Tempo di lettura: 1 minuto

Un gruppo di ricercatori dell’Università del Massachusetts Amherst sostiene di aver prodotto per un tempo limitato una piccola quantità di corrente elettrica continua utilizzando l’umidità dell’aria. Questa scoperta potrebbe rivelarsi decisiva per il futuro delle energie rinnovabili, eppure è stata frutto di un colpo di fortuna!
In Europa dal 2022 vi è un progetto dell’UE mirato allo sviluppo della tecnologia per trasformare in elettricità le cariche elettriche presenti nell’umidità atmosferica. Si tratta del progetto CATCHER, che ha riunito otto partner di sei Paesi europei. Del team del progetto fa parte anche il duo composto da madre e figlio Svitlana e Andriy Lyubchyk.
Stando a quanto afferma Andriy Lyubchyk, con l’aiuto di questa energia rinnovabile il mondo può “aumentare drasticamente l’efficienza e le possibilità della transizione all’energia verde”.
La cosa più incredibile è che i ricercatori non stavano tentando di fare una scoperta rivoluzionaria nel campo delle energie rinnovabili, bensì stavano lavorando allo sviluppo di un sensore per rilevare l’umidità quando hanno accidentalmente generato elettricità dall’aria rarefatta.
Secondo quanto riportato dal Guardian, i ricercatori si sono resi conto che i minuscoli nanofili, grandi “un millesimo del diametro di un capello umano”, erano abbastanza larghi da consentire l’ingresso di una molecola di acqua presente nell’aria, ma sufficientemente stretti da trattenerla all’interno.
Come spiega il professor Yao, l’acqua si muoveva all’interno del nanofilo e ogni urto che si produceva impartiva al materiale una piccola carica; con l’aumentare della frequenza degli urti, un’estremità del nanofilo si caricava in modo diverso rispetto all’altra, in pratica come una batteria.

Sebastiano Tafaro

Il professor Sebastiano Tafaro classe 1936 è nato a Minervino Murge in provincia di Bari ed è Onorario dell'Università degli Studi di Bari. Animatore e co-conduttore di una serie di dibattiti politici storici e filosofici.