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"nm1"Ultima domenica in compagnia della rubrica "Storie di film e dintorni" a cura di Nicola Mascellaro. Si conclude l’appuntamento con le pillole cinematografiche dello scrittore con una nuova saliente puntata del lungo racconto dedicato alla settima arte. A che punto ci aveva lasciati la scorsa settimana?

Guardie e ladri.

Il film racconta la storia di un ladruncolo, Totò, e di un brigadiere dei carabiniere, Fabrizi, che a seguito di una denuncia per truffa tenta di acciuffare il malfattore il quale riesce a sfuggirgli. Inizia così un lungo inseguimento fino alla periferia di Roma, nel corso del quale momenti di grande ilarità si alternano con altrettanti, intensi momenti di umanità. Stremati dalla corsa, fermi, uno a poca distanza dall’altro, mentre prendono fiato ladro e tutore della legge si spogliano dei loro ruoli e danno inizio ad un dialogo che li accomuna come esseri umani scambiandosi consigli per lenire i loro acciacchi. Alla fine il brigadiere riesce ad arrestare il furfante, ma durante una sosta in una cantina, Totò beffa di nuovo Fabrizi e fugge.

La caccia riprende, ma questa volta il brigadiere Fabrizi, deve operare in abiti civili e senza l’aiuto dei colleghi, sospeso dal servizio rischia l’espulsione dall’Arma se entro tre mesi non riuscirà a consegnare il ladruncolo. Così, mentre Totò latitante evita di tornare a casa"nm2" propria perché sorvegliata, Fabrizi decide di ricorrere all’inganno facendo in modo che i figli del pregiudicato si frequentino con la sua famiglia tanto da entrare in amichevoli relazioni. Il sotterfugio funziona e Totò cade nella rete proprio l’ultimo giorno utile dei tre mesi accordati dal Comando a Fabrizi. Ma ormai, le cose sono cambiate e, dinanzi alla comune gioia delle due famiglie, riunite a tavola in casa di Totò per consolidare la loro amicizia, il brigadiere è visibilmente turbato: la sua coscienza è in lotta fra il dovere e la solidarietà verso una famiglia composta da brava gente, nonostante il capo famiglia è ‘costretto’ a vivere di espedienti. Così, proprio in casa di Totò i ruoli di cacciato e cacciatore si confondono. Il ladro ha comprensione per la ‘slealtà’ del carabiniere-Fabrizi, che ha cercato di salvaguardare il suo posto di lavoro, e questi, a sua volta, non ha più la forza morale di arrestarlo "e quasi costringe l’affettuoso angelo custode ad accompagnarlo in caserma" commenta Virgintino.

Guardie e ladri è soltanto in parte un film comico. In realtà affronta il tema dei rapporti umani in tempi e situazioni difficili nella vita di tutti, ma è proprio su questo tema che si appunta l’occhio vigile della censura. Le riprese del film iniziano a febbraio del 1951. Fanno parte del cast Ave Ninchi, ormai assidua nel ruolo di moglie di Aldo Fabrizi; Pina Piovani, moglie di Totò; Carlo Delle Piane e Alida Cappellini figli di Totò; c’è anche Rossana Podestà e Paolo Modugno, nella parte dei figli di Fabrizi, e vari altri compreso Aldo Giuffrè nel ruolo di Amilcare socio in ‘affari’ di Totò. La direzione della fotografia è affidata a Mario Bava noto nell’ambiente quale operatore veloce e professionale. Il film è girato tutto in esterni, in abitazioni vere tra la periferia e il centro di Roma e viene completato nel mese di giugno nonostante tutte le interruzioni provocate dalla coppia di comici durante le riprese… "Era impossibile – ricorda Carlo Delle Piane – restare seri e attenti al lavoro mentre Totò e Fabrizi venivano ripresi. Spesso anche loro si guardavano in faccia e senza una ragione scoppiavano a ridere. Erano attori eccezionali, con loro era difficile seguire il copione, le gag non venivano mai uguali. Si provava quello ch’era scritto, si girava, ed era diverso; si ripeteva ed era diverso ancora. A volte Monicelli "nm3"s’infastidiva mentre Steno si divertiva compiaciuto e tollerante".

Il 16 giugno Guardie e ladri è pronto per essere sottoposto al vaglio della censura dov’era addirittura ‘atteso’. Ed è bocciato! Era assolutamente intollerabile che un brigadiere della Benemerita, un rappresentante dello Stato, fosse considerato sullo stesso piano di un ladruncolo. Il film era una provocazione, un il tentativo di minare l’istituzione dell’Arma e dello Stato. Amen. Sforbiciato di alcune scene e battute, senza gravi danni dopotutto, Guardie e ladri è ripresentato il 19 luglio alla Commissione di Revisione Cinematografica presieduta dal trentenne Giulio Andreotti già sottosegretario allo spettacolo… e di nuovo viene respinto! Solo dopo diverse audizioni e delucidazioni, alla fine di ottobre, finalmente ottiene il nulla osta dalla censura e sarà, poi, distribuito nelle sale cinematografiche romane il 29 novembre. A Bari giunge il 31 dicembre.

Venduto in diversi paesi europei, ottiene un buon successo, ma in Italia è un trionfo: nella stagione 1951/52 incassa oltre 650 milioni di lire, un record mai raggiunto fino ad allora per un film di Totò. Nello stesso anno, presentato a Cannes, vince il premio per la miglior sceneggiatura e per il miglior film in concorso mentre Totò, il 27 novembre 1952 a"nm4" Cinecittà, è premiato, per la prima volta, con il Nastro d’Argento dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici. Intanto, Aldo Fabrizi, finito di girare Guardie e ladri, avvicina Mario Bava, l’operatore della fotografia che aveva già conosciuto sul set di Vita da cani, gli mette fra le mani un foglietto con l’abbozzo di una sceneggiatura, e gli propone di girare il film La famiglia Passaguai, di cui si è accennato, interpretato e diretto da se stesso e da una parte del cast di Guardie a ladri, Ave Ninchi, Carlo Delle Piane e Tino Scotti. Girato, grazie alle capacità di Mario Bava, in meno di un mese, il film è distribuito nelle sale cinematografiche prima di Guardie e Ladri. Anche la pellicola di Aldo Fabrizi è oggetto dell’attenzione della censura: gli ordinò di coprire le ‘nudità’ della signora Ninchi che in spiaggia mostrava spalle e gambe ‘scoperte’ nonostante il pur castigato costume, un pezzo unico, nero, in uso nel 1951.

Con questa puntata finisce Storie di Film, la lunga cavalcata di pellicole programmate e proiettate nei cinematografi di Bari nel corso del 1951.

Ringrazio chi mi ha seguito e spero di tornare presto con il 1952!

 

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.