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Oscar Wilde, scrittore, poeta, drammaturgo, giornalista e saggista irlandese, parlando delle donne disse: “Se Dio non avesse fatto la donna, non avrebbe fatto il fiore”.  Rita Levi-Montalcini invece disse: “Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla, se non la loro intelligenza”. Meglio, ancora, quella della grande scrittrice Oriana Fallacci: “essere donna è un’avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non finisce mai”. Pensieri di due grandi donne che nella loro vita non hanno mai avuto bisogno di essere prese in giro, utilizzando la famosa quota rosa per esistere. L’8 marzo, festa della donna, una giornata dove ancora una volta si è costretti a riflettere sulla condizione femminile, sulle discriminazioni di genere e sulle battaglie che le donne portano avanti dal punto di vista politico, sociale ed economico. Dobbiamo mantenere alta l’attenzione perché, onestamente, in questi anni, tanti, nulla è cambiato. I dati delle morti, delle violenze sono tante e probabilmente covano all’interno del focolaio domestico e non solo. Ma la vera violenza si annida negli sguardi, nei comportamenti e nel modo di essere, semplicemente nel pensare che la donna sia ancora una costola dell’uomo e per tale ragione succube addomesticata di esso. Certo, in tempi recenti il significato di questa giornata si è un po’ persa, diventando semplicemente una data per festeggiare la categoria, approfittando delle tante proposte di ristoranti e locali. Quanto inchiostro abbiamo speso e quanti scrittori, poeti, filosofi, uomini e donne appartenenti al mondo dello spettacolo abbiamo scomodato per parlare di questo mondo femminile deturpato del valore essenziale che è la libertà e la dignità di ognuna di esse. Dobbiamo riconoscere che in tutti questi secoli le donne sono state degli specchi veri e lucidi, dotati di grande magia e del grande potere di farci riflettere sulla figura di un uomo apparso come figura dominante, arrogante e poco sensibile alle passioni, emozioni ed ansie di questa nobile gente. Eppure le donne, sole contro tutti, hanno fatto passi da giganti soprattutto nelle nostre istituzioni, contando molto. Tante le date importanti da ricordare : 1946 ,le donne votano per la prima volta in Italia, 1951 –  la prima volta una donna diventa sottosegretario in Italia (Tina Anselmi), 1960 – parità salariale tra uomo e donna, 1965 – prime donne magistrato in Italia, 1976 – prima volta di un ministro donna in Italia, 1979 – prima volta di una donna presidente della Camera in Italia (Nilde Iotti), 1990 – prima volta di una donna presidente di una Regione in Italia, 1996 – la violenza sessuale viene riconosciuta come un reato contro la persona e non più, come era fino ad allora, un reato contro la morale; 11 dicembre 2019, Presidente della Corte Costituzionale (Marta Cartabia). L’ultima ma non meno importante l’elezione della prima donna a Presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde. Ci sono ancora troppi femminicidi, troppe violenze sessuali che non si risolvono con cortei di circostanze o norme repressive, ma soltanto con il pensiero di una cultura diversa, con modi nuovi di educare fin dalla famiglia, mettendo in campo reti e strumenti di contrasto che consentano alle donne, soprattutto le più vulnerabili, di non sentirsi più sole davanti alle minacce. Molto ancora il lavoro da fare perché le donne diventino ufficialmente delle vere risorse per la nostra comunità: il permanere di alcune rigidità nei ruoli domestici, le difficoltà di accesso delle donne al mercato del lavoro. Sono dunque necessarie politiche pubbliche volte ad ampliare la base occupazionale, ma si avverte anche il bisogno che la crescita culturale continui; che si rimuovano antichi pregiudizi. L’8 marzo per celebrare i passi avanti fatti, per difendere le conquiste messe continuamente a repentaglio, per fare il punto sui tanti passi in avanti che ci sono ancora da fare. Per le donne e per gli uomini. Perché, per dire la verità fino in fondo, l’emancipazione della donna e la sua completa parità sono una conquista anche per i maschi. Basta accademie e chiacchiere di rito: l’uomo ha bisogno della donna come la donna ha bisogno dell’uomo, insieme per emancipare una società che vuole veramente il cambiamento. Allora auguri soprattutto alle donne che soffrono nel silenzio o che si nascondono dietro a un sorriso o ad un impulso non voluto. La verità diciamolo : oltre le gambe c’è molto di più. Auguri anche a quelle nate da un disagio che vivono e lottano nella speranza di un riscatto morale della propria esistenza.

 

Oreste Roberto Lanza

Oreste Roberto Lanza

Oreste Roberto Lanza è di Francavilla Sul Sinni (Potenza), classe 1964. Giornalista pubblicista è laureato in Giurisprudenza all’Università di Salerno è attivo nel mondo del giornalismo sin dal 1983 collaborando inizialmente con alcune delle testate del suo territorio per poi allargarsi all'intero territorio italiano. Tanti e diversi gli scritti, in vari settori giornalistici, dalla politica, alla cultura allo spettacolo e al sociale in particolare, con un’attenzione peculiare sulla comunità lucana. Ha viaggiato per tutti i 131 borghi lucani conservando tanti e diversi contatti con varie istituzioni: regionali, provinciali e locali. Ha promozionato i prodotti della gastronomia lucana di cui conosce particolarità e non solo.