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"ilmaratoneta"Babe Levy, figlio di un importante storico americano assiste da bambino al suicidio del padre, accusato di attività antiamericane.

Il ragazzo è uno dei migliori studenti di storia prossimo alla laurea e a causa del fratello, verrà coinvolto in una torbida vicenda. Infatti Doc, il fratello maggiore, decide di abbandonare il suo segretissimo incarico al servizio di un vecchio criminale nazista esiliato in Uruguay, questo comporterà la sua morte e l’inevitabile coinvolgimento del timido studente in un sistema pericoloso che lui ignora.

Il bravissimo Dustin Hoffman, nei panni di Babe, urta contro la crudeltà della storia, dai libri universitari passa al contatto fisico con la “Storia” stessa, venendone travolto. In questo film c’è l’America con le sue contraddizioni.

Il giovane studente alla morte del padre, smarrisce automaticamente il concetto paternalistico-protettivo dello stato (in questo caso americano), vivendo smarrito nel tentativo idealistico di resuscitare suo padre quindi l’idea di stato.

Il suo esame di storia sarà il nazista Szell con cui si scontrerà e più che una rivalsa ebraica, voluta dal romanzo di William Goldman, in realtà riguarda, negli anni ’70, lo scontro dei figli dell’America, invece oggi lo scontro e lo strappo riguarda anche l’occidente.

Il regista inglese sembra proseguire almeno negli effetti (talvolta gratuiti) e nella violenza (efficace), l’umore del precedente de “Il giorno della locusta”(1975), perdendo quindi di personalità. In compenso, “Il Maratoneta”, è un best-movie che tiene lo spettatore col fiato sospeso. Ormai è storia del cinema la tortura del nazista-dentista.

Proprio l’incedere senza misura negli stilemi del thriller va’ a soffocare la pur accennata critica alla presunta ma «SICURA» democraticità del sistema americano, ricordo che si è in pieno “watergate”.

L’America commise i suoi errori (maccartismo e Nixon) e ci si chiede se continua a commetterli e il film ovviamente pone questi interrogativi.

I grandissimi attori del film, hanno sicuramente elevato il buon ritmo dell’opera: Hoffman premio Oscar ma soprattutto Laurence Olivier completamente nei panni, di un nazista molto “SICURO” della sua indimenticabile interpretazione.

È triste morire senza aver visto “Il Maratoneta” !

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.