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"TrailerTrailer Park è la nuova mostra di arte contemporanea che animerà dal 4 dicembre 2010 il Teatro Margherita di Bari. La rassegna presenterà opere oltre venti artisti italiani e stranieri, che il noto critico tedesco Joerg Heiser (co-editor della rivista Frieze, Londra) ha selezionato dalla collezione della prestigiosa Fondazione Morra Greco di Napoli. La mostra si colloca all’interno di un percorso avviato dal Comune di Bari ed annuncia futuri sviluppi di collaborazione per la conversione del Margherita in Centro per le Arti contemporanee. Come noto, il Teatro Margherita – inaugurato nel 1910 – è un originale edificio in stile Liberty situato nel vecchio porto di Bari in uno snodo cruciale che si fa cerniera tra il borgo antico e quello moderno. Costruito sull’acqua con un sistema di palafitte in cemento armato, fu dapprima un teatro d’intrattenimento in cui venivano rappresentati spettacoli di varietà e museo storico per diventare poi un cinema chiuso definitivamente nel 1980.

Ci sono voluti trent’anni per riaprirlo dopo complessi lavori di consolidamento che lo hanno restituito alla città perfetto nell’involucro esterno e nella statica, ma con un interno ancora da restaurare che ben si presta al dialogo con l’arte contemporanea. Un edificio ricco di storia e al contempo ricco di potenzialità per il futuro, non solo per la città di Bari ma anche per la Regione Puglia e per l’intero Meridione. Al fine di sviluppare queste potenzialità sono state messe in campo una serie di iniziative, tra cui questa estate un’ imponente installazione site-specific di opere di Jannis Kounellis, ed oggi Trailer Park rappresenta una sorta di banco di prova per il sogno di trasformare l’edificio in una casa permanente per l’arte contemporanea. La mostra ospita opere importanti di artisti internazionali come Jimmy Durham, Rodney Graham, e Manfred Pernice, nonché di artisti italiani di rilievo come Lorenzo Scotto di Luzio e Giulia Piscitelli. Un’opera commissionata all’artista austriaco Marko Lulic – un pannello per affissioni in stile hollywoodiano che sarà installato sul tetto del teatro e che potrà essere visto da una grande distanza – offrirà una riflessione, condita da un misto di audacia ed ironia, sulla possibilità di adibire in futuro l’edificio a museo.

Perché il titolo Trailer Park? Un “Trailer park” è un campeggio per roulotte o case mobili, spesso di natura improvvisata, una soluzione provvisoria nata dall’indigenza e dalla povertà. Pur non dimenticando che molti esponenti del mondo dell’arte non appartengono ad ambienti poveri ma borghesi (non tutti, ovviamente), gli artisti contemporanei prendono le distanze dalla ricercatezza “fatta per l’eternità” che spesso ci si aspetta dalle opere d’arte, favorendo invece la natura improvvisata, sperimentale di artefatti trovati o costruiti. Quello che accomuna molte delle opere in mostra – sculture, installazioni, collage, fotografie, film e video – è la volontà, talvolta intrisa di umorismo, altre volte molto seria, di sgonfiare la monumentalità nell’arte e nella cultura in generale. Un esempio è costituito dal collage Ping-Pong Monument (U.F.O.) (1971) del defunto artista slovacco Julius Koller, un pioniere dell’arte concettuale nell’Europa orientale. Il collage è un enorme monumento per un paesaggio urbano raffigurante una mano che regge una racchetta da ping-pong. L’intento è ridicolizzare gli enormi monumenti commemorativi che vengono spesso eretti dai regimi autoritari. Un altro spunto è offerto dalla scultura Untitled (keychain) (2004) dell’artista di Los Angeles, Eric Wesley, in cui una comunissima chiave è attaccata ad una grande costruzione fatta di tubi in pvc – una chiave che sarà impossibile perdere! Ancora, in un registro completamente diverso, il cortometraggio Charlotte (2004) dell’artista inglese Steve McQueen: vediamo in primo piano l’artista che tocca l’occhio della famosa attrice Charlotte Rampling, un gesto semplice di grande intimità e tenerezza, ma anche pieno di contenuta aggressività, che indaga sul rapporto tra gli spettatori e le star.

Un “trailer” è anche la breve presentazione di un film che sta per uscire, atta a stuzzicare le nostre aspettative; “park” invece fa gioco con lunapark, la sfaccettata esperienza associata al teatro di varietà che un tempo fu il Teatro Margherita. “Trailer park” in questo senso offre anche uno sguardo sul futuro rimescolando frammenti del passato. E’ il caso di una breve scena del monster movie del 1955 Il Mostro Dei Mari – un film che fu anche proiettato con successo al Teatro Margherita – in cui una piovra gigantesca attacca una città e attraverso cui vengono esplorate le ansie dell’uomo d’oggi in tempi di crisi; o l’opera di Seb Patane 16 Gennaio 1968, che si appropria di una immagine dello studente attivista Luigi Bobbio – oggi uno stimato professore di scienze politiche presso l’Università di Torino – mentre viene arrestato dalla polizia, sollevando la questione di cosa significhino oggi cittadinanza e impegno, ed il rapporto tra l’individuo e lo Stato. In questo senso “Trailer Park” è anche una proposta a non lasciare che l’erosione del sostegno dello Stato alla cultura, un fenomeno comune all’Europa intera ma presente soprattutto in Italia, sia data per scontato; l’iniziativa privata dei cittadini impegnati nelle loro comunità locali può stimolare ma non sostituire una cultura pubblica vitale per il futuro.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.