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Venerdì 21 luglio prosegue la prima edizione del «BARIfest Theater», organizzato dall’associazione culturale «La Bautta» in collaborazione con Onirica Teatro (ideato e curato da Mariapia Autorino), nell’ambito dell’Avviso Pubblico «Le Due Bari 2023», finanziato dal Ministero della Cultura e dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Bari.

L’appuntamento è alle 19 nel Prato «La Gemma» di Bari (Quartiere Carbonara, ingresso libero) dove andrà in scena lo spettacolo «La Fiaba di Biancaneve», prodotto dalla compagnia «Teatro le Forche» di Massafra. Uno spettacolo divertente e profondo con la regia di Carlo Formigoni, che da anni gira a livello nazionale nel settore teatro ragazzi: sul palco Cilla PalazzoErika GrilloGiancarlo LuceVito LatorreSalvatore Laghezza, con le scene e i costumi di Mariella Putignano, le maschere in cartapesta di Lisa Serio, Daniela Giummo e Mariella Putignano, maschere e pupazzi in gommapiuma di Cinzia De Nisco, e le musiche eseguite dal vivo da Antonello Tannoia.

Lo spettacolo ruota attorno alla celebre favola di Biancaneve: è sera, una mamma, un papà, una nonna ed una bimba sono presi dalle loro faccende, prima di andare a dormire. La nonna racconta alla nipotina la sua fiaba preferita: «Biancaneve». La tematica di fondo di questa fiaba risulta essere il narcisismo sia della bambina che della Regina: questo sentimento, esasperato nella regina-matrigna, unito alla forte gelosia, risulterà deleterio e negativo, con gli accadimenti che tutti conosciamo. La stessa Regina, consapevole della dose di narcisismo presente anche in Biancaneve, architetta le sue tentazioni facendo leva proprio su questo atteggiamento: prima il pettinino, poi la mela, elemento simbolico per eccellenza.

In questa messa in scena la fiaba è «incorniciata» dall’elemento reale di una famiglia borghese. Le dinamiche tra i componenti della famiglia risulteranno poi esasperate o enfatizzate tra gli stessi personaggi; così come alcuni oggetti presenti nella stanzetta della bambina, si ingrandiranno e si animeranno nella fiaba vera e propria. Il linguaggio proposto è la chiave universale per raccontare storie esemplari all’infanzia, divertendo ma allo stesso tempo facendo penetrare ed esperire al pubblico dei piccoli, tutta la gamma di sentimenti umani: la paura, l’amore, l’ambizione, la solidarietà. Lo spettacolo si propone come una sorta di laboratorio del sentimento, attraverso una delle storie più conosciute e care ai bimbi. Un’altra caratteristica di questa messa in scena è l’uso della maschera, linguaggio icastico per eccellenza, capace di divertire e allo stesso modo di mostrare con chiarezza il sentimento rappresentato.

Redazione

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