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"anarchie"Nel cuore del quartiere murattiano attraverso una porticina si ha accesso ad uno spazio incantevole, pronto a regalare confronto e scambio a chi vi fa il suo ingresso. L’alto soffitto a volta in pietra e l’atmosfera calda e pacata che vi si respira restituiscono l’impressione di essere capitati all’interno di un organismo pulsante e vivo, in cui l’espressione possa essere libera di vagare e riprodursi in una delicata eco. In fondo, illuminata da un faretto e su un piedistallo, una sedia rossa chiazzata di macchie di colore dorato, da cui un gabbiano in legno sembra pronto a spiccare il volo, come spesso accade alle idee. È questa la cornice entro la quale si è tenuta questa mattina la conferenza con cui è stata presentata la rassegna “Armoniche Anarchie” presso il Laboratorio d’Arte Politica (via De Rossi, 9). Una conferenza che nella più completa naturalezza ha subito assunto l’aspetto di una conversazione amichevole, un coro di voci ed impressioni pronte ad offrire all’altro la propria esperienza e il proprio sentire, in linea con lo spirito che anima i membri dell’associazione e l’iniziativa stessa: “Armoniche Anarchie”, appunto. Laddove per “anarchia” si intenda il rifiuto di incasellare la libera espressione del sé sotto un’etichetta o una corrente che sia, laddove per “anarchia” si intenda piuttosto una forma di rivendicazione del proprio modo di sentire e volerlo comunicare al destinatario nella sua essenza più profonda, restando fedeli a se stessi e coerenti con la propria identità che in quell’espressione trova forma e contenuto. “Armoniche” per via della ricerca di una sinfonia di anarchie, intesa come condivisione e scambio tra il proprio “io” e quello di chi si ha difronte, perché si è anarchici quando “si varca il limite per cercare l’altro che è diverso da te ma è anche in parte dentro di te”, come affermato da Manlio Epifania che ha curato la rassegna. Presenti alla conferenza anche il regista Angelo Amoroso d’Aragona, che ha parlato del docufilm “Io e la mia sedia” dedicato alla misteriosa figura dell’artista molese Enzo Del Re e che verrà proiettato in occasione della prima tappa della rassegna e  Romolo Epifania, ideatore e curatore della seconda tappa “Jumping in the dark”, anch’egli grande estimatore e vecchio amico di Del Re. I due hanno condiviso quelli che sono stati i loro incontri con il cantautore pugliese che fece dell’anarchia la sua religione, tracciando attraverso le loro parole un accorato ritratto di un artista ingiustamente dimenticato, un artista che ha cavalcato le più importanti stagioni culturali italiane, passando dalle collaborazioni con Dario Fo agli spettacoli con Nuova Scena sino all’adesione ai Circoli di Ottobre, per poi uscire di scena ritirandosi nella sua Mola tornando ad essere il cantastorie poeta di scrittura, che della parola fece il suo mezzo di espressione e la sua maggior ricchezza, senza necessitare d’altro se non di una sedia, di un borsello e un ombrellino. Un artista, Del Re, riscoperto da Vinicio Capossela e da Guido Chiesa che nel 2004 gli dedicò il suo film “Lavorare con lentezza”, titolo che riprende quello di uno dei brani più incisivi della produzione del cantautore molese in cui ci si oppone all’idea di fatica intesa come sofferenza. Ad oggi sembrerebbe che la figura di Del Re possa essere giustamente rivalutata, dato anche l’interesse mostrato dal Ministero dei Beni Culturali che, inventariando la mole di materiale di sua produzione, vorrebbe porla all’attenzione del pubblico all’interno di un museo a lui dedicato a Mola. Una rassegna, dunque, organizzata in 4 date che ruoteranno attorno a 4 persone e personalità, in ciascuna delle quali un elemento fisico, un “totem” realizzato da Manlio Epifania, andrà a sottolineare l’essenza della serata. Come, nel caso di Del Re, la sedia rossa maculata da pennellate dorate. Le intenzioni sono chiare: tornare a fare della cultura un impegno civile che torni utile a tutti. L’invito lo è altrettanto: ritrovarsi in questo accogliente spazio per lasciare che la propria diversità si possa incontrare con quella altrui. Il suggerimento è quello di non mancare a questi appuntamenti, per poter vivere un’esperienza di condivisione da cui potremmo tutti ritrovarci arricchiti.

Di seguito le tappe della rassegna:

– Sabato 28 Febbraio h.19:00

Io e la mia sedia”, docufilm su Enzo Del Re di Angelo Amoroso d’Aragona;

Venerdì 27 Marzo h.19:00

Jumping in the dark”, docufilm su Free Style Ensemble di Ambrogio Palmisano;

– Venerdì 24 Aprile h.19:00

Onde sufi”, esperienze mistiche e di suoni con Salahaddin Roberto Re David;

– Venerdì 29 Maggio h.19:00

Come ti senti”, concerto di acusmatica con Michele Granito.

Per maggiori informazioni è consultabile la pagina:

www.facebook.com/pages/convochiamociperbari/258514530965206

 

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.