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Dopo tempo, rivedendo il film, ho l’impressione di averlo finito da poco, sono passati tanti anni, non riesco neanche a contarli, e guardandolo mi sembra bello, con un velo che lo ricopre, un velo che è giusto che ci sia e che definirei vintage”. Così parla del suo film ‘Ultimo tango a Parigi’ il maestro Bernardo Bertolucci, ospite nell’ultima giornata del Bif&st 2018.

Il film, presentato in anteprima mondiale e in versione originale restaurata durante il Bari International Film Festival, è uno dei più famosi e controversi della storia del cinema. Girato nel 1972, interpretato da Marlon Brando e dall’esordiente Maria Schneider, Ultimo tango a Parigi è uno dei grandi capolavori del cinema italiano.

È il primo titolo, sicuramente il più atteso, di una serie di restauri che torneranno ad incontrare il pubblico dei cinema. Il capolavoro del maestro Bertolucci, in questa versione, si presenta ancora più incredibile. La lingua originale dona un spessore ai controversi personaggi; Marlon Brando si riappropria della sua incredibile personalità, dei suoi ritmi e del suo inconfondibile timbro vocale.

Quando parlai del film a Brando -racconta il maestro Bertolucci-, tra l’altro in un inglese improponibile, continuavo a raccontargli la mia idea e lui, quasi distratto, non mi guardava mai negl’occhi. Mi fermai e gli feci notare questa cosa e, sorridendo, mi rispose che avrebbe voluto vedere quando sarei riuscito a fermare il mio piede (muoveva in maniera quasi compulsiva il piede! n.d.r.)”."115546176-3841070f-1d79-4336-94e6-35a6d67744ee"

Dopo il primo incontro, Bertolucci e Brando, hanno continuato a vedersi tutti i giorni, a casa dell’attore, a Los Angeles, qui parlavano di tutto (come racconta il maestro), di vita, di morte, di esistenza ma mai del film. “Ero contento -continua Bertolucci- non parlare del film era segno del fatto che, da parte di Marlon Brando, non ci fosse alcun tipo di pregiudizio sulla mia idea.
Le riprese, poi, sono state una ‘pacchia’ (sorride!), sul set c’era una straordinaria armonia; anche il rapporto tra Brando e la Schneider era fantastico. Lui aveva nei confronti di Maria un atteggiamento quasi paterno e protettivo, lei lo coadiuvava e, addirittura, in alcune scene, si attaccava sulla fronte dei biglietti con le battute di Brando che, visto che detestava imparare a memoria il copione, poteva leggerle facilmente”.

Il restauro di Ultimo tango a Parigi è stato realizzato da CSC-Cineteca Nazionale in collaborazione con Grimaldi Film Productions e Metro-Goldwyn-Mayer Studios, a partire dai negativi originali, il film è stato scansionato a 4K 16bit presso il laboratorio Prasad Corporation di Los Angeles e poi restaurato digitalmente presso il laboratorio Fotocinema di Roma. La correzione del colore è stata eseguita presso il laboratorio LaserFilm di Roma sotto la supervisione di Vittorio Storaro, autore della fotografia del film, nonché ex allievo del Centro Sperimentale di Cinematografia.

Sono stato al Centro Sperimentale -continua il maestro-, il loro lavoro è stato incredibile, credo che un giorno riusciranno a restaurare anche i registi oltre ai film”.

Ultimo Tango a Parigi venne proiettato integralmente in anteprima mondiale nell’ottobre del 1972 a New York, e due mesi dopo in Italia, nel corso della Mostra internazionale del cinema libero di Porretta Terme, attestandosi subito tra i maggiori successi cinematografici del periodo con incassi da record.
E insieme al clamore arrivò, immediata, la censura, motivata con la presenza di troppe scene di sesso. Bertolucci, infatti, con questa pellicola si guadagnò, oltre alla consacrazione ad autore, una condanna per offesa al senso del pudore, con tanto di privazione dei diritti politici. Nella sentenza, infatti, il giudice, il 29 gennaio 1976, condannava “al rogo” il film per ‘esasperato pansessualismo fine a se stesso’.

Il film -continua il maestro- venne censurato, sequestrato, liberato e nuovamente sequestrato prima di essere condannato definitivamente al rogo. Oggi, fortunatamente, non esiste più quel tipo di censura”.
Qualche anno dalla condanna, Ultimo Tango a Parigi verrà rivalutato nella sua drammaticità, come un film sull’amore e sulla solitudine, complice una maggior distensione di giudizio e una visione più laica, o semplicemente un contesto storico diverso. Fino alla completa assoluzione nel 1987, che permetterà di distribuirlo nelle sale cinematografiche.
Oggi, torna nella sua splendida versione restaurata e disponibile, per chi non riesca a vederlo in anteprima questa sera al Teatro Petruzzelli nell’ultima sera del Bif&st, nelle sale il 21, 22, 23 maggio 2018 e distribuito da CSCP – la branca del Centro Sperimentale di Cinematografia–Cineteca Nazionale.

 

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.