, dichiara: «I due interventi di arte contemporanea di questa edizione esprimono una straordinaria forza simbolica e definiscono due condizioni dell’umano: con Giuseppe Gallo osserviamo l’alba di una civiltà, quella del Mediterraneo e dell’Europa, che sempre si rinnova attraverso i transiti nella storia e nella geografia del Vecchio Continente. Con l’opera di Jan Fabre, l’uomo, l’individuo, il soggetto è colui che misura e celebra uno spazio assoluto, un cielo altissimo dove sono le utopie, le nuvole, l’immaginazione».

 Danilo Caivano, delegato alla Progettazione Europea dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro main partner di PhEST, ha salutato così l’avvio del PhEST: «Siamo felici di sostenere per il secondo anno di seguito un’iniziativa che, per questa edizione, sceglie un tema come l’«Essere Umano» estremamente attuale in un periodo storico come quello che stiamo vivendo. In un futuro neanche troppo lontano ci si dovrà confrontare sul  significato e le implicazioni che le parole essere umano possono assumere anche in relazione al ruolo che l’intelligenza artificiale giocherà nella sviluppo della società contemporanea».

 Per il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, partner di PhEST Ugo Patroni Griffi «il porto è una porta. Di ingresso e in uscita per i passeggeri, gli equipaggi, i diportisti. Ma è anche la porta di ingresso in una città. In questo caso la città di Monopoli, il nostro porto gioiello. Che si offre allo sguardo dei visitatori. Che incanta. L’incanto è sublimato dall’arte che, come ogni anno, con la collaborazione della nostra Autorità tra gli altri, Phest porta … in porto. Una delizia per gli occhi e un’occasione di riflessione sui misteri dell’essere umano».

Cresce il numero delle location indoor e outdoor pronte ad ospitare le mostre e gli allestimenti coordinati da Cinzia Negherbon, direttrice organizzativa dell’evento. Palazzo Palmieri si conferma cuore pulsante del Festival anche in questa edizione 2023, cui si uniscono, come ormai tradizione, il Castello Carlo V, la Casa Santa e la Chiesa di SS Pietro e Paolo. Torna anche Palazzo Martinelli, dove oltre all’androne già  usato in precedenti edizioni del Festival saranno allestite per la prima volta anche le stanze del primo piano, e si aggiungono le Stalle di Casa Santa e la Chiesetta di San Giovanni (Largo San Giovanni 16). Oltre a Chiese, palazzi e dimore storiche il festival, come consuetudine, si estende tra le vie della città di Monopoli dal Porto Vecchio alla Piazzetta Santa Maria, attraverso Via Comes, Via Magno, Via Garibaldi fino al Belvedere Di Porta Vecchia.

Monopoli ospiterà alcuni tra i più quotati fotografi internazionali provenienti da Olanda, Inghilterra, USA, Australia, Israele, Germania, Belgio, Brasile e altri. Insieme alla direzione artistica, Arianna Rinaldo, curatrice fotografica di PhEST e Roberto Lacarbonara, curatore per l’arte contemporanea, hanno sapientemente coinvolto oltre 30 artisti italiani e internazionali protagonisti di ben 32 mostre: Jan Fabre, considerato, da oltre quarant’anni, una delle figure più innovative nel panorama artistico internazionale, porta a PhEST “L’uomo che misura le nuvole” con la co-curatela di Melania Rossi; il britannico Phillip Toledano propone il suo sguardo audace con “Another America”; Lisa Sorgini con “Mother”, racconta madri e figli della sua terra, l’Australia; Koos Breukel è presente con “Me We”, antologica dei sui 30 anni di carriera da rinomato ritrattista; Jean-Marc Caimi & Valentina Piccinni con “‘Nzìm” raccontano la loro residenza d’artista tra le vie e le contrade di Monopoli e con “RhOME” indagano le metamorfosi della capitale; Elinor Carucci con “Midlife” percorre, con grande emotività, la vita di una donna; Zed Nelson porta “The Family” progetto trentennale con il quale il noto documentarista ha ritratto lo scorrere del tempo di una famiglia inglese; Cristina De Middel con “Gentlemen’s Club” affronta un viaggio attraverso il mondo della prostituzione; Giuseppe Gallo con “Di mare in mare”, dà forma scultorea alla collettività in perpetua migrazione; Robin Schwartz presenta “Amelia & The Animals”, indagine sulla relazione tra mondo animale ed essere umani intrapresa insieme alla figlia Amelia; Marieke van der Velden & Philip Brink con “Children of the Labyrinth” raccolgono la testimonianza di alcuni genitori, costretti a fuggire dal loro Paese, che scrivono una lettera ai propri figli; Ingmar Björn Nolting con “Eviction” documentata il passaggio di un paesino della Germania da luogo di utopie a fortezza di un’azienda energetica (in collaborazione con PHMuseum);  Siân Davey con “Alice e Martha” unisce due progetti: uno sulla figlia affetta da sindrome di Down e l’altro sulla figlia maggiore alle soglie dell’età adulta; Hanne van der Woude con “Emmy’s World” entra nell’intimità di un’anziana e stravagante coppia d’artisti; Giulia Gatti con “Corazonada” ci porta tra le poderose donne di Tehuantepec in Messico; Brea Souders con “Another Online Pervert” ci restituisce la sua conversazione con una chatbot online femminile; la brasiliana Luisa Dörr con “Imilla” descrive le giovani skater boliviane tra polleras ed emancipazione; Anouk Kruithof celebra le differenze e le unicità dell’umanità al ritmo danzante di “Universal Tongue”; Noemi Comi con “Lupus Hominarius” ci conduce in un viaggio antropologico sulla figura del lupo mannaro (in collaborazione con MIA Photo Fair); Tanya Tkachova con “Motherland” si immerge nel microcosmo della sua casa di famiglia in Bielorussia; Glauco Canalis con “The Darker the Night, the Brighter the Stars” ci trasporta nell’universo giovanile di Napoli, tra tradizione e oscuro scenario sociale, tra senso di appartenenza e criminalità. Gideon Mendel con due mostre: la prima “Drowning World” sulla vulnerabilità dell’uomo, povero o ricco che sia, davanti alle catastrofi naturali che uniscono le persone con un senso di solidarietà visibile; la seconda “Burning World” come risposta dell’artista all’aumento senza precedenti degli incendi boschivi in tutto il mondo; e poi Clay Lipsky con “Atomic Overlook” che ricontestualizza l’eredità dei test sulla bomba sottolineando la cultura voyeuristica in cui la catastrofe è vista come intrattenimento per masse sempre più desensibilizzate.

Si rinnova inoltre la collaborazione con Leica Akademie Italy quest’anno partner di due mostre, quella dedicata a Tomas Van Houtryve che con “Lines and Lineage” arriva sulla frontiera tra Messico e Stati Uniti con lastre di vetro e una macchina del diciannovesimo secolo e quella dedicata a Alessandro Cinque che con “Alpaqueros” indaga gli effetti del cambiamento climatico in Perù e le devastanti conseguenze per la popolazione locale.

E ancora, sopra ogni aspettativa la Pop-Up Call di PhEST, il contest internazionale promosso insieme a LensCulture e in collaborazione con Leica Akademie Italy, Cantine San Marzano, Netgear e PhMuseum. Con più di 800 application e oltre 10.000 immagini provenienti da 61 Paesi in tutto il mondo, la terza edizione di PhEST Pop-Up Open Call sul tema “Being Human” è stata un grande successo, espandendo i suoi confini ancor di più, grazie alla rete dei partner che la sostengono. Tra i vincitori, tre sono quelli i cui lavori saranno esposti in mostra. Si tratta del  vincitore internazionale Milan Gies con Composition (@milangies), del vincitore pugliese Nicola Genco con il suo Humanity Promenade (@nicolagenco) che si aggiudica il premio San Marzano Wines e della Menzione speciale con mostra anche per Irene Mattarolo con Inside (@irenemattarolo). Tra i riconoscimenti anche il Premio Leica Workshop pari merito tra Alberto Ceresa con Torpore (@alberto.ceresa) e Christian Velcich con Under the Fleece (@chrisvelcich); premio Netgear router per Giulia Degasperi con These Dark Mountains (@hollow_roads); premio Netgear cornice digitale per Valeria Puzzovio con Supernovae (@valeria_puzzovio); premio Lensculture (pubblicazione su piattaforma) per Francesco Pennacchio con Unlike Flowers (@francescopennacchio.studio); premio PhMuseum (pubblicazione su piattaforma) a Mohamed Hassan con Our Hidden Room (@mohamed_hassan.photo) e infine primo premio una macchina fotografica Leica D-Lux7 camera per Makoto Oono con Contrast A (@oonomakoto).

Nel weekend d’inaugurazione il Festival sarà aperto dalle attesissime visite guidate con gli artisti presenti a Monopoli che quest’anno saranno ben dodici: Phillip Toledano; Zed Nelson; Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni; Marieke van der Velden e Philip Brink; Giulia Gatti; Hanne van der Woude; Anouk Kruithof; Nicola Genco; Tanya Tkachova; Erik Vroons per Koos Breukel; Glauco Canalis. Alle visite si aggiungono le consuete Letture Portfolio, tutte gratuite, che porteranno a Monopoli alcuni tra i più influenti esperti del settore.

Il confronto tra alte professionalità e fotografi aspiranti, emergenti e consolidati rappresenta un’attività di grande prospettiva per tutto il settore. Questi i lettori presenti:

●     Lucy Conticello, FR, Director of photography a M – Le Monde

●     Elena Boille, IT, Deputy director, Internazionale

●     Irene Alison, IT, Creative director, Der*lab

●     Michela Frontino, IT, Editor, Il Fotografo

●     Maurizio Beucci, IT, Head of the Leica Akademie Italy

●     Laura Sackett, USA, Co-founder & Creative director, Lensculture

●     Emanuela Mirabelli, IT, Photo editor, Marie Claire

●     Erik Vroons, NL, Scrittore, editor and curator freelance

●     Alexa Becker, DE, Freelance consultant and editor.

Ci saranno poi una serie di eventi, talk e incontri, proiezioni serali, tutti gratuiti, come l’anteprima assoluta di Sky Arte con il documentario FOTOGRAFE – Giulia Gatti – Corazonada, e un laboratorio di fotografia analogica per ragazzi con Guglielmo Meucci in collaborazione con Leica Akademie (sabato e domenica 10,30-12,30). Oltre a una pregiata selezione di artisti e professionisti dell’immagine, al pubblico saranno offerti diversi appuntamenti dal grande impatto acustico. Venerdì 1 settembre in piazza Palmieri ci sarà LARSSEN Gabriele Panico con un live set elettronico che, ispirato dal tema “Human” di questa edizione del Festival, costruirà un nuovo scenario sonoro mediterraneo dove il dub, il garage, l’ambient remixano voci arcaiche e canti di lotta, di fuga, d’amore. Sabato 2 settembre Monopoli e gli ospiti del festival balleranno sulle ritmiche di Clap! Clap!, producer toscano considerato da molti etno-musicologi un pioniere dell’etno-elettronica. A chiudere le tre giornate inaugurali il 3 settembre invece, sempre in largo Palmieri djset di Z.I.P.P.O, una personalità energica che con il suo mix eclettico si allontana da ogni tendenza e la cui creazione è impostata in base all’atmosfera della pista da ballo (programma completo al link https://www.phest.info/opening-weekend). un’idea di Giovanni Troilo, direttore artistico del festival, e di Arianna Rinaldo, cui è affidata la curatela fotografica. Con la direzione organizzativa di Cinzia Negherbon. PhEST è fotografia, cinema, musica, arte, contaminazioni dal Mediterraneo. Un modo per restituire voce propria alle mille identità che compongono il mare in mezzo alle terre, ridefinendo un nuovo immaginario.

Eleonora Gagliano Candela

Giornalista, traduttrice e appassionata di lingue , culture e tradizioni straniere. Moda e viaggi i suoi hobby preferiti, indirizzati sul target baby e junior da quando è diventata mamma. Solare, dinamica, problem solving e multitasking le qualità che caratterizzano la sua vita quotidiana.