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E’ da qualche giorno sugli schermi cinematografici a stelle e strisce il film intitolato al sassofonista e cantautore partenopeo Enzo Avitabile.

Enzo Avitabile Music Life, si intitola il documentario-evento che il regista Jonathan Demme, premio Oscar per la regia (e non solo) del film Il Silenzio degli Innocenti e autore di altre celebri e non meno affermate pellicole come Philadelphia, The Manchurian Candidate e Rachel sta per sposarsi, nonché documentari e videoclip musicali – ha dedicato proprio all’artista partenopeo.

E’ stato lo stesso regista a spiegare di essersi imbattuto un giorno nella musica dell’eclettico e sperimentale cantautore italiano e di esserne, novello Paolo di Tarso sulla via per Damasco, rimasto folgorato: “Cinque anni fa, stavo ascoltando un programma alla radio mentre guidavo sul George Washington Bridge, a New York, quando ho incontrato per la prima volta la musica di Enzo Avitabile. L’impatto che ebbe su di me fu devastante. Pur non capendo le parole, quella musica è entrata dentro di me, e non mi ha più lasciato”. Da qui l’incontro con Avitabile,  avvenuto in occasione del Napoli Film Festival di qualche anno fa, e lo spunto per il docu-film che racconta la storia biografica e musicale dell’artista napoletano – da Demme stesso definito l’erede spirituale di John Lennon – partendo proprio dalla sua città natale, Marianella, che incarna quella Napoli crocevia di sapori, odori e colori ma al contempo punto nevralgico di contraddizioni e debolezze umane, per poi proseguire in tutti quei luoghi fisici e spirituali che hanno ispirato e nutrito la world music del sassofonista, nel suo tipico stile diretto e verace, e che a tal proposito ha avuto modo di sostenere: “Ho raccontato e rivisitato luoghi e ricordi, una sorta di passato con gli occhi del futuro in un presente pronto ad accogliere musicisti amici e suoni del mondo, al di là dello spazio e del tempo". Musicisti forse sconosciuti ai più poiché non appartenenti alla scena mainstream, ma dotati di un loro stile musicale improntato alla valorizzazione delle proprie radici culturali, un tema questo che emerge dalla stessa musica di Avitabile, il quale canta sovente in napoletano (“il dialetto, simbolo di appartenenza alla terra, mi ha permesso di andare incontro al mondo e di raccontarlo") ed esprime un sound che richiama i vari suoni e ritmi del mondo: dalla black music fino ai ritmi europei, latini, africani e, naturalmente, mediorientali. Musicisti e amici di collaborazioni e jam sessions memorabili come Daby Touré, Djivan Gasparyan Trio, Hossein Alizadeh, Naseer Shamma, Gerardo Núñez, Ashraf Sharif Khan, Trilok Gurtu, Amal Murkus, Luigi Lai, Eliades Ochoa, Zì Giannino Del Sorbo e Bruno Canino. Tutti uniti nel nome di quel linguaggio universale che, come ricorda lo stesso Avitabile in quest’opera cinematografica, altro non è che la musica.

Il film, già presentato fuori concorso a settembre dello scorso anno alla 69.ma Mostra del Festival del Cinema di Venezia, distribuito da Microcinema e prodotto da Dazzle Communication col sostegno di Rai Cinema, del Mibac e del Banco di Napoli, approderà – dopo l’uscita nelle sale statunitensi – nel nostro Paese il 18 e 19 novembre prossimi.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.