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Il Nero di Troia, per importanza terzo vitigno autoctono pugliese a bacca nera dopo il Negroamaro e il Primitivo, si candida a diventare il primo distretto sostenibile del Sud Italia, grazie alla presenza del parco rurale dell’Alta Murgia, per far sì che questa zona vinicola tra le province di Bari e Barletta-Andria-Trani "diventi un cru produttivo". E’ l’obiettivo annunciato dal presidente del Consorzio di tutela vini Doc Castel del Monte Francesco Liantonio in un recente convegno a Corato sul "regale vino di Puglia", che dal 1988 nel logo riproduce la pianta del castello federiciano, simbolo Unesco e monumento con storia millenaria.
Nel confronto, esperti enologi e di marketing hanno concordato nel definire il "2015 l’anno del Nero di Troia" perchè, grazie alla speziatura di sottobosco oggi di tendenza, si presta ad una facile beva e dunque al mercato dei giovani, ma è al contempo predisposto all’invecchiamento, grazie all’evoluzione del vitigno capace di longevità, e quindi per palati importanti. Oltre 1900 ettari iscritti alla denominazione, circa 3 milioni le bottiglie Castel del Monte tra Doc e Docg prodotte, unica realtà consortile del Mezzogiorno chiamata a partecipare a un progetto decennale sulla tracciabilità.
"Oggi c’è certezza dei dati – ha sottolineato Liantonio – e il bellissimo rapporto consolidatosi tra vitigno, territorio e vino ne fanno di fatto un cru. L’età media dei viticoltori è 40 anni, e questo significa che è avvenuto il ricambio generazionale e c’è spazio per i giovani. Per essere pronti a ricevere wine lover occorre tuttavia strutturarsi – l’appello del presidente del Consorzio a Istituzioni e alle 16 aziende del territorio – senza pensare di essere arrivati. Dobbiamo continuare ad avere le scarpe sporche di terra e mai dimenticare di essere ambasciatori di un territorio predisposto allo sviluppo sostenibile".