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"Russia"

 Probamilmente la squadra più bella di questo europeo, di sicuro la situzione sociale più indecifrabile ed instabile tra le nazioni patecipanti: la Russia

Estensione: 17.075.200 km²(oltre un nono della superficie continentale della Terra); abitanti: 141.377.750; densità: 8,3 abitanti per km²; tasso di natività: -0,48%; le principali religioni sono il cristianesimo ortodosso (40 milioni di abitanti) e l’islamismo, tuttavia la popolazione di nazionalità russa si contrddistingue per uno svariato numero di confessioni minoritarie tra le quali il cristianesimo non ortodosso e l’ebraismo; prodotto Interno Lordo (PIL) pro capite: 5.336,50 $ USA.

Russia (nome ufficiale Rossijskaja Federačija, Federazione Russa), stato dell’Europa nordorientale e dell’Asia settentrionale, è una nazione dalle antiche e profonde radici storiche nelle quali confluiscono un gran numero di culture e tradizioni. La popolazione russa è costituita da una grande varietà di gruppi etnici, distribuita disomogeneamente in un territorio vastissimo. L’amministrazione dei territori distiniti da un’etnia maggioritaria è in teoria autonoma, la Federazione Russa è divisa infatti in 21 Repubbliche spesso coincidenti con uno specifico gruppo etnico, benché in ciascuna è forte la presenza di una comunità russa (anche dove è minoritaria) a seguito della distribuzione ad opera di Stalin della popolazione d’origine slava in tutte le repubblche dell’ Unione Sovietica.
 La costituzione del 1993 ha segnato la transizione non facile dal sistema autoritario socialista ad una democrazia che a tutt’oggi stenta nell’affermare i suoi principi egualitari e i principi inerenti al rispetto dei diritti umanitari (specie nei confronti delle minoranze stanziate nell’Asia centrale).

ISTITUZIONI POLITICHE E PRINCIPALI PARTITI- a Federazione Russa, istituita il 25 dicembre del 1991 in seguito allo scioglimento dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS), è una repubblica federale guidata da un presidente. La Costituzione, approvata nel 1993, attribuì al presidente della federazione ampi poteri e introdusse un sistema parlamentare bicamerale. Il potere esecutivo è affidato al presidente, eletto a suffragio universale per quattro anni e per non più di due mandati consecutivi, al primo ministro e al governo, tutti di nomina presidenziale. Al presidente sono conferiti ampi poteri: può sciogliere la Duma e il governo e indire nuove elezioni; egli è comandante supremo delle forze armate. Il sistema legislativo poggia sull’Assemblea federale (Federalnoe Sobranie), composta da due camere. La Duma di Stato (Gosudarstvennaya Duma) riunisce 450 membri eletti a suffragio universale per quattro anni; il Consiglio della federazione (Sovet Federatsii) è composto da 178 membri (due rappresentanti per ciascuna delle 89 unità amministrative che compongono la Federazione Russa) in carica per quattro anni. La Russia comprende 21 repubbliche, 10 circondari autonomi, 6 territori, due città federali, 49 province e una provincia autonoma. Nel 2000 è stata approvata una riforma istituzionale volta a ridimensionare il potere dei governatori regionali e ad accrescere quello centrale.

"Duma"

 In seguito al crollo dell’Unione Sovietica e al conseguente tramonto dell’egemonia del PCUS, la Russia si è avviata sulla strada del multipartitismo. Il panorama politico russo è ancora molto instabile e frammentario, e dominato da forti gruppi di potere e da influenti esponenti del vecchio e del nuovo regime. Attualmente i maggiori schieramenti politici del paese sono: Russia Unita (Edinaja Rossija), che sostiene il presidente Vladimir Putin>; il Partito comunista (Kommunisticheskaya partiya Rossiiskoi Federatsii, KPRF), erede del PCUS; il Partito liberal-democratico di Russia (Liberalno-Demokratičeskaja Partija Rossii, LDPR, ultranazionalisti e xenofobi); Madrepatria-Unione patriottica nazionale (Rodina-Narodno Patriotičeskij Sojuz; populisti). ECONOMIA - Come tutte le repubbliche ex sovietiche, anche la Russia ha subito gravi ripercussioni in seguito allo scioglimento dell’URSS. Il passaggio da un’economia pianificata e strettamente controllata dal potere centrale a un’economia di mercato è avvenuto in modo traumatico e il processo non è ancora ultimato. Nel frattempo si sono avuti fenomeni recessivi preoccupanti di cui ha sofferto la maggior parte della popolazione. Significativamente le iniziative imprenditoriali, un tempo promosse dal governo, sono diminuite di circa un terzo dalla fine degli anni Ottanta e il tasso di inflazione ha raggiunto il 1000% annuo.  Le risorse energetice e minerarie sono la base sulla quale si fonda i progetto di rinascita economica russa, nonché la princimale fonte di scambi con l'estero che permette a diversi esponenti russi di investire all'estero nonché in patria con risultati sull'impiego della popolazione che cominciano a farsi sentire (molto, ma molto lentamente) sullo stile di vita del cittadino sino ad ora estremamente misero. Accade però che proprio le risorse energetiche del territorio della federazione sia terreno di scontro tra l'autorità centrale e le autonomia, tristemente noto è quello sanguinario nella Repubblica cecena, tuttora in corso.  LA MATRIOSKA DI PUTIN - (tratto da PUTIN HA IMBAVAGLIATO LA SOCIETA’ RUSSA) Una matrioska incappucciata. Questa è la rappresentazione simbolica della società russa apparsa sulla versione inglese del giornale Novaya Gazeta dello scorso 11 marzo. Sotto al disegno una didascalia composta da una percentuale spiegata nelle successive tre righe di testo: "Il nuovo presidente (Medvedev) governerà un Paese dove – a causa della mancanza di politiche pubbliche e istituzioni democratiche – il 55% delle popolazione sostiene il motto: "la Russia ai russi".
 Seguendo la metafora usata dal Novaya, la stessa matrioska avrebbe potuto essere ritratta, pochi giorni dopo, priva di vita con un cappio al collo o colpita da mortali fori di proiettile, come è accaduto nella realtà a due giornalisti russi, uccisi il 20 e il 21 aprile, in circostanze sospette. Entrambi i reporter si occupavano di affari caucasici, legati in particolar modo al Daghestan, una repubblica della Federazione russa, dove è attiva una guerriglia islamica collegata alla confinante Cecenia. Trovato strangolato, Ilia Shurpaiev, 33 anni, originario del Daghestan e giornalista del primo canale tv per il Caucaso russo, aveva lavorato in aree "calde" come la Cecenia, il Daghestan, l’Inguscezia e nelle repubbliche georgiane indipendentiste quali l’Ossezia del Sud e l’Abkhazia. Ucciso da colpi d’arma da fuoco, Gadji Abachilov, 58 anni, era invece direttore dell’emittente radiotelevisiva pubblica del Daghestan. I due delitti potrebbero essere collegati alla lunga catena di omicidi su commissione che hanno insanguinato la Russia post-sovietica e che hanno mietuto vittime soprattutto tra giornalisti critici verso il Cremlino. Tra questi la cronista del Novaya Gazeta, Anna Politikovskaya, uccisa nell’ottobre del 2006 dopo anni di indagini scomode al governo di Mosca sulle violazioni dei diritti umani in Cecenia.   Delitti misteriosi che accreditano fortemente l’ipotesi, sostenuta da molteplici fonti mediatiche alternative a quelle controllate dal Cremlino, secondo la quale la Russia non è una democrazia ma uno Stato che sovente applica metodi autoritari finalizzati a colpire il funzionamento delle istituzioni democratiche e, nel peggiore dei casi, gli stessi individui. "I giornalisti hanno sofferto in modo particolare sotto la presidenza di Vladimir Putin e la Russia è uno dei Paesi più pericolosi nel quale un reporter possa lavorare – scrive Robert Orttung, studioso della Jefferson University di Washington –  Almeno 14 giornalisti sono stati uccisi a causa del loro lavoro da quando Putin è solito al potere e le autorità non hanno ancora identificato i mandati di questi crimini  I media sono una vittima del programma avviato da Putin per affermare il suo potere in Russia".
 Ma non è soltanto il mondo dei media a finire sotto il potere tentacolare del Cremlino, l’intero sistema politico-sociale è oggi saldamente controllato dal governo di Mosca. Secondo il ricercatore della Jefferson University di Washington, l’ex presidente "Putin ha creato un sistema politico che è per molti aspetti nuovo nella storia della Russia, in quanto combina pratiche sovietiche, risultati raggiunti durante il periodo di Gorbaciov e di Eltsin, e caratteristiche nuove".

"Vladimir

 Orttung rileva che la Russia ha attraversato fasi di grande cambiamento e apertura, che si sono però attuati con la  "sistematica violazione della democrazia e delle libertà civili". L’intellettuale riconosce che la Russia di oggi sia "molto più aperta all’influenza straniera rispetto al periodo sovietico: molti russi sono liberi di viaggiare, hanno accesso a internet, che fornisce un’informazione libera, la possibilità di un dibattito e l’opportunità di formare gruppi organizzati online. Inoltre, con la fine dell’economia pianificata e i prezzi elevati di petrolio e gas, i cittadini russi, da un punto di vista economico, non sono mai stati meglio di oggi. I beni di consumo sono ampiamente disponibili, dando al russo medio una sensazione di benessere". Questi progressi sono stati tuttavia realizzati a discapito della democrazia e dei diritti. Al Cremlino governa infatti una Triade di potere composta da uomini collegati all’ex Kgb (oggi Federal Security Service, Fsb), alla Gazprom e agli ambienti sanpietroburghesi. "Una ragnatela di diversi clan e gruppi di interessi che comprende i servizi segreti, gruppi industriali e finanziari e delle forze armate",  scrive Foreign Policy, che definisce la Russia una  "un’autocrazia".
"Con il controllo totale del processo elettorale – scrive il Russian Analytical Digest – Putin e i suoi fedeli hanno trasformato il parlamento in un organo con assai poco peso nei processi decisionali della politica. In questo senso Putin ha seguito una tradizione legislativa russa che risale all’epoca zarista». E’ indicativo osservare che sui 450 seggi che compongono la Duma, 393 sono occupati da partiti che sostengono Putin e il Cremlino. Anche la magistratura è asservita alla Triade. "I tribunali russi non sono indipendenti ma sottoposti a pressioni politiche  – evidenzia ancora la rivista specializzata in analisi sulla Russia che comprende diversi istituiti di studi europei e americani – Quando il Cremlino necessita di una decisione in suo favore, non vi alcun è dubbio che i tribunali provvederanno a fornirla".