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"arbitro"ARBITRI (di calcio) – Come si direbbe nel mio dialetto, il barese, gli arbitri di calcio si trovano da parecchio tempo nelle mazzate. Si trovano nell’occhio del ciclone non tanto per cause sportive, per problemi calcistici, o per problemi riguardanti la gestione della gara, quanto per ben altri problemi che nulla hanno a che fare con il football e che ora mi sforzerò di elencare / inquadrare. Considerato che il gioco del calcio è ormai una delle macchine più poderose di creazione del consenso nel campo della politica, che ha ormai il monopolio del tempo libero nazionale e che è diventato inoltre una feroce macchina di consumismo, possiamo paragonarlo ad un universo parallelo alla vita quotidiana della nazione.

Considerato che nella vita politica italiana lo sport nazionale attuale è la delegittimazione della magistratura, ne consegue che la delegittimazione della categoria degli arbitri di calcio, in quanto essi stessi giudici, nel dianzi citato universo calcistico parallelo alla vita quotidiana, procede di pari passo. Quindi, all’opera demolitrice quotidiana e ripetitiva della magistratura fatta dall’attuale maggioranza politica, siamo nel dicembre del 2009, si aggiunge, come rafforzativo, l’opera demolitrice quotidiana e ripetitiva della classe arbitrale di calcio fatta dalla maggioranza del pubblico e dalla stragrande maggioranza dei giornalisti sportivi che ormai sono monomaniacalmente dedicati a questa demolizione quotidiana.

La domanda finale è perché tutto ciò non avviene con gli arbitri delle altre discipline sportive? Si può rispondere che in Italia le altre discipline sportive sono ormai ridotte al lumicino dalla dissennata mentalità pedatoria, che in ogni caso è voluta e quindi pilotata, per cui la presenza del gioco del calcio diventa addirittura quotidianamente ossessiva, senza che nessuno si ribelli. Il consenso a quest’andazzo ormai è a livelli di dittatura. Notare che non ho scritto football che considero ancora una nobile parola associata a un nobile sport. Non resta quindi che spargere qualche lacrimuccia sulla pietra tombale che si è posta su tutti gli altri magnifici sport esistenti nella normale cultura sportiva contemporanea.

Un ultimo esempio che mi intriga, la pallacanestro è uno sport al quale è riservata una piccola fettina dei grandi mezzi di comunicazione di massa, ma non muovendo voti all’interno dei meccanismi sociali più generali, sugli arbitri di pallacanestro non si è mai letto o ascoltato nulla di nulla. Il ciclismo, unico secondo e irrinunciabile sport nazionale, pur avendo i suoi arbitri/giudici di gara stranamente non li demonizza. E’ comunque nell’occhio della bufera per tutti i meccanismi dopanti, per cui il problema della demonizzazione degli arbitri è emigrato, in misura minore, verso la demonizzazione di quelli che fanno le analisi. Siatene certi, il giorno in cui nel ciclismo si troverà qualche valenza utile per poter portare acqua al proprio mulino del consenso nel campo della politica, scatterà rapidamente la costruzione dell’universo parallelo da demonizzare di cui dianzi ho parlato. E’ un vero peccato che l’intera categoria dello sport sia ormai contaminata da interessi di bassa macelleria politica che con i suoi pesanti comportamenti utilitaristici decide quando e come altri sport dovranno emergere oppure colare a picco.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.