Tempo di lettura: 3 minuti

Giovedì 24 agosto e domenica 27 si terranno a Bari gli ultimi due appuntamenti della manifestazione «A qualcuno piace danza», organizzata dalla compagnia «Breathing Art» con la direzione artistica di Simona De Tullio, e incentrata sulle performing arts, strumento di coesione culturale e ponte con le periferie delle grandi città. La rassegna è sostenuta dall’avviso pubblico «Le due Bari 2023», promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Bari. Giovedì 24 l’appuntamento è alle 20 al Waterfront del quartiere San Girolamo di Bari, mentre domenica 27 ci si sposta al Parco Princigalli del quartiere Mungivacca (dalle 21). Oltre a Breathing Art, saranno ospiti le compagnie di danza internazionali Coljam (Marocco), La Verita (Belgio), Oltredanza (Italia), Marisela-Raymi Dalila Tapia (Usa). Ingresso libero, infotel: 347.767.00.40.

Tre le coreografie in programma di giovedì 24, di cui due firmate dalla coreografa Simona De Tullio, con protagoniste le danzatrici Ilaria Lacriola, Lia Alisi, Liliana Gelao, Esther Vendola. La serata sarà aperta da «Tra le tue braccia»: ispirata alla poesia di Alda Merini, la coreografia conduce lo spettatore in un viaggio intimo alla ricerca del sentimento puro, libero da convenzioni, giudizi e pregiudizi. La semplicità di un abbraccio può colmare tutto e ristabilire le priorità emotive di ogni essere umano. Seguirà «Sud», lavoro dedicato ai suoni e alle atmosfere del Sud Italia rivissuti attraverso la danza contemporanea e la musica elettronica. L’altro lavoro coreutico presentato è «Winds of Change» della coreografa americana Miki Ohlsen, dedicato all’amore universale tra le donne, intese come mamme, figlie e sorelle, un inno all’amore familiare senza pregiudizi e barriere.
 
Domenica 27 saranno due gli appuntamenti: in mattinata, dalle 9,30 si svolgeranno i laboratori coreutici all’ASD «Franco Ballerini» del quartiere San Paolo di Bari; i giovani danzatori che vi prenderanno parte, insieme ai talenti dell’Accademia Unika, apriranno la serata, dalle 21, al Parco Princigalli. Poi toccherà ad altre sette lavori: «Au bord du bord» è una prima internazionale della Coljam Company: un duo in cui danza contemporanea e linguaggio urbano si contaminano per esplorare il concetto di confine, di limite, inteso come limite geografico, culturale e sociale.
«While Dreaming», della compagnia Verita, è una performance in cui si esplora il linguaggio del corpo utilizzando ritmi, opposizioni e qualità diverse, aprendolo insieme ai sensi a un modo più consapevole di muoversi.
«Sin pausa» della coreografa Marisela-Raymi Dalila Tapia è un’altra prima assoluta che raccoglie il percorso multiculturale dei viaggi dell’artista, uno spettacolo in cui le contaminazioni e le influenze dei vari paesi si sentono fortemente, conducendo lo spettatore in giro per il mondo a ritmo di flamenco.
«D!connesso» sarà poi lo spettacolo della compagnia Oltredanza, un’indagine del corpo per fornire tre domande aperte sulle afasie contemporanee: afasia del corpo, della relazione e del futuro.
A questi lavori seguiranno altre due coreografie di Simona De Tullio: «Basta un caffè per essere felici» (ispirato all’omonimo romanzo dell’autore giapponese Toshikazu Kawaguchi), dedicato al viaggio della mente umana tra un passato che non può tornare e un presente che non vuole andare  avanti; e «Alice», dal celebre romanzo di Lewis Carroll «Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie», un percorso in un mondo immaginario moderno, dove sonorità elettroniche e linguaggi contemporanei si mescolano per dar vita a un mondo surreale in cui la deformazione del corpo la fa da padrona. Infine «Sonos», di Ilaria Nigri (portato in scena dalla compagnia Liberdanza di Massafra), è incentrato sul suono, pensato come fenomeno misterioso che permea tutto il creato: il progetto nasce dall’improvvisazione nella quale le danzatrici hanno ricevuto diversi stimoli sensoriali, a seguito dei quali è nata una composizione coreografica ancora in fase di sviluppo; l’obiettivo è quello di rendere il suono visibile attraverso il corpo e il movimento: provare, cioè, a suonare col corpo.
Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.