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"Soldi"

  Sia pure se solo per 24 ore, è caduto l’ultimo velo sul fisco italiano: sul sito dell’Agenzia delle Entrate sono comparsi i redditi di tutti i contribuenti, poi il garante della privacy ha coperto nuovamente tutto.
Eppure, la pubblicazione degli elenchi non è una novità, è prevista dalla legge e la stessa autorità per la tutela della privacy ha in passato affermato che "non vi è incompatibilità tra la protezione dei dati personali e determinate forme di pubblicità di dati previste per finalità di interesse pubblico". Agli occhi delgi stupiti giornalisti che hanno invaso e bloccato il sito, sono comparsi i redditi dei nostri paperoni, la loro posizione fiscale e ancora più rilevante, agli occhi di chi ha osservato i dati in una prospettiva globale, è apparsa la notevole condizione di privilegio di taluni rispetto a molti altri.
Davvero imbarazzante! I paperoni si sono sentiti nudi e hanno reagito: gli occhi di migliaia di precari sui loro capitali: e che indecenza!
Tra chi ha parlato di legittimo atto di trasparenza e chi si è sentito violato, si è sollevato un enorme vespaio di polemiche e di recriminazioni destinato a protrarsi a lungo. Immaginate, del resto, di sapere quanto dichiara il vostro medico e riscontrare che per la singola prestazione dichiari meno di quanto vi faccia pagare: e che cambia!, perchè non lo sapete già che le cose stanno cosi?!

 LA CRISI DELLA SINISTRA E CACCIARI SE LA PRENDE CON I PICCIONI Pare sia stata trovata la vera causa della debacle della sinistra italiana alle ultime elezioni: i piccioni. Difatti, alcuni eminenti sociologi hanno rilevato che la vista dei piccioni nelle nostre piazza, così opulenti e ben nutriti, abbia fatto scattare nell’inconsciodegli italiani (spesso in difficoltà economiche) una rabbia nei confronti del governo precedente più attento alla salute dei volatili che alla salute degli italiani. La prima reazione è venuta da Venezia, città simbolo dell’invasione dei piccioni (per definizione exstra-comunitari). Il sindaco di sinistra Cacciari, ha difatti proibito la dispensa di cibo ai mille e più colombi di Piazza San Marco e dintorni.
La risposta degli uccelli, siamo certi non si farà attendere: preparate gli ombrelli."piccioni"
 

CIFRE NON SOLO CIFRE (ANSA)- BAGHDAD, 1 MAG -Otto persone sono state uccise in scontri a Baghdad tra unita’ americane e miliziani sciiti nel bastione del leader radicale Moqtada al Sadr. Lo ha detto una fonte della sicurezza irachena secondo la quale i combattimenti a Sadr City, che hannocausato anche 18 feriti, sono cominciati verso mezzanotte e sono proseguiti fino all’alba. Secondo fonti ospedaliere tra le persone uccise vi sono anche due donne e due bambini.

 Ma quanti sono effettivamente i morti in Iraq dall’inizio della guerra?
Secondo uno sturio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), presentato il 9 gennaio 2008, sarebbero almeno 151.000 i civili (e solo i civili) iracheni uccisi nei tre anni successivi all invasione del Paese. Questa nuova indagine da un margine che va da 104.000 a 223.000 nel periodo compreso tra marzo 2003 e giugno 2006. Lo studio si basa su una rilevazione porta a porta condotta dal ministero della Sanità iraqeno su quasi 10.000 famiglie.
Secondo altri dati estrapoati a partire da un campione di 1.849 famiglie, i morti civili in Iraq relativi allo stesso periodo sarebbero molti di più (600.000) il che fa pensare che qualcuno degli intervistati non abbia detto la verità.
Le cifre diffuse dall’OMS sono molto al di sotto di quest’ultimo totale, e tuttavia super quelle fornite dal progetto Iraq Body Count (80.000) dall’inizio dell’invasione ad oggi.
Secondo Catherine e John Brownstein, esperti rispettivamente dell’Università di Yale e della Harvard Medical School il bilancio delle vittime è comunque "enorme", osservazione se vogliamo scontata ma qualcuno deve pur farla, visto che a paralare di cifre spesso si dimentica che dietro di queste ci sono destini simili ai nostri spezzati in maniera definitiva.
Tanto più che, con tutta probabilità, il bilancio è ancora basso, dato che molti iraqueni sono fuggiti dalle loro case e molte zone dell’Iraq sono troppo pericolose per condurre un’indagine di questo tipo. Poi bisogna anche considerare la reticenza di numerose famiglie a dare ad un governo fantoccio e spesso ritenuto nemico, i dati reali sui propri morti.
In ogni caso i dati raccolti mostrano che più di metà delle morti violente si sono verificate a Baghdad e facendo un rapido calcolo, pur attenendoci ai soli dati dell’OMS, al giorno in Iraq morirebbero 127 persone, di cui metà a Baghdad.

Ciò detto vi saluto, alla prossima.