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Austria e Croazia saranno le protagoniste dell’ appuntamento di oggi con lo speciale Euro 2008. L’Austria, paese co-ospitante, sarà impegnata nella prima partita proprio contro la Croazia, l’8 giugno prossimo (vedi calendario)
I ventitre – Portieri: Alex Manninger, Jürgen Macho, Ramazan Özcan. Difensori: Joachim Standfest, Martin Stranzl, Emanuel Pogatetz, Ronald Gercaliu, Markus Katzer, Sebastian Prödl, Jürgen Patocka, Martin Hiden. Centrocampisti: Christian Fuchs, René Aufhauser, Christoph Leitgeb, Andreas Ivanschitz, Ümit Korkmaz, György Garics, Jürgen Säumel. Attaccanti: Ivica Vastic, Roland Linz, Roman Kienast, Martin Harnik, Erwin Hoffer.
La squadra – C’è poco da dire sulla rappresentativa austriaca -seconda rappresentativa di casa- eccetto Il portiere para-rigori del Siena Alex Manninger, siamo di fronte ad una squadra di carneadi del calcio. E come spesso accade in questi casi la sorpresa è dietro l’angolo. Su questa punta il vecchio c.t. Josef Hickersberger (ha disputato la fase finale di un Mondiale sia da giocatore che da Ct.) che si è dichiarato proprio in cerca talenti. Noi alcuni nomi siamo pronti a darveli: il difensore Joachim Standfest, Andreas Ivanschitz, talentuoso centrocampista e gli attaccanti Roland Linz e Erwin Hoffer, quest’ultimo classe ’87. Alla fine dell’europeo potrete dirci se abbiamo avuto ragione o meno.
Voto alla squadra: 5
Voto ai singoli: 5
Brevi cenni storici – La prima partita disputata dalla nazionale austriaca risale al 12 ottobre 1902, una vittoria con il punteggio di 5-0. Gli sfidanti erano gli ungheresi. Magiari e austriaci, all’epoca politicamente uniti sotto l’Impero Austro-Ungarico ma separati calcisticamente in due federazioni distinte, si sfidarono altre 9 volte fino al 1908. Dopo queste 10 gare iniziali, l’Austria affrontò i maestri inglesi subendo a Vienna due clamorose sconfitte in due giorni, 1-6 e addirittura 1-11, nel giugno 1908.
La prima competizione ufficiale affrontata dalla nazionale d’oltralpe furono le Olimpiadi di Stoccolma del 1912, nelle quali gli austriaci furono eliminati al primo turn
Il miglior periodo della nazionale austriaca furono però gli anni ’30, durante i quali, sotto la guida di Hugo Meisl, la squadra si guadagnò il soprannome di Wunderteam (squadra delle meraviglie). I risultati nelle competizioni ufficiali tuttavia non resero giustizia agli austriaci: ai mondiali del 1934 furono eliminati in semifinale proprio dagli azzurri e finirono quarti, sconfitti nella finale per il terzo posto dalla Germania. Nel 1936, alle Olimpiadi di Berlino, arrivarono in finale contro gli azzurri, venendo però sconfitti dalla squadra allenata da Vittorio Pozzo.
Nel 1938 l’Austria perse la sua indipendenza politica a causa dell’annessione alla Germania nazista. A seguito di ciò la squadra austriaca, pur qualificatasi ai mondiali di Francia, non vi prese parte. Per questioni di opportunità politica, alcuni giocatori della nazionale austriaca vennero convocati nella formazione tedesca, ma alcuni di loro si rifiutarono di giocare per il paese invasore. La squadra così composta avrebbe potuto in teorie risultare estremamente competitiva, ma l’allenatore tedesco, Sepp Herberger, ebbe solo poche settimane per amalgamare i suoi giocatori e dare un gioco alla nuova formazione. Infatti la Germania fornì al mondiale una prestazione incolore, venendo eliminata al primo turno dalla modesta Svizzera.
Ripresa l’attività dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’Austria partecipò ai mondiali del 1954, sconfiggendo i padroni di casa della Svizzera per 7-5 in quella che rimane la partita dei mondiali con più gol segnati. L’eliminazione arrivò però in semifinale con un umiliante 6-1 subito da parte della Germania Ovest. Gli austriaci conquistarono comunque il terzo posto battendo l’Uruguay nella finalina di consolazione. Ai mondiali del 1958 fu eliminata al primo turno con 1 punto.
Seguirono poi anni bui per la nazionale austriaca, che si ripresentò guidata dal leggendario centravanti Hans Krankl e dallo stopper Bruno Pezzey, soltanto nei mondiali del 1978 e del 1982, raggiungendo il secondo turno in entrambe le occasioni. Quell’Austria viene indicata come la migliore dal dopoguerra.
Guidata dal prolifico attaccante Toni Polster, la compagine austriaca approdò ai mondiali del 1990, ma fu eliminata al primo turno. Due anni dopo si consumò una delle pagine più imbarazzanti della storia della nazionale, che perse fuori casa 1-0 contro le Far Oer durante le qualificazione agli europei del 1992. L’evento, bollato come la pagina più nera dello sport austriaco, fu il preambolo di vari anni di insuccessi.
Fu nel 1998 che l’Austria riapparve nel panorama mondiale, qualificandosi al campionato del mondo 1998, dove venne inserita nel Gruppo B con Italia, Camerun e Cile. Sebbene eliminati dopo le tre partite obbligatorie, gli austriaci uscirono con onore e scrissero la storia del mondiale con un fatto curioso: segnarono esclusivamente a tempo scaduto.
Da allora il calcio internazionale austriaco è entrato in una crisi profonda, con mancate qualificazioni ai tornei principali. La nazionale è incorsa in frequenti e pesanti sconfitte: nel 1999 spicca uno 0-9 contro la Spagna e poco dopo uno 0-5 contro Israele. A ridare entusiasmo all’ambiente è arrivata l’organizzazione dei campionati europei per nazioni del 2008 insieme alla Svizzera. La nazionale austriaca, insieme a quella elvetica, è così automaticamente ammessa alla fase finale e conta di poter ben figurare nella rassegna con una rosa molto rinnovata
CROAZIA
I ventitre – Portieri: Stipe Pletikosa, Mario Galinovic, Vedran Runje. Difensori: Dario Šimic, Josip Šimunic, Robert Kovac, Vedran Corluka, Hrvoje Vejic, Dario Kneževic. Centrocampisti: Ivan Rakitic, Ognjen Vukojevic, Niko Kovac, Darijo Srna, Nikola Pokrivac, Luka Modric, Jerko Leko, Niko Kranjcar, Danijel Pranjic. Attaccanti: Nikola Kalinic, Ivan Klasnic, Ivica Olic, Igor Budan, Mladen Petric.
La squadra – Dopo il terzo posto al Mondiale FIFA del 1998 la Croazia non è più riuscita a ripetersi su quei livelli, ma la nuova generazione fa ben sperare. Come hanno dimostrato nello scontro a Wembley con l’Inghilterra, i ragazzi di Slaven Bilic, non temono le pressioni del pubblico avversario e ciò fa ben sperare in vista della gara d’esordio contro i padroni di casa dell’Austria.
Diverse frecce all’arco di Bilic: difesa esperta guidata da Robert Kovac e Dario Simic, il centrocampo spinto dal talentuoso Jerko Leko (in forza al monaco) dalla classe già collaudata di Niko Kovac e da quella tutta da scoprire del giovane Niko Kranjcar e su un attacco che può contare sul prolifico giocatore del Parma Igor Budan, sull’attaccante dell’Amburgo Ivica Olic e sull’attaccante del Werder Brema Ivan klasnic. Una squadra dunque più votata all’attacco, soprattutto coriacea che ha concluso trionfalmente il girone di qualificazione al primo posto davanti a Russia e Inghilterra, senza mai disdegnare il bel calcio. Nel proprio girone, i neo-brasiliani d’Europa (così erano designati i giocatori della rappresentativa Jugoslava) affronteranno oltre l’Austria, la Polonia e la Germania, nonostante l’agguerrita e prevedibile concorrenza prevediamo che la Croazia riesca nell’impresa di passare il primo turno.
Voto alla squadra: 8
Voto ai singoli: 6,5
Brevi cenni storici – La Croazia ebbe una breve parentesi di indipendenza durante la II guerra mondiale, quando fu costituito sotto l’occupazione tedesca il Regno di Croazia filonazista, che ebbe anche una nazionale di calcio che nel 1942 in una gara amichevole affrontò l’Italia di Vittorio Pozzo con vittoria azzurra per 4-0.
Dal 1920 fino al 1990, eccezion fatta per la piccola parentesi nazista, non esistette una nazionale croata, in quanto la Croazia faceva parte della Repubblica Federale Socialista di Jugoslavia ed i calciatori della Repubblica Croata, parte dello stato socialista, giocavano insieme a quelli delle altre repubbliche federali in un’unica nazionale jugoslava. Nazionale che seppe scrivere pagine memorabile nella storia del calcio europeo. Detti i brasiliani d’europa, per la loro classe e capacità di palleggio, riuscirono ad arrivare due volte alle semifinali dei mondiali (1930-1962) e due volte in finale agli europei (1960-1968).
Nonostante la dichiarazione di indipendenza ed il riconoscimento da parte della Jugoslavia della Repubblica croata avvenne soltanto nel 1991, anche in virtù del conflitto armato che avvenne tra le due nazioni, già dal 1990 la Croazia si era autoproclamata indipendente, aveva adottato una propria Costituzione e, nondimeno, aveva formato una propria nazionale che esordì contro gli Stati Uniti vincendo per 2-1. La compagine croata si mostrò subito un avversario ostico per chiunque e lanciò segnali di crescere in maniera velocissima.
La prima competizione internazionale di rilievo disputata dalla nazionale fu, pertanto, l’Europeo 1996, torneo che sancì l’ingresso tempestivo della Croazia nel novero delle potenze calcistiche internazionali. In Inghilterra la Croazia venne eliminata ai quarti di finale dalla Germania poi divenuta campione, e successivamente la nazionale biancorossa si è classificata terza ai Mondiali 1998, piazzando un suo giocatore, l’attaccante Davor Šuker, al primo posto nella classifica dei marcatori della rassegna.
Tra il 1990 e il 2004 la Croazia ha disputato 115 partite, con 56 vittorie, 36 pareggi e 23 sconfitte. La nazionale è stata nominata "Squadra capace dei migliori progressi" dalla FIFA nel 1994 e nel 1998. Si deve considerare, tra le tante statistiche, inoltre, che la Croazia non ha mai subito una sconfitta con un passivo più alto di tre reti, media piuttosto bassa che indica come la squadra non abbia mai subito sconfitte umilianti, ma al massimo nette.
Alle qualificazioni per il prossimo europeo Austria-Svizzera 2008, la rappresentativa croata (già qualificata) il 21 novembre 2007 ha battuto l’Inghilterra per 3-2 a Wembley. La sconfitta ha sancito l’eliminazione per l’Inghilterra e la qualificazione della Russia. La Croazia ha inoltre chiuso prima il girone di qualificazione con ben 29 punti.