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"Berna"

Concludiamo la rassegna del guppo C, con le due outsider del girone, Romania e Olanda. Etrambe sfideranno le più quotate aversarie il nove giugno prossimo.

OLANDA

"Olanda"

I ventitre – Portieri: Edwin van der Sar, Henk Timmer, Maarten Stekelenburg. Difensori: André Ooijer, Johnny Heitinga, Joris Mathijsen, Giovanni van Bronckhorst, Mario Melchiot, Wilfred Bouma, Tim de Cler, Khalid Boulahrouz. Centrocampisti: Demy de Zeeuw, Orlando Engelaar, Wesley Sneijder, Arjen Robben, Nigel de Jong, Ibrahim Afellay, Rafael van der Vaart. Attaccanti: Robin van Persie, Ruud van Nistelrooy, Dirk Kuyt, Klaas-Jan Huntelaar, Jan Vennegoor of Hesselink.

La squadra – Rischia di essere la rappresentativa delle eterne promesse, campioni in erba ancora non divenuti realtà solide per quanto contesi dalle più grandi squadre di club europee. Parliamo soprattutto degli ex-gioiellini di una generazione che si riteneva destinata a grandi traguardi: Rafael van der Vaart, Wesley Sneijder, Robin van Persie, Arjen Robben. Pur piazzati nelle più grandi squadre europee non hanno ancora dimostrato tutta quella classe di cui li si voleva fulgidi rappresentanti. Di sicuro questa è la loro occasione, sono cresciuti e cresciuto è anche l’amalgama in nazionale. L’Olanda di Van Basten (ultimo torneo con la nazionale), ha abbandonato ormai le velleità di un 4-3-3 molto rischioso adottando un più solido 4-4-2. Sostenuto da una difesa solida e diretta da Joris Mathijsen, il centrocampo orchestrerà in forza dei su citati talenti, per fornire all’attacco, in cui spicca il lanciere Klaas Jan Huntelaar, le palle necessarie alla marcaura.
Resta in ogni caso una squadra che fa paura, che può e sa ferire in contropiede, ma anche impostare prendendo in mano il pallino del gioco. La prima avversaria sarà l’Italia campione del mondo, il miglior test per gli aspiranti campioni dell’Olanda.

 Voto alla squadra: 7
Voto ai singoli: 7

"Van

Brevi cenni storici – L’Olanda fece la sua prima apparizione ai Mondiali di calcio nell’edizione del 1934 in Italia, qualificandosi per la fase finale anche nel 1938 in Francia. Da quel momento la formazione Oranje dovette attendere oltre 30 anni per riaffacciarsi sul palcoscenico dell’elite mondiale, un’attesa durata fino al Mondiale 1974, disputatosi in Germania Ovest.
Da qualche anno emblema del calcio totale, con Ajax e Feyenoord vincitori di molti trofei nelle coppe europee, condotta dal creativo genio di Johan Cruyff, la Nazionale olandese fu la rivelazione dei Mondiali tedeschi del 1974, vincendo agevolmente il girone eliminatorio battendo all’esordio l’Uruguay per 2-0, pareggiando 0-0 contro la Svezia la seconda gara e battendo 4-1 la Bulgaria nell’ultima. Al secondo turno, anch’esso a gironi, gli arancioni sconfissero per 4-0 l’Argentina, per 2-0 la Germania Est e per 2-0 il Brasile campione del mondo uscente.
In finale l’Olanda si trovò di fronte i padroni di casa della Germania Ovest. Passati in vantaggio dopo un minuto grazie a un rigore trasformato da Neeskens (senza che i tedeschi toccassero palla), gli olandesi subirono la veemente reazione della Germania (altrettanto ricca di talenti) che con un micidiale uno-due ribaltò la situazione, prima con Breitner su rigore, e poi con il bomber Gerd Müller. Nella ripresa, dopo aver in due occasioni rischiato il terzo gol, gli olandesi imposero il loro forcing offensivo, sfiorando in varie occasioni il pareggio. Ciononostante fu tutto inutile e gli Oranje persero il "loro" mondiale, proprio come lo perse vent’anni prima l’Ungheria contro la stessa Germania Ovest.

"Cruijff"

Quattro anni dopo, al mondiale argentino, l’Olanda raggiunse nuovamente la finale, ma con molta fatica ed esprimendo un gioco meno divertente, essendo anche priva di Cruyff. Nel girone iniziale la squadra si trovò ad affrontare Perù, Scozia e Iran. Non fu agevole il passaggio nel girone di semifinale, ove gli olandesi trovarono Germania Ovest, Austria e Italia. Sconfitta per 5-1 l’Austria e ottenuto un bel pareggio (2-2) con la Germania Ovest, gli uomini di Ernst Happel eliminarono l’Italia, in corsa per la finale, in una partita a lungo dominata dagli azzurri, beffandoli proprio nel finale con un siluro di Haan.
Nell’atto conclusivo, ancora una volta la formazione olandese si trovò di fronte i padroni di casa, e a Buenos Aires, contro l’Argentina, in un clima infuocato, fu costretta nuovamente alla resa. L’Argentina si impose per 3 a 1 dopo i tempi supplementari, grazie alle reti di Kempes (doppietta) e Bertoni, a fronte del momentaneo pareggio siglato dall’attaccante di riserva Dick Nanninga. Furono grandi comunque i rimpianti per l’Olanda, a causa di un palo colpito al 90′ da Rensenbrink e di un arbitraggio piuttosto casalingo.
Dopo il Mondiale 1978, a causa del declino della generazione dei grandi campioni degli anni Settanta, l’Olanda imboccò la strada di una crisi che la portò ad una pesante eliminazione al primo turno al campionato d’Europa 1980 e a mancare le qualificazioni ai Mondiali 1982 e 1986, nonché agli Europei 1984.
A partire dalla metà degli anni Ottanta una nuova generazione di campioni si affacciò sulla scena internazionale. Quell’Olanda, allenata dallo stesso Rinus Michels, già timoniere al tempo delle finale 1974, conquistò il suo primo alloro europeo vincendo il campionato d’Europa 1988, disputatosi in Germania Ovest. Inseriti nel Gruppo B insieme a Inghilterra, Irlanda e URSS, gli olandesi partirono subito male, perdendo 1-0 con i sovietici di Lobanovskij. Le due vittorie successive con Inghilterra ed Irlanda permisero comunque al gruppo di Michels di passare in semifinale come seconda classificata nel girone. In semifinale si trovò di fronte alla Germania Ovest padrona di casa. Dopo un combattuto match, risoltosi solo all’88’ con una rete di Marco van Basten, gli Oranje poterono accedere alla finale contro l’Unione Sovietica, Nazionale da cui erano stati battuti nella gara d’esordio.
Il 25 giugno, a Monaco di Baviera, la vittoria arrivò grazie ad un 2-0 firmato da Ruud Gullit e da Marco van Basten (memorabile il suo gol con tiro al volo). Di quella squadra vincente facevano parte campioni del calibro di van Basten, Gullit, Frank Rijkaard (il trio olandese del Milan di Sacchi), Ronald Koeman, Gerald Vanenburg e il portiere Hans van Breukelen.
Negli anni Novanta il miglior risultato dell’Olanda fu il raggiungimento della semifinale a Euro 92, mentre l’avventura agli Europei 1996 si concluse ai quarti di finale. Nella rassegna mondiale del 1998, con Guus Hiddink come CT, la squadra arrivò tra le prime quattro a distanza di vent’anni dall’ultima volta. Facevano parte di quella Nazionale fuoriclasse come Dennis Bergkamp, Marc Overmars, Phillip Cocu, Edgar Davids, Frank de Boer, Ronald de Boer e Patrick Kluivert. Gli olandesi avanzarono sino alla semifinale e furono sconfitti ai rigori dal Brasile. Nella finale per il terzo posto furono poi battuti per 2-1 dalla sorprendente Croazia.
Nel 2000 l’Olanda organizzò il Campionato europeo insieme al Belgio, così la squadra si qualificò automaticamente per la competizione in quanto selezione del paese ospitante. Il cammino dell’Olanda di Frank Rijkaard, diventato commissario tecnico, verso il titolo europeo terminò in semifinale contro l’Italia, vittoriosa ai calci di rigore dopo che i padroni di casa avevano fallito due tiri dal dischetto nel corso dei novanta minuti regolamentari (con Frank de Boer e Patrick Kluivert) e dopo che avevano giocato quasi tutto l’incontro in superiorità numerica, dovuta all’espulsione di Gianluca Zambrotta avvenuta al 34′ per doppia ammonizione.
Nel 2001 l’Olanda di Louis van Gaal mancò clamorosamente la qualificazione al campionato del mondo 2002 in Giappone e Corea del Sud. In seguito al fallimento, sulla panchina degli oranje furichiamato Dick Advocaat, che centrò la qualificazione al campionato d’Europa 2004 superando agli spareggi la Scozia (sconfitta per 1-0 in trasferta e vittoria per 6-0 all’Amsterdam Arena).
Nonostante le numerose critiche dei media, il nuovo allenatore riuscì a condurre la formazione olandese fino alle semifinali, dove venne sconfitta per 2-1 dai padroni di casa del Portogallo. Tuttavia, malgrado la squadra avesse ben figurato all’Europeo, le pressioni e le polemiche sull’operato di Advocaat si fecero sempre più intense. Il CT fu minacciato di morte e si dimise il 6 luglio 2004.
Un mese dopo le dimissioni di Advocaat, la Federcalcio olandese si accordò con Marco van Basten, già campione d’Europa 1988 con l’Olanda e alla prima esperienza come allenatore della sua carriera.
Guidata da Marco van Basten, la selezione arancione si qualificò con grande facilità al campionato del mondo 2006, dominando il girone con 10 vittorie, 2 pareggi e nessuna sconfitta. Va ricordata però, in quel clima di ottimismo, la parentesi negativa dell’amichevole giocata il 12 novembre 2005 ad Amsterdam, nella quale l’Olanda fu sconfitta per 3-1 dall’Italia.
Tra giugno e luglio 2006 si svolse il Mondiale in Germania. La squadra di van Basten, inserita nel cosiddetto "girone della morte" con Argentina, Serbia e Montenegro e Costa d’Avorio, superò brillantemente la prima fase, classificandosi seconda nel girone, dietro all’Argentina soltanto per la peggior differenza reti.
Agli ottavi di finale l’Olanda dovette affrontare ancora una volta il Portogallo, che disputava il torneo da vice-campione d’Europa in carica. Quella partita, la più dura e fallosa dell’intero Mondiale, con ben 14 cartellini gialli e 4 cartellini rossi (espulsi per gli oranje Khalid Boulahrouz e Giovanni van Bronckhorst), si chiuse 1-0 per i portoghesi.

ROMANIA

 "Mutu"

I ventitre – Portieri: Bogdan Lobonţ, Marius Popa, Eduard Stancioiu. Difensori: Cosmin Contra, Răzvan Raţ, Gabriel Tamaş, Cristian Chivu, Mirel Rădoi, Cristian Sapunaru, Sorin Ghionea, Dorin Goian, Cosmin Moţi, Ştefan Radu. Centrocampisti: Florentin Petre, Paul Codrea, Răzvan Cociş, Bănel Nicoliţă, Adrian Cristea, Nicolae Dică. Attaccanti: Ciprian Marica, Adrian Mutu, Marius Niculae, Daniel Niculae.

La squadra – Il Ct della Romania Victor Piţurca ama il calcio offensivo, ma nel corso delle qualificazioni la squadra ha mostrato grande equilibrio in campo, concedendo al talentuoso Adrian Mutu numerose occasioni per mettersi in mostra. Da ex attaccante, Piţurca predica un calcio votato all’offesa, anche se la Romania ha spesso utilizzato due centrocampisti di contenimento a copertura della difesa. Il Ct ha inoltre dimostrato di tenere in uguale considerazione tutti i convocati, utilizzando ben 39 giocatori nel corso delle qualificazioni all’europeo e ribadendo che, esclusi un paio di titolari inamovibili, la squadra può sopperire alle assenze di qualsiasi elemento.
Tra gli inamovibili figura l’estremo difensore Bodgan Lobont, mentre la linea difensiva davanti a lui è passibile di cambiamenti a seconda delle situazioni. Il buon momento dei centrali Dorin Goian e Gabriel Tamaş ha convinto il Ct ad utilizzare sempre più spesso a centrocampo il versatile capitano Cristian Chivu, mentre sulle fasce Cosmin Contra e Razvan Raţ garantiscono la giusta spinta alla manovra offensiva.
Abbandonati i ruoli di difensore centrale e terzino sinistro, Chivu è stato utilizzato con successo sia come centrocampista centrale, che come esterno sinistro, per ovviare alle assenze degli infortunati Razvan Cociş and Mirel Radoi. Il settore sinistro di centrocampo, tuttavia, dovrebbe essere appannaggio di Nicolae Dica nel corso della rassegna continentale. Per quanto riguarda la fascia destra, Banel Nicoliţ e Florentin Petre si sono rivelati entrambi affidabili, pur non avendo molta confidenza con il gol.
Il vero punto di forza della Romania è rappresentato dal tandem offensivo formato da Mutu e Ciprian Marica, due giocatori complementari, che nel corso delle qualificazioni hanno messo a segno complessivamente 11 reti. Mutu predilige le giocate di fino e le sgroppate sulla fascia sinistra, oltre a essere letale sui calci piazzati, mentre Marica ama partire in posizione di centravanti, sfruttando al meglio la sua grande prestanza fisica. Noi di Lsd puntimao su quest’ultimo come sorpresa degli europei. Naturalmente sarà il campo a dirci abbiamo visto giusto o è solo l’effetto di potenti allucinogeni.

Voto alla squadra: 7
 Voto ai singoli: 7-

"Hagi"

Brevi cenni storici – La Romania conobbe un periodo felice nell’epoca di maggior splendore della Steaua Bucarest, squadra che aveva vinto la Coppa dei Campioni 1985-1986 e che nell’edizione 1988-1989 ne aveva perso un’altra in finale contro il Milan. Era la Nazionale del portiere Silviu Lung, del libero Miograd Belodedici e del difensore Marius Lăcătuş, ex della Fiorentina. Il periodo d’oro della Nazionale rumena è individuabile nella prima metà degli anni Novanta.
Ai Mondiali di Italia 1990 la formazione rumena giocò un buon calcio e fu in grado di superare il primo turno pur essendo inserita in un girone difficile (con l’Argentina campione in carica, il Camerun e l’URSS), ma fu eliminata agli ottavi di finale dall’Irlanda dopo i calci di rigore (0-0 al termine dei tempi regolamentari).
Quattro anni più tardi, ai Mondiali statunitensi, la squadra fu guidata da stelle di primo piano come Gheorghe Hagi (3 gol), Florin Răducioiu (4 gol) e Ilie Dumitrescu (2 gol) e seppe superare gli ottavi di finale battendo la forte Argentina (finalista quattro anni prima) dopo aver dominato l’incontro. Raggiunti i quarti di finale, qui fu sconfitta nuovamente ai calci di rigore, questa volta dalla Svezia.
Al campionato d’Europa 1996 la Romania disputò un brutto torneo (inserita in un girone assai arduo con le quotatissime Francia, Spagna e Bulgaria), arrivando ultima nel girone senza mai vincere.
Ai Mondiali di Francia 1998 la Romania veniva considerata da molti esperti la possibile outsider, una squadra da non sottovalutare. Tuttavia, sulle possibilità della squadra aleggiava ancora scetticismo per via delle prestazioni agli Europei di due anni prima. Dopo la vittoria sulla Colombia (1-0, partita in cui la squadra fece parlare di sé perché tutti i calciatori si verniciarono i capelli di giallo, eccetto il portiere Bogdan Stelea, calvo) i rumeni si confermarono una delle squadre più temibili del torneo grazie al successo per 2-1 contro l’Inghilterra (tra le favorite per la vittoria finale). Nella terza e ultima gara del girone pareggiarono per 1-1 contro la Tunisia, vincendo il girone e qualificandosi così agli ottavi di finale. La partita mise di fronte i rumeni e la Croazia, grande rivelazione di quella rassegna mondiale. Dopo 90 minuti giocati alla pari i rumeni furono eliminati. A decidere l’incontro fu un gol segnato da Davor Suker su calcio di rigore.
Un altro exploit della Romania coincise con il campionato d’Europa 2000, quando a sorpresa, nella prima gara, la squadra segnò un gol dopo soli 5 minuti di gioco alla Germania campione d’Europa in carica. La Romania poi dominò gran parte della partita, che si concluse, però, con un pareggio per 1-1. Contro il forte Portogallo i rumeni persero per 1-0, beffati da un gol messo a segno al quarto minuto di recupero del secondo tempo. Nell’ultima partita del raggruppamento eliminatorio arrivò una vittoria per 3-2 contro l’Inghilterra (a cui bastava il pareggio), vittoria che valse la qualificazione ai quarti di finale e l’eliminazione dei britannici. Il sogno rumeno si infranse, però, ai quarti di finale contro l’Italia, vittoriosa per 2-0 e poi finalista perdente di quel torneo.
La Romania visse poi un periodo buio, fallendo la qualificazione ai tre successivi tornei internazionali. Nell’andata dei play-off di qualificazione al campionato del mondo 2002 la squadra allenata dall’ex nazionale Gheorghe Hagi perse per 2-1 a Lubiana contro la Slovenia, già qualificatasi a sorpresa per gli Europei due anni prima. Nella gara di ritorno disputata a Bucarest non riuscì ad andare oltre un pareggio per 1-1 in rimonta e mancò l’accesso ai Mondiali di Giappone e Corea del Sud.
La tendenza negativa proseguì con la mancata qualificazione a campionato d’Europa 2004. I rumeni si piazzarono terzi nel proprio girone di qualificazione alle spalle di Danimarca e Norvegia.
Anche nel 2006 la Romania si classificò terza nel suo girone di qualificazione, alle spalle di Olanda e Repubblica Ceca. In palio c’era l’accesso ai Mondiali di Germania.
Nel 2007 la Nazionale di Victor Piţurcă sembra vivere un buon momento di forma. Giunta prima nel suo girone di qualificazione e matematicamente qualificata al campionato d’Europa 2008 con tre punti di vantaggio sull’Olanda e cinque sulla Bulgaria, occupa la tredicesima posizione nel Ranking mondiale FIFA di gennaio, grazie ad una squadra composta da storiche bandiere come Cristian Chivu e Adrian Mutu e nuovi talenti come Nicolae Dică e Ciprian Marica. Nella rassegna europea in programma in Austria e Svizzera è stata inserita nel girone di Italia, Francia e Olanda.