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"Aung-San-Suu-Kyi"
«Usate la vostra libertà per aiutare la nostra libertà» è il messaggio che l’attivista birmana Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace nel ’91, donna simbolo della lotta non violenta per la democrazia lascia agli spettatori di The Lady, il film biografico su di lei fortemente voluto dalla bella attrice malese Michelle Yeoh e dal marito ex dg della Ferrari, Jean Todt che lo ha coprodotto.

A dirigerlo ("dopo aver letto la sceneggiatura ho pianto e cancellato tutti gli impegni per 18 mesi pur di non lasciare il progetto ad altri registi») è Luc Besson che con la moglie Virginie Silla lo ha prodotto.

The Lady ha aperto fuori concorso il Festival internazionale del film di Roma (27 ottobre – 4 novembre) a sottolineare un’edizione "al femminile" ma non ha ancora una distribuzione italiana, mentre non si esclude che potrebbe arrivare sul palcoscenico degli Oscar "e sarebbe un modo per continuare a tenere i riflettori su questa donna eccezionale con un marito ideale", secondo le parole di Besson.

Il film, un classico biopic con commozione finale, non affronta direttamente la dimensione politica di Kyi, i suoi scritti, il manifesto del suo partito che cerca di rovesciare democraticamente il regime birmano considerato da Amnesty International tra i peggior al mondo per i diritti umani, ma si concentra sulla sua storia personale. "Abbiamo chiesto il permesso alla famiglia e ci è stato concesso, uno dei figli ha anche visto il film. Aung San Suu Kyi non l’ho potuta incontrare, ma sapeva che questo film era in nome suo e del suo popolo, anzi si faceva proprio per dare sostegno alla sua lotta. In the Lady però abbiamo voluto raccontare la sua passione: leggendo la sua storia ci si interroga su come abbia potuto rinunciare alla famiglia per proseguire nel suo progetto politico e all’inizio confesso non sapevo se mi fosse stata simpatica. Devo dire che emerge il ritratto del marito, l’inglese Mickey interpretato da David Thewlis che accetta per amore suo ogni prova e si batte a livello internazionale per la sua libertà". Durante le riprese, gran parte in Thailandia in segreto (titolo del film cambiato e nessuna informazione concessa), a Suu Kyi il regime birmano il 13 novembre 2010 ha concesso la libertà dalla sua residenza sorvegliata e senza contatti con l’esterno: "abbiamo idealmente festeggiato anche se non è una vera libertà perchè il partito è stato sciolto e lei se uscisse dalla Birmania non rientrerebbe: Ma che il comico Zagana, voce democratica di quel paese, è stato liberato una settimana fa e questo è un bel segnale".

Per interpretare Suu Kyi, Michelle Yeoh è dimagrita 5 kg, ha imparato il birmano e visto centinaia di documenti d’archivio per imparare a muoversi come lei, "anche se non dovevo imitarla ma interpretarla. Ho sentito forte quest’impegno: lei è una donna amata da tutti gli oppressi del mondo. Volevo trasmettere il significato dell’amore vero per un popolo", ha concluso l’attrice invitando il pubblico a collegarsi al sito www.yourfreedom.net

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.