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Lo scorso 13 settembre nella Chiesa dell’Addolorata di Taviano, in occasione dei festeggiamenti in onore della Madonna del Miracolo, un evento straordinario è stato offerto a tutti i cittadini: un concerto di canti prevalentemente sacri (Ave Maria di Gounod-Bach; Ave Maria di Schubert; Panis Angelicus di César Frank; Tebe poem [Te io canto, Signore!] di Àndreja Nàunov, originale in lingua macedone; Va’ pensiero dal Nabucco di Giuseppe Verdi; e altro). L’esecuzione è avvenuta ad opera degli artisti macedoni Hristo Àrsovski, tenore, e Àndreja Nàunov, pianista e direttore d’orchestra. La loro grazia e bravura hanno quasi immediatamente mandato in visibilio i presenti che, alla fine del concerto, non hanno voluto rinunciare alla richiesta di un bis. Il tenore ha proposto il brano “Nessun dorma” dall’opera Turandot di Giacomo Puccini, quindi con la sua contagiosa simpatia ha coinvolto i presenti a svolgere il ruolo del coro, cosa che in tal modo ha generato una straordinaria atmosfera di gradevole festosità.

Segue ora la mia introduzione al concerto.

“Macedonia! Non sono pochi gli italiani che alla parola Macedonia spontaneamente associano il significato di “macedonia di frutta”, “miscuglio, insalata di frutta”. Simile risultato si spiega, molto probabilmente, con il fatto che in quella regione storica dei Balcani denominata Macedonia, per secoli hanno convissuto popolazioni differenti per lingua, cultura e religione: Slavo-Macedoni, Greci, Bulgari, Serbi, Turchi, Albanesi. Ma questo fatto non era noto a molti. Cosí come oggi non è noto a molti che la  Repubblica della Macedonia del Nord (una delle sei ex repubbliche della disciolta federazione jugoslava) è candidata all’adesione all’Unione Europea. In generale, la storia dei Balcani non ha mai goduto di qualche popolarità in Italia.

Ebbene, in quel Paese io ho soggiornato per un ventennio (1973-1992), inviato dal governo italiano in qualità di promotore della lingua italiana presso l’università della capitale, Skopje. Di quel periodo ho parlato e fornito sufficiente materiale documentario e autorevoli testimonianze accademiche e diplomatiche italiane e macedoni nella mia recente pubblicazione, italo-macedone, “Partirà, la nave partirà!” (KDP Amazon, 2023), peraltro presentata lo scorso 15 giugno a Taviano. In questa circostanza, invece, intendo solo evidenziare alcuni particolari che hanno importanza per l’evento odierno che vede la presenza di due personalità, rappresentative del panorama musicale contemporaneo della Repubblica della Macedonia del Nord.

Nel 1975 ho conosciuto nell’officina meccanica paterna il giovane operaio Hristo Àrsovski, Riste per gli amici. La competenza professionale dimostrata nel servizio reso alla mia automobile e il rispettoso rapporto personale riservatomi, unitamente alla richiesta di un compenso davvero modesto, costituirono la base di un’amicizia che, ininterrottamente, vive fino ad oggi. E c’è un altro aspetto che voglio ricordare in merito alla nostra amicizia. Alla vigilia della mia partenza definitiva dalla Macedonia (1992), Riste ed io decidemmo di congedarci in una maniera inusuale, ma assai simbolica, lui macedone, io italiano: nello spiazzo antistante la sua officina meccanica piantammo quattro giovani betulle, alle quali attribuimmo i nomi dei nostri figli, Nino e Nina Àrsovski e Adelina ed Anita Fonseca. (Oggi, purtroppo, quegli alberi insieme con l’officina meccanica di Riste sono stati sacrificati con il sopraggiunto nuovo piano regolatore della città di Skopje!).

Diversi anni dopo (17 per la precisione!) ho avuto l’opportunità di tornare in Macedonia, insieme con mia moglie e mia figlia Anita. Trovammo, tra le altre belle cose, la straordinaria accoglienza dell’amico Riste presso la sua rinnovata officina meccanica con l’insegna “Mercedes Servis – Skopje” e di lato le quattro ombreggianti betulle. Lí, alla fine della giornata di lavoro, era ad attenderci la duplice sorpresa di un enorme tegame di appetitosi fagioli con salsicce al sugo di pomodoro (tipica pietanza macedone) e, dopo una ragionevole pausa, dell’esecuzione magistrale che per noi fece Riste di due notissime arie: “E lucevan le stelle”, dall’opera Tosca e “Nessun dorma” dall’opera Turandot, entrambe frutto del genio musicale di Giacomo Puccini.

Va da sé, quindi, che, per la recente presentazione del libro sopra menzionato, non potevo fare a meno di pregare il Sindaco Giuseppe Tanisi, perché invitasse il mio amico meccanico-tenore ad onorare l’evento con la sua esibizione artistica. Non solo. Quella occasione mi sembrava assai opportuna per far conoscere il talento dell’amico macedone anche in altri contesti. E cosí, nella tarda mattinata del 12 giugno scorso, nella cantoria del Convento, alla presenza del parroco Don Graziano e con l’accompagnamento dell’organista, Antonietta Ria, Riste eseguì “Panis Angelicus” e l’aria “Nessun dorma” che, non solo lasciò incantati gli astanti, ma convinse Don Graziano a proporre subito al tenore la partecipazione con un idoneo concerto ai festeggiamenti della Madonna del Miracolo, a settembre. L’invito fu accolto di buon grado e, per la circostanza, Riste chiese, con l’umiltà che gli è propria, la possibilità di venire accompagnato dal suo maestro, Àndreja Nàunov, che lo segue ovunque nelle sue esibizioni.

Oggi il duo  Àrsovski – Nàunov è qui tra noi a dimostrare che l’arte e la musica sono in  grado di diffondere generosamente semi di armonia, di amicizia, di fratellanza e di pace.

Redazione

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