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"b1"Quando si parla di arte fiamminga il primo nome che ci viene in mente è quello di Brueghel, inevitabilmente. E chi si accosta per le prime volte alla sua pittura affascinato dai colori e da quell’atmosfera di incanto e semplicità, facilmente rischia di smarrirsi fra nomi simili e opere dallo stile affine. Infatti Pieter Brueghel (1525 – 1569) è il capostipite di una dinastia di pittori che, sotto la sua influenza, hanno caratterizzato la pittura fiamminga per 150 anni fra il XVI e il XVII sec. coprendo un arco di quattro generazioni. Abbiamo così un Pieter Brueghel il Giovane, Jan Brueghel il Vecchio e il Giovane, nonché Abraham e Ambrosius Brueghel. Pertanto per allestire una mostra sulla pittura fiamminga l’Arthemisia Group ha puntato più sulla complessità dell’opera che sul singolo autore. A Palazzo Albergati di Bologna 107 quadri provenienti da collezioni private e musei, sono in esposizione su due piani, selezionati e organizzati da Sergio Gaddi e Andrea Wandschneider, e suddivisi in sette sezioni tematiche.

Seguace di Hieronymus Bosch, considerato il primo surrealista della storia dell’arte, Pieter Brueghel (il Vecchio) si affermò nella metà del ‘500 ad Anversa, in un periodo felice per la città che si andava sviluppando economicamente e culturalmente grazie ai traffici del suo porto. Viaggi, avventure e commerci della nascente classe borghese andavano celebrati e le case abbellite. Fare viaggi in Italia era quasi d’obbligo e di moda. In questo clima Pieter sviluppa una pittura manieristica il cui centro è la natura proprio mentre in Italia il Rinascimento esaltava la figura umana ideale con Leonardo, Tiziano e Michelangelo. Non"b2" pale d’altari né affreschi nelle chiese: anzi, Brueghel cala personaggi ed episodi religiosi in contesti contemporanei, mentre lo sguardo sull’uomo si fa indulgente, anche quando ne vengono denunciati vizi e peccati. I paesaggi (“Paesaggio fluviale con bagnanti” e “Paesaggio con parabola del seminatore”) hanno colori che ispirano una romantica serenità e creano, elemento frequente nello stile dell’epoca, un senso irreale di immensità grazie alla prospettiva tonale che sposta l’osservazione su un punto di vista alto e panoramico.

Seguendo il percorso si incontrano altri temi, primo fra tutti quello dell’umanità immersa in una visione stoica e calvinista in cui l’universo è regolato in maniera razionale ed ogni uomo ha un proprio ruolo. E’ proprio per questo che l’attenzione dei pittori fiamminghi si rivolge alle classi più umili, contadini soprattutto, in quanto più genuine e aderenti alla realtà. Ed ecco allora braccianti, ubriachi, mendicanti, figure anonime tratte dalla vita quotidiana dipinte nei particolari anatomici, di costume, senza compiacimenti né idillio, "b3"anche se in contesti da sogno: si litiga, si urla, si fa mercato, si corteggia, si gozzoviglia in allegria nel caos comico delle feste paesane, metafora dell’esistenza (“Danza nuziale all’aperta” di Pieter il Giovane). L’uomo diventa creatura goffa di scarsa dignità che con i suoi bassi istinti segue le strade della perdizione ma può trovare sempre un’opportunità salvifica.

Non manca il tema delle allegorie, molto sentito da Jan il Giovane, con raffigurazioni mitologiche: la pace e la guerra, la morte, ma anche le passioni come l’amore. Famosa è “L’allegoria dei quattro elementi”: l’aria come luce, l’acqua per le emozioni, la terra è la stabilità e il fuoco è il desiderio. Il dipinto presenta numerosi animali esotici (portati sulle navi di ritorno dai paesi lontani) mentre la natura lussureggiante è dettagliata in maniera maniacale.

E un’ultima riflessione va fatta sull’idea di vanitas e sul suo significato morale: ogni manifestazione di bellezza è destinata a finire per forza di cose, condannata dallo scorrere del tempo. E così si moltiplicano quadri di fiori in una esplosione violenta di colori dai toni vivaci, accesi, che emergono dagli sfondi neri: fiori bellissimi, ma destinati a durare poco."b4" Qua e là c’è una farfalla a significare la superiorità dell’anima.

E’ uno sguardo panoramico sulla pittura fiamminga nel suo momento storico migliore; una mostra che coinvolge lo sguardo e lo spirito e stimola anche l’interesse dei piccoli visitatori con un percorso mirato interattivo, intelligente e accurato.

A Palazzo Albergati di Bologna fino al 28 febbraio.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.