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"piovani"Nell’amore le parole non contano, conta la musica”. Questo l’assunto dello spettacolo andato in scena l’altra sera a Trani con un artista da Oscar. Quello con il maestro e compositore Nicola Piovani – lui l’Oscar l’ha vinto davvero – è il quarto appuntamento della qualificatissima rassegna estiva Fuori Museo, voluta ed organizzata dalla Fondazione SECA.

Ad esibirsi con la splendida cattedrale romanica a far da naturale sfondo teatrale il maestro Nicola Piovani e il suo ensemble con “La musica è pericolosa”. Il titolo dello spettacolo è già un manifesto, una provocazione. La musica è pericolosa, come tutto quello che ci commuove e ci cambia nel profondo, ha dichiarato lo stesso Piovani in una recente intervista. La frase è di Federico Fellini, con il quale Piovani ha lavorato per i suoi ultimi tre film, ma è anche il titolo del primo libro del premio Oscar.

Una carriera artistica tangente figure di assoluta grandezza, come Vittorio De Sica, Federico Fellini, Giuseppe Tornatore, i fratelli Taviani, Mario Monicelli e tanti altri. Dal cinema al teatro musicale, alle musiche di scena,firma anche due album con Fabrizio De Andrè, scrive per il tour teatrale “Tuttobenigni” che include la celebre “Quanto t’ho amato”.L’oscar per la migliore colonna sonora del film “La vita è bella” di Roberto Benigni giunge solo a conclamazione della sua arte. L’attestazione che anche lui, Piovani, è entrato nell’Olimpo per essere annoverato tra i “grandi” che hanno fatto “grande” l’Arte italiana, soprattutto la settima arte e il teatro.

Lo spettacolo è un excursus non solo della sua carriera, ma soprattutto dei suoi percorsi mentali, che lo hanno portato alla composizione di alcune delle colonne sonore e dei temi per film indimenticabili. Così parte dal mito Piovani, si parte sempre dal mito, per spiegare che già i greci conoscevano la pericolosità della musica, basti pensare al mito di Orfeo, e poi modula la sua narrazione tra parole e musica, racconta pezzi di vita, il momento della creazione, dell’ispirazione. Un linguaggio contemporaneo il suo, per nulla affabulatorio, bensì aneddotico, mentre si viene letteralmente avvolti e cullati dolcemente dalle sue note, esattamente come la brezza marina che spirava lieve quella sera. Come se si fosse su un veliero e si navigasse a vista, e dinanzi si avesse solo una sconfinata distesa di blu, il mare, sì, il mare, esattamente dove si staglia fiera la cattedrale romanica, scenario che è già spettacolo in sé. Riduttivo chiamarlo concerto, “La musica è pericolosa” è un racconto in musica, mai scontato, narrato dagli strumenti che agiscono in scena: pianoforte, contrabbasso, percussioni, sassofono, clarinetto, chitarra, violoncello, fisarmonica. A scandire le stazioni di questo viaggio musicale Nicola Piovani racconta al pubblico il senso di questi frastagliati percorsi che l’hanno portato a fiancheggiare il lavoro di Fabrizio De André, Federico Fellini, Mario Monicelli, come dimenticare le colonne sonore di “Speriamo che sia femmina” e de “Il Marchese del Grillo”? E poi ancora registi spagnoli, francesi, olandesi, per teatro, cinema, televisione. I video proiettati integrano il racconto con immagini di film, di spettacoli e, soprattutto, immagini che artisti come Luzzati e Milo Manara hanno dedicato all’opera musicale di Piovani. Eccellente l’ensemble di musicisti: Marina Cesari sax/clarinetto, Pasquale Filastò violoncello/chitarra, Ivan Gambini batteria/percussioni, Marco Loddo contrabbasso,Rossano Baldini tastiere.

La narrazione in musica conduce poi a lui, a Benigni. Puro lirismo quando si leva “Quanto t’ho amato” di Benigni-Cerami-Piovani. Tanta gente la scorsa sera è andata a casa con il cuore gonfio di dolcezza e con in testa le note di quella canzone. E forse è questo il senso della musica, il suo mistero intrinseco, che rimanga qualcosa nel cuore e nella testa a chi si lascia cullare, a chi corre “il pericolo della musica”. Nel racconto teatrale la parola arriva dove la musica non può arrivare, ma, soprattutto, la musica la fa da padrona là dove la parola non sa e non può arrivare.

Il quinto appuntamento con la rassegna estiva Fuori Museo è per mercoledì 3 agosto con un gigante dello spettacolo, sempre travolgente: Renzo Arbore e la sua Orchestra italiana. 

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.