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I sogni non fanno rumore è l’esordio letterario di Roberta Dieci, un’opera che mette al centro il sentimento dell’amore per poi deviare dal suo percorso e mostrare un’anima misteriosa, che suscita un momentaneo smarrimento nel lettore. La svolta imprevista che accade nel romanzo è straniante come quando il treno su cui si sta viaggiando imbocca una galleria: il buio, il repentino cambio di paesaggio, anzi, l’assenza di paesaggio, rendono l’idea della sensazione di confusione che riesce a creare l’autrice dopo oltre metà del libro. Una confusione che lascia subito spazio alla comprensione di ciò che si è letto fino a quel momento, come se tutti i pezzi andassero al loro posto; nonostante la trama scorresse lineare, un cambio di prospettiva mostra invece quanto la realtà raccontata e percepita fosse lontana dalla verità. E ancora il treno sembra essere una buona metafora per definire la fusione di passato e presente, e di esistenze che si incrociano: il treno è il non-luogo per eccellenza che permette alla protagonista Giulia e al personaggio della professoressa Anceschi di perdersi nel tempo, nelle memorie e nelle riflessioni sulle loro vite e sugli amori che le hanno segnate.

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Roberta Dieci

Il loro rapporto è il fulcro della narrazione, esplorato spesso nel tragitto condiviso sul treno tra Modena e Bologna; un rapporto che si esplica nella frase della professoressa: “faremo il viaggio insieme”, che sembra voglia indicare non solo il percorso materiale che le due donne compiono tra due punti spaziali, ma l’attraversamento di una delicata fase della vita in cui una è l’appoggio dell’altra. I sogni non fanno rumore è un viaggio che porta la protagonista a scoprire parti di sé ancora inesplorate, è un percorso di crescita e di consapevolezza che mostra la fulgida bellezza della vita ma anche le sue zone d’ombra, in cui risiede la sofferenza, la perdita, il lutto, il rimpianto. Roberta Dieci decide di raccontare una storia delicata e amara allo stesso tempo, in cui si riflette sul bisogno irrazionale di trattenere il ricordo di chi non è più con noi, fino a vivere in un perenne passato che sbiadisce il presente e rende invisibile il futuro. In cui si riflette anche sul potere salvifico e catartico della scrittura, e sull’influenza che ha la parola scritta e parlata sull’animo umano. È infatti presente nell’opera un gusto per la citazione letteraria: da Platone ad Apuleio, da Shakespeare a Goethe, ogni richiamo ricorda che sono tanti i modi in cui possono essere raccontati e in cui si racconteranno sempre l’amore e il dolore.

Antonella Quaglia

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.