Tempo di lettura: 3 minuti

"GabrielleBreaking in diretto dall’australiano James Mc Teigue è un thriller d’azione che ha la sua principale attrazione nell’interprete, Gabrielle Union, attrice afroamericana ed ex modella, che l’ha anche prodotto.

Il cinema statunitense ha negli ultimi anni valorizzato gli attori e i registi di colore, candidandone parecchi agli Oscar, mentre Breaking In  pure appartenendo a un genere che non avrà mai l’onore di una nomination, rimanda alle pellicole "black" degli anni Settanta, come Shaft.
Qui la novità  sta appunto nell’interpretazione della Union che si batte, anche fisicamente, contro una banda di criminali che ha sequestrato nella casa da lei appena ereditata i suoi due figli, un maschio e una femmina.
I quattro delinquenti sono bianchi (uno di essi  è messicano).
E così abbiamo da un lato lo stereotipo di una lotta di classe, o di razza, ribaltato.
Il tutto è completato  dal fatto  che la magione che il padre   ha lasciato a Shaun Russell/Gabrielle Union  ( dopo morte violenta) contiene  al suo interno un tesoro di banconote che l’uomo, un delinquente di alto profilo, aveva  accumulato durante i suoi ultimi traffici.
Questa ambiguità della sceneggiatura fa il paio, nella vita reale,con la storia personale di Gabrielle Union:l’attrice, che ha iniziato la sua carriera in  sitcom    televisive , ha scritto nel 2017 un libro di memorie nel quale racconta il suo impegno di attivista contro i soprusi e le violenze alle donne, "We’re Going to Need More Wine". Non a caso proprio lei, nel 1992, mentre lavorava part time come commessa nel negozio di scarpe della catena Payless Shoe Store, fu sequestrata e stuprata da un rapinatore.
Adesso la sua interpretazione di "vendicatrice" contro la violenza casalinga  in questo Breaking in assume un sottotesto particolare, unitamente alla sua opinione sul cinema americano. . Infatti la  Union contesta i ruoli affidati ad attori neri, coloro cioè che nella fattispecie  devono necessariamente recitare affiancati da fidanzate o mogli di colore.
Breaking In ha una trama molto semplice: Shaun (Union) per salvare i figli da morte sicura da parte dei rapinatori, li combatte con armi impari ma efficacemente.
Grazie alla sua intelligenza, la lotta si fa spietata. La donna ha dalla sua il vantaggio di trovarsi   fuori dalla megavilla dell’ambientazione, che è, tra  l’altro, protetta da tecniche sofisticate e gode di ogni più miliardario  e aggiornato comfort. Ma la costruzione è ormai preda dei violenti rapinatori che ne minano tra l’altro l’integrità.
E così questa eroina diventa un mix tra Rambo e Karate Kid, mentre il confronto  serrato con il capobanda a livello psicologico è tra le cose più riuscite del film. Il leader dei delinquenti,Eddie, è interpretato da Billy Burke, noto per la saga di Twilight. Completano la sfilza dei bulli Richard Cabral (messicano, attivo in tv), il canadese Levi Meaden  nel ruolo di Sam (il meno "cattivo") e l’attore-cantante Mark Furze, mentre i figli di Shaun sono Ajiona Alexus, 22 anni (ha iniziato la carriera a 12) e Seth Carr (11 anni, iniziò  a lavorare  a pochi mesi di vita, come baby modello).
La semplicità della trama non inficia la qualità del film che si ammira per i colpi di scena e la suspense ben organizzati.
Le riprese si sono svolte a Malibu.
Che l’opera appartenga però totalmente a Gabrielle Union come identificazione è ben chiaro dal manifesto, dove l’attrice, in t shirt bianca  su sfondo nero domina il poster come un’autentica star mentre una scritta rossa a caratteri cubitali la sovrasta: "La rivalsa di una madre".
C’è da dire che la pellicola costata appena 6 milioni di dollari, ne ha incassati finora oltre 48, dunque ha sbancato. Ma l’interpretazione della Union, per la quale il pubblico reclama nuovi ruoli da protagonista è stata apprezzata più del film, ritenuto da molti critici  un po’ troppo schematico.

 

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.