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"junk-food"A quanti di noi piace mangiare un bel panino con hamburger e magari con wurstel e patatine all’interno? O magari cominciare la giornata facendo colazione con le nostre merendine preferite. E  perchè no, sorseggiare la nostra bevanda colorata preferita, magari fuori orario o durante una passeggiata. Ecco, in quel preciso istante, stiamo mangiando e sorseggiando cibi  e bevande "junk food". Per chi non lo sapesse, con questo termine si definiscono tutti quei cibi spazzatura ad alto contenuto calorico, ma di basso valore nutrizionale. Michael Jacobson, direttore del Center for the Science in the Public Interest, fu il primo ad usare queste due parole. Il "junk food", viene definito anche quello delle "calorie vuote", proprio perchè privo di nutrienti essenziali come vitamine, fibre, aminoacidi e minerali, indispensabili al nostro organismo. Ma quali sono i cibi e le bevande da evitare e che sono definiti "junk food"? Di seguito una classifica accurata con una sorpresa finale:

10 Gelato confezionato

9 Popcorn

8 Pizza surgelata

7 Patatine fritte

6 Patatine in busta

5 Insaccati ( salame, prosciutto)

4 Wurstel

3 Cornetti e ciambelle fritte

2 Bibite analcoliche gassate

1 Bibite analcoliche gassate dietetiche

"junk-food1"E la sorpresa è proprio questa. Al primo posto di questa classifica c’è la bibita analcolica gassata dietetica. La stessa viene scelta ed acquistata con la speranza che almeno  non possa far ingrassare o far male alla salute, ma questa bevanda contiene aspartame, un dolcificante artificiale che è causa di  numerosi danni al nostro organismo. É quindi sempre meglio leggere il contenuto di una bevanda o di un cibo prima di acquistarla. La questione  "junk food", riguarda  soprattutto la salute, ma anche l’educazione che soprattutto gli adolescenti ricevono dai genitori in tal senso. É statisticamente provato, infatti, che genitori meno attenti, hanno dei figli alla soglia dell’obesità, mentre altri invece che avvicinano gli stessi  anche ad attività sportive, ricevono da loro un’attenzione maggiore verso la qualità del cibo e di conseguenza risultati positivi per la crescita in generale. Il problema, poi, riguarda anche i media, sempre pronti a consigliarci cibi, mediante pubblicità televisive, tendenti ad ingrassare. Da un recente studio dell’ Università di Liverpool, ad esempio, si è notato che gli adolescenti sono molto più propensi a seguire pubblicità di cibo definito spazzatura, che non, ad esempio, pubblicità di giocattoli. Nove bambini su dieci, infatti a fine test hanno chiesto di consumare "junk food" e non giocare ad esempio al computer. E questo in Inghilterra sta provocando forti reazioni da parte dei genitori stessi che chiedono alle multinazionali di trasmettere le loro pubblicità solo in orari pomeridiani e non ventiquattro ore al giorno. C’è anche il fattore – dipendenza- allo studio di molti ricercatori e studiosi dell’alimentazione. L’allarme, infatti, parte da scienziati statunitensi, che su NatureNeuroScience, hanno pubblicato una notizia secondo la quale il mangiare in maniera sconsiderata cibi "junk food", possa provocare una vera e propria dipendenza. E la notizia ed il recente studio sono confermati anche in Italia dalla Coldiretti, la quale si dichiara molto preoccupata anche della situazione italiana.

"junk-food2"In Italia, infatti,  paese tendenzialmente attento al rischio obesità, sta crescendo il consumo di questo tipo di cibo "mordi e fuggi", e per questo la stessa Coldiretti ha firmato un protocollo d’intesa con il Ministero della Istruzione, per portare la questione obesità nelle scuole, e per cercare di educare gli adolescenti in tal senso, insegnando loro a mangiare in maniera sana. Qualsiasi problema, infatti, che un bambino può avere nel corso della sua crescita, si cerca di risolverlo dalla base, e quindi, in questo caso dalla famiglia e dalla scuola. Che sia questa la strada giusta per combattere l’obesità, il vero male oscuro del secolo?

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.