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"f"Un appartamento da abbandonare perché il palazzo sta crollando; uno spazio teatrale in cui i due protagonisti, Emad (Shahab Hosseini) e Rana (Taraneh Alidoosti), sono attori dilettanti e infine una nuova casa da vivere (abitata fino a poco tempo prima da una prostituta). Si gioca su tre spazi ‘The Client’, il film di Ashgar Farhadi, premiato a Cannes per la sceneggiatura e l’interpretazione maschile di Hosseini, che arriva in sala in Italia il 5 gennaio distribuito da Lucky Red.

E’ una storia familiare, di gelosia, di vendetta, di rapporti umani, di differenti classi sociali e di violenza che si proietta, a pieno diritto, verso gli Oscar: è infatti nella shortlist per il miglior film straniero (statuetta che Farhadi ha già vinto con ‘Una separazione’ nel 2012) ed è anche nella cinquina per i Golden Globes.

Tutto parte da uno stage teatrale composto da una camera da letto, una sala da pranzo e una seconda camera da letto al piano superiore. Poi le immagini di ‘The Client’ passano alla fuga di Emad e Rana dall’appartamento che sta per crollare e, infine, si arriva nella nuova casa. Un’occasione da non perdere segnalata da un amico (interpretato da Babak Karimi). E proprio in questo nuovo appartamento, appena occupato dalla coppia con bambino al seguito, accade una cosa intollerabile. Uno sconosciuto, cliente della prostituta, entra nell’abitazione e scambia Rana, da sola in bagno, per la sua amata escort. Una cosa, questa, intollerabile per Emad che, nonostante sia un iraniano evoluto, ha solo voglia di vendetta, di cancellare l’onta che ha subito. Per lui, che di giorno insegna in una classe di adolescenti, questo occasionale episodio diventa un’ossessione. Si "f2"trasforma così in un detective e va sulle tracce dell’uomo che lo ha offeso. Quando lo trova dopo una lunga inchiesta, scopre che in realtà è solo un anziano e pacifico manovale, ma in Emad resta intatta la rabbia di vedere il poveraccio che ha profanato l’intimità della sua casa, umiliato.

Da qui il film scivola verso le sue estreme conseguenze. Quei rigurgiti di tradizione, di vendetta che sono montati in Emad, e che forse neppure sapeva di avere, declinano ancora di più verso le regole ancestrali più estreme della sua cultura. Per l’anziano colpevole, non bastano così le umiliazioni già inflitte da Amad che lo ha convocato a casa con una scusa: lo aspetta una confessione davanti a moglie, figli e cognato. Insomma la gogna familiare della sua colpevolezza.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.