Tempo di lettura: 2 minuti

"pelliccia1"L’uomo, nel senso di maschio, lo vogliamo davvero in pelliccia? Parrebbe di sì perchè in tre giorni di sfilate milanesi per il prossimo inverno, pochi marchi si sono sottratti al fascino selvaggio del pelo. Se si aggiungono le centinaia di capi in pelle più o meno preziosa, ce n’è abbastanza per scatenare una guerra con gli animalisti. E’ pur vero che in alcuni casi, quello di Emporio Armani per esempio, si tratta di ecopelliccia, tra cappotti da orsetto e gilet in peluche che sembra quasi velluto. Ma va anche detto che altri marchi, quelli che hanno la pelliccia come pilastro della loro storia, innanzitutto Fendi quindi, hanno esibito una tale ricchezza di lavorazioni e fantasia da lasciare allibiti coloro che pensano alla moda come un qualcosa fatto essenzialmente di tessuto. Solo per citare alcune prodezze, il cappotto di pelle foderato di montone bianco e nero, la pelliccia di marmotta blu e cioccolata. Per non parlare della passerella, tutta di capra nera (che verrà riutilizzata, garantiscono). E poi i pellami preziosi: la superstar delle borse Fendi, la Peekaboo, ora è anche da uomo, ingrandita e perfino foderata di coccodrillo. Esatto, il prezioso rettile è solo all’interno, lo si scorge appena. Viceversa, il giubbotto che sembra di cocco, in realtà è di nappa pressata e impunturata a mò di scaglie, quindi cerata e tamponata a mano: il risultato è un capo che se fosse in vero coccodrillo costerebbe meno. Anche da Gucci la pelle fa parte del dna della casa: eccola dappertutto, perfino per le martingale o per i revers degli abiti in velluto nero da sera.

Ma dell’uomo in pelliccia vorremmo soprattutto parlare. Per dire innanzitutto che il messaggio del vello nasce dalla saturazione dei piumini, quei giacconi impermeabili che non mancano in nessun guardaroba, sobrio o di lusso che sia. Ce l’ha spiegato oggi Giorgio Armani in persona: ha detto che gli uomini sono un pò stufi degli imbottiti (e ha chiesto scusa a Moncler che deve la sua fortuna alle piume e al nylon) per questo la moda ora lancia il messaggio del vello al maschile. Non si sa quanto il segnale verrà raccolto, certo sulle passerelle è stato martellante sin dal primo giorno. Si è iniziato con piccoli capi e qualche dettaglio: t-shirt di montone decorato, cappucci pelosi e lunghe sciarpe, perfino martingale in pelliccia (che proprio non servono a dar calore) oppure sobrie sciarpette di shearling da accostare a bomber in montone rivoltato. Ma si è arrivati arriva in un crescendo allo yeti urbano di Bikkembergs, in coyote naturale profilato di pelle, e al lussuosissimo signore di Fendi, in cappotto di cashmere nero foderato di persiano rasato effetto breitschwanz, naturalmente reversibile, naturalmente inarrivabile.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.