Junun: il chitarrista dei Radiohead incontra la musica indiana nel concerto di anteprima del Locus festival

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Il Teatro Petruzzelli di Bari, nella serata di ieri, si è tinto di note Indiane. Il progetto Junun ha aperto, con un’anteprima, il Locus Festival di Locorotondo rassegna musicale che comincerà il 9 luglio e proseguirà per tutti i weekend fino al 12 agosto.
Junun lega Jonny Greenwood il chitarrista dei Radiohead, il compositore israelo-indiano Shye Ben Tzur e la roboante orchestra di The Rajasthan Express. Il concerto prende forma da un disco registrato agli inizi del 2015 in uno studio in India. Un mix di testi in lingua hindi, urdu (‘Junun’, in urdu, vuol dire follia ma una follia che ha un accezione vicina all’amore, uno stato d’animo ambivalente) ebraica e kurda. Una tentativo, riuscito, di fusione fra le culture d’Oriente e d’Occidente.
Il connubio delle due culture si ritrova in un disco oltre che nel documentario diretto dal regista americano Paul Thomas Anderson che si intitola, appunto, Junun.

Dopo l’incursione di alcuni dei musicisti dell’ensemble che hanno sorpreso il pubblico barese emergendo inaspettatamente dalla platea, il concerto ha avuto inizio. Da subito sono emersi i tratti distintivi, festosi e avvolgenti, che hanno caratterizzato la serata. I musicisti sono saliti sul palco dove hanno trionfato in posizione centrale il polistrumentista Shye Ben Tzur e Johnny Greenwood diviso tra computer, chitarra e basso. La sua presenza, inizialmente poco preponderante, è emersa, poi, in alcuni pezzi con basi elettroniche che si sono fuse perfettamente con le sonorità orientali.
Un concerto che è riuscito a riunire le anime musicali dell’India, confluendo in un turbinio gioioso di voci, fiati e ritmi sincopati che è stato inevitabile ondeggiare a ritmo e seguire il mood anche da seduti.