Tempo di lettura: 5 minuti

"d1"Pubblico su di giri a Bari per Dignità Autonome di Prostituzione – in programma all’AncheCinema Royal (Corso Italia, 112) sino a domenica 13 novembre -, lo spettacolo fortemente voluto dall’assessorato alla cultura e al turismo del comune. Dopo aver conquistato Napoli, Roma, San Marino e Lecce, la “creatura” ideata dal genio di Luciano Melchionna – sulla base del format realizzato insieme a Betta Cianchini – seduce anche Bari. Chi ancora non sia riuscito ad andare a vederlo in questi giorni, ha ancora un fine settimana a disposizione per lasciarsi ammaliare da DADP.

Colletti vittoriani per gli attori della tappa barese ispirata a Shakespeare. Sarebbe difficile però, forse anche inopportuno, tentare di descrivere lo spettacolo. Un’esperienza da provare, più che da raccontare. Anticipare qualcosa riguardo lo show andrebbe probabilmente a ledere l’effetto sorpresa che coglie chiunque partecipi a questa grande festa in onore dell’arte. Per chi non lo conoscesse, DADP si presenta dal 2007 – ha festeggiato 9 anni di attività lo scorso 3 novembre – come la “casa chiusa dell’arte”. Riunisce attorno a sé un numero crescente di attori che “hanno fame di dignità” e desiderio di trasmettere emozioni. Come arrivare sulla pelle di un pubblico ormai quasi impermeabile alle lusinghe del teatro? L’idea di Melchionna e Cianchini, nella sua"d5" semplicità, è stata rivoluzionaria: accostare il mestiere dell’attore al lavoro più antico del mondo. Il cast di DADP diventa dunque, grazie al lavoro certosino del regista Melchionna, una “famiglia” di cortigiani e maîtresse desiderosi di offrire le loro prestazioni (artistiche) allo spettatore/cliente.

Prima che lo spettacolo inizi, ad ogni spettatore è data, insieme al biglietto d’ingresso, una mazzetta di dollarini con cui dovrà contrattare la cifra delle prestazioni offerte dagli attori. Quel che succede dopo è una sorta di transfer nell’universo immaginifico, in bilico tra realtà e finzione, costruito dalla mente del “Papi” Melchionna. Lo spettatore entra in punta di piedi in un mondo parallelo in cui lo sguardo tende a disperdersi tra diversi punti dello spazio, ognuno occupato da uno dei protagonisti di DADP. E qui va al regista il primo doveroso merito: la capacità singolare di reinventare gli ambienti attraverso i suoi attori, sempre rigorosamente calati nel ruolo che si sono scelti. Una visione di insieme organica e coerente che riempie tutto lo spazio. L’ambiente è trasformato in una vera e propria casa del piacere con tanto di stanzette in cui fare appartare gli attori con il pubblico per godere di piccole “pillole di piacere” lontani da occhi indiscreti. Per la tappa di Bari dall’AncheCinema Royal è stata smantellata buona "d3"parte delle sedute in platea e sono stati resi disponibili un pullman di linea, un furgone e le sedi della CISL, CGIL e UIL.

La struttura dello spettacolo si articola in 3 momenti principali: un prologo di benvenuto, le “liaison” con gli attori, il gran finale di congedo. DADP è come se fosse un meraviglioso gioco che, come tale, ha delle regole. Si ride e si scherza ma l’arte è una cosa seria a cui mostrare rispetto e l’attore ha un valore. E anche in questo torniamo a congratularci con Melchionna, per essersi circondato da un cast di attori di primo livello, in grado di riuscire ad ammutolire anche i giovanissimi studenti liceali che in questi giorni hanno assistito allo spettacolo. Vedere gruppi di adolescenti, sulle prime imbarazzati e scanzonati, poi farsi rapire dalle performance dei vari membri di DADP è stata la dimostrazione lampante del talento del cast che a Bari si è ritrovato a misurarsi con Shakespeare divenuto soggetto ispiratore dell’intero spettacolo. I riferimenti al Bardo non sono didascalici, non potrebbero esserlo in una messa in scena che fugge dalla banalità come DADP. Shakespeare è la fonte a cui gli attori si sono rifatti per meglio caratterizzare il loro personaggio mentre, materia delle loro performance, sono testi liberamente ispirati alla drammaturgia del poeta inglese e riadattati dal visionario Melchionna. Nuovi meriti al suo indirizzo.

Tutto ha una ragione, tutto è curato nel più piccolo e significante dettaglio dal regista. A "d6"partire dalla lingua in cui si esprimono i suoi cortigiani. L’unico spazio concesso al “volgare” in DADP è proprio questo: gli attori ricorrono sovente al dialetto, la lingua del cuore che arriva dritta alla pancia di chi l’ascolta, strumento ideale con cui suscitare emozioni pure e spontanee. Abbiamo fatto cenno degli spazi ma, che dire dell’atmosfera? L’impressione è di aggirarsi tra i vicoli di un vero e proprio red light district sul sottofondo di motivetti popolari e non, suonati dal vivo da parte del cast. Si segnalano per la tappa di Bari, in particolare, i brani di Momo, tra cui un intenso pezzo sull’alzheimer, e le musiche corali composte dalla magnetica Erma Pia Castriota alias Her.

“Non si sa quello che succede all’interno delle stanze in cui il pubblico si apparta con l’attore. Lo divertirà ma non è detto che lo faccia ridere”, così si era espresso Melchionna durante la conferenza stampa in cui aveva presentato la tappa di Bari. Non potremmo che ammettere la veridicità delle sue parole e tornare a dire chapeau al suo indirizzo. DADP è uno spettacolo che gioca con le apparenze: si presenta come un grande circo per poi mostrare un volto completamente inaspettato. Nella dimensione intima delle stanze del piacere, ricavate nei dintorni dell’AncheCinema Royal, abbiamo assistito a monologhi sull’amore ma anche sul male, su dio e sull’anima. L’intensità dell’esecuzione, amplificata dallo spazio ridotto in cui lo spettatore stabilisce un inevitabile contatto visivo ed empatico con il “suo” attore, riesce a commuoverlo e a fare presa sulle sue emozioni. La chiave che ha decretato il successo dello spettacolo in tutto il Paese.

"d2"Emozioni, apparenze, paradossi e contrappunti. Sono questi gli elementi che caratterizzano DADP rendendolo unico nel suo genere. A Luciano Melchionna, assoluto deus ex machina di questa incredibile creatura spettacolare, rivolgiamo un ultimo merito: la capacità di mettere a suo agio lo spettatore sino a farlo “sbottonare”. L’obiettivo è raggiunto grazie ad un percorso costruito tassello per tassello: il pubblico deve essere prima accolto, poi accompagnato, infine omaggiato. Il “Papi” sa come adescare e conquistare i suoi spettatori. Se nella parte iniziale dello spettacolo c’era un’atmosfera dark ad accogliere il pubblico, sul finale, quando ormai le inibizioni sono cadute, spazio invece ad una grande festa con toni da Broadway.

Il risultato? Si sarà intuito, date le favorevoli parole appena spese per l’intero cast di DADP e per il suo pater familias. Ma la risposta preferiamo affidarla al commento di una spettatrice che abbiamo intercettato al termine dello show: “Siamo usciti tutti felici dal teatro”. In poche parole la più valida ragione per approfittare di questo week-end per andare (o tornare) all’AncheCinema Royal.

Dignità Autonome di Prostituzione a Bari è: Patrizia Bollini, Antonio Caddeo, Lorenzo Campese, Betta Cianchini, Veronica D’Elia, Sandro Stefanini, Renato De Simone, Adelaide Di Bitonto, Adriano Falivene, Emanuele Gabrieli, Emanuela Gabrieli, Martina, Galletta, Giglio, Her, Giulia Maulucci, Gianluca Merolli, MOMO, Pontrandolfo, Paola Sambo, Adele Tirante e con  Dario Eros Tacconelli, Benedetta Piccinonna, Cristel Caccetta, Francesco Zaccaro e Giuseppe Scoditticostumi Milla.

Luci: Salvatore Palladino, Gianni Caccia

Audio: Luigi Di Martino

Assistenti alla regia: Sara Esposito, Agostino Pannone

Regia: Luciano Melchionna

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.