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"manu1"Mens sana in corpore sano” scriveva Giovenale. Prendersi cura del corpo per giovare all’intelletto e allo spirito. Cosa aspettate allora per rimettervi in forza? Non sapete da dove iniziare? Ai più audaci potrei dare un consiglio: per un buon allenamento psicofisico suggerirei un concerto di Manu Chao, potrebbe proprio fare al caso vostro. Occorrente: scarpe comode e chiuse, tenuta leggera e fresca, una buona resistenza al divertimento. Personal trainers: José Manuel Arturo Tomás Chao Ortega, ai tempi “Oscar Tramor”, oggi meglio noto come “Manu Chao” e cinque musicisti pronti a scatenare due ore piene di salti, braccia levate al cielo, flessioni sulle ginocchia, esercizi per la voce e scioglimento del bacino. Fidatevi: il vostro corpo e la vostra mente ve ne saranno grati.

Ieri sera a Molfetta (BA) si è respirata un’aria tutta latina. A due passi dal porto, l’ampio spazio della Banchina San Domenico è riuscito a contenere il numeroso pubblico accorso ad uno degli eventi estivi più attesi: il concerto del cantautore e musicista franco-spagnolo più amato degli ultimi tempi, Manu Chao. In migliaia provenienti da tutto il sud Italia solo per lui. C’è stato chi non ha potuto ascoltarlo il 25 luglio nel concertone tenuto in Sila e chi non potrà assistere all’ultima data nel meridione del suo tour “La Ventura” il 29 luglio a Cagliari. Ospite d’onore della manifestazione Luci e Suoni a Levante, il “clandestino” è approdato sulle coste molfettesi dando vita ad una grande festa in onore della “buena "manu3"ventura”. Camicia a strisce bianche e gialle sbottonata a scoprire il petto, quel petto pieno di gioia ed energia su cui più volte l’artista ha battuto il microfono per comunicare al suo pubblico quanta emozione lo stesse facendo battere in quel momento. Al collo la chitarra con la tracolla dai colori giamaicani. Sulla testa un berretto calato sul viso ma da cui si riusciva a scorgere bene il sorriso soddisfatto che lo ha accompagnato per tutta l’esibizione.

Sul palco insieme a lui la formazione composta da Madjid Fahem (seconda chitarra), Philippe Teboul (batteria), Jean Michel Gambeat (basso) in pieno vigore nonostante le stampelle che lo hanno costretto a suonare seduto, arricchiti dal valido contributo offerto loro dalle trombe di due musicisti doc pugliesi. Due ore piene di pura energia che dal palco si è propagata su tutta la platea in un ritmo coinvolgente e continuo. Due sole brevi interruzioni che hanno dato modo ai “magnifici sei” di riprendere fiato dalle evoluzioni e dalla performance esplosiva generata. Il caldo non ha fermato il pubblico in "manu2"delirio sulle note di brani come Rumba de Barcelona, Clandestino, Se Fuerza la Maquina, Desaparecido, Me gustas Tu, Mala Vida, Mentira, El Viento e Welcome to Tijuna. Sudati fradici ma carichi e pronti a ballare su ogni pezzo. Un paio di ventilatori a rinfrescare il palco, qualche manciata di bottigliette d’acqua lanciate dagli stessi musicisti ai loro spettatori per rigenerarli. Manu Chao ha l’esperienza sul palco di un veterano e l’entusiasmo di un artista agli esordi. Dietro la maturità, il sorriso di un ragazzo. “È un mondo difficile, eh Tonino?” chiede l’interprete al vento. Eppure a quel mondo difficile di cui cantava Carotone Manu Chao, in una piacevole serata d’estate a Molfetta, ha risposto col sorriso invitando il pubblico a fare lo stesso. Due omaggi all’Italia: la canzone “Pinocchio” e il brano con cui è calato il sipario. Il cantante ha lasciato,infatti, ai due trombettisti salentini l’onore di chiudere in bellezza un concerto perfetto, i quali hanno suonato e cantato una canzone tradizionale made in Puglia, Ninella mia de Calimera. Due fuochi, quello franco-spagnolo di Manu Chao e quello salentino dei due musicisti, che hanno fatto scintille, alimentati dalla maestria di Fahem (in un meraviglioso assolo su Desaparecido), Teboul e Gambeat."manu4"

El viento viene, el viento se va”. Manu Chao ieri sera a Molfetta ha portato con sé una fresca brezza carica di emozioni ed energia positiva. Parte dalla Puglia per salpare alla volta della Sardegna, lasciando però il ricordo di un concerto che ha infiammato la platea e che, sicuramente, ha avuto benefici effetti sia sul corpo che sullo spirito di chi vi ha partecipato.

 

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.